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La misura del tempo

Orologio a pendolo (1784).
Un orologio di precisione è uno strumento indispensabile in un osservatorio
astronomico, in quanto la misura del tempo (e quindi dell’angolo di rotazione della Terra rispetto
alla volta celeste) permette di calcolare la relazione tra il sistema di riferimento locale (definito
dal piano orizzontale e dalla direzione del meridiano) e il sistema di riferimento siderale, solidale
con la volta celeste9.
La misura esatta del tempo permette quindi di calcolare le coordinate celesti di
un astro a partire dalle coordinate misurate da uno strumento come un quadrante murale o un circolo
moltiplicatore.
Inversamente, la registrazione dell’istante del passaggio di un astro al meridiano
permette di determinare il tempo locale; per questo motivo gli osservatori astronomici avevano anche
il compito di mantenere una precisa scala dei tempi che serviva come punto di riferimento primario
per tutti gli usi scientifici e civili.
In questo esemplare di pendolo (Figura 12), opera del costruttore francese
Robin, l’asta che regge il peso oscillante ha una struttura "a griglia", formata da barre di metalli
diversi (ottone e ferro): la geometria della griglia era calcolata in modo che la dilatazione termica
dei diversi elementi si compensasse esattamente cosicché la lunghezza dell’asta (e quindi il periodo
di oscillazione) rimanesse costante al variare della temperatura.
Anche questo pendolo
(attualmente situato nella sede di Merate) proviene dall’osservatorio di Antonio Cagnoli a Verona.
Le caratteristiche degli strumenti descritti qui e nella pagina Prima strumentazione sono legate al tipo di astronomia che veniva praticata
all’epoca e che era incentrata (a Brera come in altri osservatori) sui campi che oggi vengono chiamati
astronomia di posizione (determinazione delle coordinate geografiche), astrometria (misurazione
delle coordinate di astri sulla volta celeste) e meccanica celeste (calcolo delle orbite dei pianeti
e dei loro satelliti naturali).
Tutte queste misurazioni richiedevano telescopi capaci di produrre un
forte ingrandimento (per poter raggiungere la risoluzione angolare necessaria per puntare con precisione
gli oggetti e per risolvere astri vicini) e quindi dotati di elevata lunghezza focale10.
Al contrario
non era necessario avere un diametro elevato dell’obiettivo, perchè gli oggetti osservati erano piuttosto
brillanti (la quantità di luce raccolta da un telescopio è proporzionale all’area dell’obiettivo, cioè
al quadrato del suo diametro).