Le distanze e le galassie ospiti
Nel 1997 BeppoSAX, un satellite italiano (ASI con la collaborazione dell’Olanda) per raggi X, rivelò un afterglow (postluminescenza) di raggi X da un GRB. Come dice la parola stessa, questa postluminescenza è radiazione emessa dopo l’esplosione di raggi gamma iniziali e solitamente può essere osservata alle lunghezze d’onda X, ottiche e radio. La maggior parte delle informazioni che abbiamo sui GRBs deriva dalle osservazioni degli afterglow.
La scoperta dell’afterglow permise di effettuare misure di redshift, cioè di distanza, dei GRBs. In questo modo gli astronomi hanno potuto determinare che i GRBs hanno luogo a distanze cosmologiche (il più distante è avvenuto a un redshift di circa 4.5, cioè ad una distanza di qualche miliardo di anni luce!).
|
|
L'immagine qui sopra mostra l’afterglow X del GRB 970228 ripreso da BeppoSAX.
L’immagine a sinistra, presa 8 ore dopo l’espolosione, mostra un forte emissione X, mentre l’immagine di destra, presa tre giorni dopo, mostra quanto l’afterglow anche se ancora osservabile, si sia affievolito.
Col GRB 970228 venne scoperto anche un afterglow ottico che venne dapprima osservato col telscopio William Herschel. Questo afterglow ottico si affievolisce sul tempo scala di giorni.
Successivamente, osservando gli afterglow ottici delle esplosioni gamma, si scoprirono le probabili candidate a galassie ospiti di GRBs.
Due settimane dopo il GRB 990123, il telescopio spaziale Hubble (HST) osservò la zona di cielo dove era stato rivelato il GRB: l’immagine di HST qui a fianco mostra l’afterglow ottico del burst, corrispondente alla macchia luminosa leggermente sotto al centro dell’immagine. L’oggetto debole ed esteso sopra il brillante afterglow è la galassia ospite del GRB 990123.
Le osservazioni delle galassie ospiti sono importanti perchè le caratteristiche di queste galassie possono fornire informazioni importanti riguardo alla natura delle esplosioni.