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Ritratto di Boscovich eseguito da Robert Edge Pine, Londra, 1760
Figura 3: Ritratto di Boscovich eseguito da Robert Edge Pine, Londra, 1760 - da Wikipedia

La specola di Boscovich

La Grange fu aiutato nella fondazione dell’Osservatorio da un altro padre gesuita, Ruggero Boscovich (1711 - 1787 - Figura 3), a cui nel 1764 era stata affidata la cattedra di matematica all’Università di Pavia (all’epoca l’unica università in Lombardia).

Figura 4: Modello in legno del nuovo osservatorio progettato da Boscovich. Il modello (delle dimensioni
di circa 1m) fu costruito nel 1764 ed e' attualmente esposto al Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnologia di Milano.
Figura 4: Modello in legno del nuovo osservatorio progettato da Boscovich. Il modello (delle dimensioni di circa 1m) fu costruito nel 1764 ed è attualmente esposto al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Probabilmente il Boscovich aveva visitato il Collegio di Brera, aveva saputo dell’intenzione di fondare un osservatorio e si era appassionato all’idea; nel 1764 gli venne affidato ufficialmente il compito di preparare il progetto per il nuovo osservatorio (Figura 4).
Boscovich era una personalità scientifica di primo piano; la sua opera principale, la Philosophiae naturalis theoria (1758), una specie di enciclopedia di scienze naturali, è uno dei trattati scientifici più autorevoli e più citati della seconda metà del XVIII secolo.
Boscovich era anche esperto in architettura e ingegneria civile e in pochi mesi progettò e fece costruire i locali che dovevano ospitare il nuovo osservatorio, alla sommità dell’angolo sudorientale del Palazzo di Brera.
Esso era composto da due piani: il piano inferiore era diviso in cinque stanze, che ospitavano i quadranti murali, gli orologi a pendolo e altri strumenti; il piano superiore consisteva di un’unica stanza, di pianta ottagonale, ed era usato per le osservazioni con i telescopi e per le lezioni dimostrative di astronomia per il pubblico6.

Figura 5: La facciata meridionale del Palazzo di Brera con la specola costruita dal Boscovich, in
una stampa pubblicata nel volume delle Ephemerides Astronomicae per l'anno 1778.
Figura 5: La facciata meridionale del Palazzo di Brera con la specola costruita dal Boscovich, in una stampa pubblicata nel volume delle Ephemerides Astronomicae per l’anno 1778.

Sopra la stanza ottagonale si trovava una terrazza dotata di due cupole coniche. Il risultato fu estremamente soddisfacente, tanto che nel 1776 il grande astronomo francese Lalande, nel Journal des Savants, scriveva in termini elogiativi della nuova specola, augurandosi che se ne pubblicasse una descrizione dettagliata a beneficio di tutti gli astronomi (Figura 5).
E più di un secolo dopo, facendo la storia dei primi anni di attività dell’Osservatorio, Schiaparelli osservava: "Così in breve tempo era sorto in Milano un Osservatorio, assai ben costituito".
In pochi anni l’Osservatorio di Brera divenne la più importante istituzione astronomica in Italia>, dove si formavano come apprendisti i migliori scienziati, che venivano poi assunti presso altri istituti7.
Questa situazione di predominio scientifico durò almeno fino al primo ventennio dell’Ottocento8.
Per quasi un decennio La Grange e Boscovich si divisero il compito di dirigere la specola di Brera.
I due avevano caratteri e impostazioni scientifiche quasi opposte: Boscovich era eclettico e intraprendente e aveva progetti ambiziosi per il futuro dell’Osservatorio; La Grange era molto più cauto, legato a un mentalità scientifica più tradizionale, e preoccupato di contenere le spese per l’acquisto di strumentazione.
In breve tra i due sorse un dissidio; nel 1772 Boscovich diede le dimissioni da tutti i suoi incarichi e lasciò l’Osservatorio.
L’anno successivo (1773) l’ordine dei Gesuiti fu soppresso da papa Clemente XIV; il Collegio di Brera, con l’annesso Osservatorio, venne statalizzato e passò sotto le dirette dipendenze del governo austriaco a Milano.

Figura 6: Ritratto di Barnaba Oriani.
Figura 6: Ritratto di Barnaba Oriani.

Gli Austriaci dimostrarono subito un particolare interesse per lo sviluppo dell’Osservatorio, dotandolo dei mezzi economici e del personale necessari per proseguire nelle linee di sviluppo tracciate dal Boscovich; già nel 1773 essi fecero venire appositamente da Vienna Joseph (Giuseppe) Megele, tecnico specializzato nella costruzione di apparecchi ottici e meccanici, a cui si deve gran parte della nuova strumentazione costruita nell’Osservatorio fino al 1816 (anno del suo pensionamento); nel 1775 giunse all’Osservatorio un nuovo astronomo, Barnaba Oriani (Figura 6), che poco dopo ne assunse la direzione. Oriani era famoso a livello internazionale soprattutto per i suoi lavori di meccanica celeste; a lui si devono il primo calcolo accurato dell’orbita del pianeta Urano (scoperto nel 1781 da William Herschel) e la determinazione dell’orbita del primo asteroide, Cerere, scoperto da Giuseppe Piazzi nel 1801.
Nel 1774, soddisfacendo un desiderio dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, l’ Osservatorio pubblicò il primo volume delle Ephemerides Astronomicae, un annuario astronomico che in breve divenne famoso e apprezzato in tutto il mondo (su richiesta del cancelliere von Kaunitz, l’annuario venne redatto in lingua latina per facilitarne l’utilizzo anche fuori dall’Italia).
L’annuario comprendeva due sezioni: la prima era costituita da una serie di tabelle con le posizioni previste per il Sole, la Luna e i pianeti, utilizzate dagli astronomi per le osservazioni; la seconda conteneva una raccolta di articoli scientifici.
La pubblicazione dell’annuario continuò senza interruzioni per un secolo esatto, fino al 1874.