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Conferenze a Merate

immagine rappresentativa del seminario

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Monica Sperandio - Responsabile POE sede di Merate Osservatorio Astronomico di Brera


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La conferenza in breve:
È di poco più di 10 anni fa la scoperta da parte di due gruppi indipedendenti di ricercatori che la velocità di espansione dell’Universo non sta diminuendo con il tempo, come ci si aspetterebbe se l’Universo fosse composto solamente di galassie, gas, stelle e pianeti.
Al contrario, apparentemente sotto la spinta di un’energia sconosciuta (e per questo denominata "oscura"), questa sta aumentando e l’Universo attuale appare in accelerazione.
Nel mio intervento percorrerò le tappe che hanno portato innanzitutto alla scoperta dell’espansione dell’Universo da parte di Edwin Hubble nella prima metà del XX secolo per poi arrivare a spiegare le recenti evidenze di accelerazione.
Discuterò in termini semplici come queste osservazioni siano ancora compatibili con la Teoria della Relatività Generale di Einstein, che è la teoria attualmente accettata per descrivere la forza di gravità, anche se richiedono la presenza della cosidetta "Costante Cosmologica", che già Einstein introdusse nelle sue equazioni nel 1915, per poi scartarla alla luce dei risultati di Hubble.

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Luigi Guzzo - astronomo associato Osservatorio Astronomico di Brera sede di Merate


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La conferenza in breve:
Resti oscuri della morte delle stelle più grandi o mostri che si annidano al centro delle galassie...
i buchi neri sono gli oggetti più bizzarri e enigmatici dell’universo.
Cosa sono? Come facciamo a vederli? Quali sono i loro effetti? Cosa c’entra Galileo con in buchi neri?
Verrà esplorata l’astronomia dell’estremo, dove per osservare oggetti invisibili si adottano tecniche ingegnose e telescopi spaziali.

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Tomaso Belloni - astronomo associato Osservatorio Astronomico di Brera sede di Merate


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La conferenza in breve:
Marte è un pianeta affascinate e misterioso che fa pensare sia ad un possibile futuro della nostra Terra, sia ad un passato ricco di eventi.
Osservarlo da vicino è stato il desiderio di astronomi illustri e di planetologi fomosi: adesso questo è possibile non solo utilizzando satelliti orbitanti ma scendendo direttamente sulla superficie marziana per effettuare analisi in situ.
La storia dell’esplorazione di Marte contempla numerose missioni di successo che hanno portato strumenti e veicoli robotici sul pianeta rosso.
La speranza ora è di farvi atterrare un equipaggio e ........ forse non ne siamo lontani.

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Monica Sperandio - Responsabile POE sede di Merate Osservatorio Astronomico di Brera


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La conferenza in breve:
Dal calendario di pietra a quelli di parole, fino ai calendari dei giorni nostri.
Spesso la gente pensa a noi astronomi come a persone con la testa fra le nuvole, o, meglio, ... oltre le nuvole.
Eppure lo sviluppo della nostra scienza si intreccia fin dagli inizi con le esigenze pratiche della gente.
Una di queste è stata la misura del tempo e la previsione affidabile dei cicli stagionali: senza l’invenzione del calendario, la cosiddetta rivoluzione neolitica, ossia il passaggio dallo stadio della caccia e della raccolta dei frutti spontanei della terra a quello di un’agricoltura efficiente, sarebbe stata impossibile.
Per uscire dal paleolitico, gli esseri umani hanno dovuto imparare a osservare il cielo con occhio razionale.
Il risultato di questa nuova attività intellettuale fu dapprima registrato nei versi tramandati oralmente di generazione in generazione (calendari di parole) e nei monumenti megalitici che abbiamo ancora a portata di mano (per vedere questi calendari di pietra non è indispensabile viaggiare fino a Stonehenge), infine nei calendari scritti che ci sono familiari.
Oggetto della lezione è lo sviluppo del calendario fino alla riforma gregoriana, con qualche cenno alle tradizioni extraeuropee, e il suo legame a volte insospettato con la nostra visione del mondo.

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Michele Bossi - Ricercatore - Osservatorio Astronomico di Brera


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La conferenza in breve:
Lo sviluppo delle conoscenze dovuto al progresso tecnocogico e in particolare alle missioni spaziali ha arricchito e in parte modificato le nostre idee sul Sistema Solare, a partire dalla definizione di pianeta (à nota la recente "retrocessione" di Plutone).
Altre rilevanti novità riguardano le caratteristiche fisiche e dinamiche dei corpi minori, le proprietà delle superfici planetarie (dai vulcani attivi alle tracce di materiale liquido), e qualche nuova idea su quello che si nasconde sotto di esse.

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Monica Sperandio - Responsabile POE sede di Merate Osservatorio Astronomico di Brera


tre immagini rappresentative del seminario

La conferenza in breve:
L’esperienza galileiana di osservare il cielo con un cannocchiale mostrò un Universo molto diverso da quanto pensato dai filosofi fino ad allora. Questo suggerì a Galileo la necessità di una nuova fisica per poterlo interpretare.
Sulle basi poste dalla fisica moderna verranno percorse alcune delle tappe più significative della ricerca astrofisica moderna che portano al modello attuale di Universo.
Maestoso e sorprendente ma ricco più di domande che di risposte.

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Monica Sperandio - Responsabile POE sede di Merate Osservatorio Astronomico di Brera


tre immagini rappresentative del seminario: da sinistra l’Orsa Maggiore dalle tavole di Hevelius, la costellazione dell’Orsa Maggiore nel cielo; disegno di orsa ritrovato nella grotta di Chauvet

La conferenza in breve:
L’Orsa Maggiore è probabilmente una tra le più antiche costellazioni identificate dagli uomini, e ciò è probabile sia avvenuto durante l’era glaciale del Paleolitico, quando Asia e America formavano un unico continente.
Si tratta infatti di un patrimonio culturale comune a molte delle popolazioni native di Europa, Asia e America.
Il nome della stella Arturo deriva dal greco antico e significa Guardia dell’Orso, ma questa sembra un’incogruenza perchè la stella è distante dalle costellazioni dell’Orsa Maggiore e Minore.
Una possibile spiegazione potrebbe essere l’alto moto proprio di Arturo.
Con i dati precisi da satellite è possibile ricostruire la posizione relativa delle stelle nel cielo a distanza di decine di migliaia di anni e si può quindi verificare come durante il Paleolitico Arturo si trovasse vicino alle due Orse.
Ma a quel tempo anche la forma delle due Orse era diversa, e poteva essere interpretata come la contrapposizione di un cacciatore e di un orso, così come è stato poi tramandato nell’antico mito della ninfa Callisto.

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Elio Antonello
Monica Sperandio - Responsabile POE sede di Merate INAF-Osservatorio Astronomico di Brera