Le galassie sono enormi insiemi di stelle e di gigantesche nubi di gas
e polvere. Esse sono i "mattoni" che compongono l'universo, il quale ne
contiene miliardi.
Una galassia costituisce anch'essa, in piccolo, un vero e proprio universo
a sè stante: è un sistema autogravitante, che generalmente
si evolve separatamente dalle altre galassie.
In realtà, spesso due o più galassie vicine interagiscono
tra loro, si avvicinano deformandosi a causa della reciproca attrazione
gravitazionale, o addirittura si scontrano dando luogo a fenomeni molto
violenti.
É solo da pochi decenni che si è compreso che cosa sono
effettivamente le galassie. Quando gli strumenti di osservazione non erano
così potenti come quelli di oggi, infatti, esse apparivano come
piccole regioni luminose dall'aspetto nebuloso, non risolto, presenti in
tutte le direzioni sulla volta celeste. Fino all'inizio degli anni '20
si pensava che queste cosiddette "nebulose spirali" fossero oggetti appartenenti
alla nostra galassia, della quale ancora non si conoscevano esattamente
le dimensioni.
Nel 1920 si scoprì che le stelle di tipo esplosivo chiamate
novae
appartenevano in realtà a due categorie: le novae
vere e proprie e le supernovae, molto più
luminose. Questa scoperta fu molto importante, perchè si capì
che una nova osservata nella nebulosa di Andromeda nel 1885 era invece
una supernova. Il fatto che fosse apparsa luminosa come le novae della
nostra galassia indicava che era molto più distante: la nebulosa
di Andromeda era quindi esterna alla Via Lattea.
Fu solo nel 1924 che l'astronomo Edwin Hubble, con il telescopio del
Monte Wilson, riuscì a risolvere alcune regioni della nebulosa di
Andromeda, confermando che si tratta di una galassia vera e propria, esterna
alla nostra. Andromeda è una delle galassie più vicine alla
Via Lattea: dista da noi "soltanto" due milioni di anni luce.
Le galassie hanno forme, dimensioni e masse molto diverse tra loro.
Ci sono galassie giganti, che contengono 10.000 miliardi di stelle, e galassie
nane che ne contengono poche centinaia di migliaia. Le galassie spirali
hanno diametri medi intorno ai 70 mila anni luce, ma una delle più
grandi galassie di questo tipo, NGC 1961, ha un diametro di 300 mila anni
luce e una massa pari a circa 2000 miliardi di volte quella del Sole.
Tra le galassie ellittiche è facile trovarne di ancora più
grandi, con dimensioni di oltre 300 mila anni luce e masse fino a 10mila
miliardi di volte la massa del Sole; sempre di questo tipo morfologico
fanno parte le galassie nane, che hanno dimensioni di appena 5000 anni
luce e masse di solo pochi milioni di volte quella del Sole.
Classificazione delle galassie
Le galassie hanno forme e caratteristiche diverse e vengono classificate
in tre grandi categorie: le galassie a spirale, quelle ellittiche e quelle
irregolari.
Le galassie spirali hanno la forma di un
disco, in rotazione attorno al proprio asse, con delle braccia a spirale
che si dipartono da un nucleo centrale e lo avvolgono; sono ricche di gas
e le braccia contengono stelle giovani, mentre il nucleo contiene stelle
più vecchie. Nelle galassie spirali si formano tuttora stelle, in
modo più o meno intenso.
Le galassie ellittiche hanno la forma di
un
ellissoide più o meno schiacciato,
sono molto povere di gas e possiedono quasi solo stelle vecchie. In questo
tipo di galassie non si formano più stelle, non essendoci più
gas disponibile.
Le galassie irregolari hanno una forma non
ben definita, sono ricche di gas, polvere e stelle giovani. In questo tipo
di galassie la formazione di stelle è molto intensa.
Della classificazione fanno parte anche le cosiddette "galassie lenticolari"
o S0, un tipo di galassia che sta a metà tra una spirale e un'ellittica.
Le S0 hanno una forma schiacciata, a disco, ma non presentano i caratteristici
bracci delle spirali.
La galassia lenticolare M85, di tipo S0, nella costellazione della Chioma di Berenice. (SEDS) |
La galassia NGC 5866, di tipo S0, nella costellazione del Drago. (University of Arizona Astronomy Club) |
La galassia M100 è una delle più brillanti dell'Ammasso della Vergine. É una galassia a spirale, come la Via Lattea, visibile quasi frontalmente, e dista da noi decine di milioni di anni luce. (HST) |
Le galassie si sono formate poco tempo dopo la nascita dell'universo,
cioè all'incirca da quindici miliardi di anni. All'inizio erano
soltanto delle enormi nubi di gas, principalmente idrogeno, con una certa
percentuale di elio.
Queste nubi hanno subito un'instabilità gravitazionale che le
ha portate a frammentarsi e a collassare su se stesse, formando stelle.
Nel caso delle galassie ellittiche, si sono formate subito molte stelle
quasi contemporaneamente, ed è rimasto pochissimo gas disponibile
per la formazione di altre stelle. Queste galassie sono perciò rimaste
"congelate" nella forma che avevano all'inizio della propria evoluzione.
Nelle galassie spirali, invece, le stelle si sono formate più
lentamente, lasciando ancora molto gas disponibile. Il gas e le stelle
hanno cominciato a ruotare sempre più velocemente, assumendo la
forma schiacciata di un disco, mentre la formazione di stelle è
continuata in modo graduale.
Le componenti principali delle galassie sono le stelle. In una stessa
galassia possono coesistere stelle giovani e vecchie, formate cioè
in tempi diversi, con frequenza e modalità che variano da un tipo
di galassia all'altro.
Le stelle possono essere isolate, oppure raggruppate
in insiemi detti ammassi. Gli ammassi
contengono stelle più o meno della stessa età, che si sono
formate da una stessa nube di gas. Essi si dividono in due categorie, gli
ammassi aperti e quelli globulari. Gli ammassi aperti sono insiemi di qualche
centinaio o migliaio di stelle, hanno forma irregolare e contengono stelle
giovani e massicce. Quando esse si evolvono, dopo qualche decina o centinaio
di milioni di anni, l'ammasso si disgrega, perchè l'attrazione gravitazionale
delle stelle che lo compongono non è sufficiente a tenerle unite.
L'ammasso aperto delle Pleiadi nella costellazione del Toro. (Royal Observatory, Edinburgo/Anglo-Australian Observatory)
Gli ammassi globulari sono insiemi di stelle di forma sferica, che possono
contenere fino a 300mila stelle, concentrate in regioni di poche centinaia
di anni luce. Dato il gran numero di stelle che racchiudono, si tratta
di formazioni stabili, gravitazionalmente legate, a differenza deli ammassi
aperti. Sembra che gli ammassi globulari si formino nella fase iniziale
di vita di una galassia. Essi si trovano sia nelle galassie ellittiche,
dispersi nella galassia, che in quelle spirali, per lo più raggruppati
in aloni sferici attorno ad esse.
L'ammasso globulare M15 in Pegaso.
(HST) |
Una galassia è costituita anche da un insieme di gas e polveri
e ioni che prende il nome di materia interstellare.
Dopo le stelle, la componente più importante di una galassia
di tipo spirale o irregolare è il gas; principalmente si tratta
di idrogeno, con una percentuale minore di elio, e tracce di gas come l'ossido
di carbonio (CO), il metano (CH4), l'ammoniaca (NH3)
e il vapore acqueo (H2O).
Il gas si trova aggregato in nubi spesso molto grandi, e può
trovarsi in diversi stati: ci sono nubi di idrogeno neutro allo stato molecolare
(H2), molto fredde e dense; nubi di idrogeno neutro allo stato
atomico, un pò più rarefatte, che prendono il nome di regioni
HI; nubi di idrogeno ionizzato, caldo e rarefatto, che circondano le
stelle giovani e massicce e che vengono dette regioni HII.
Le nubi molecolari hanno densità di 103-104
grammi per cm3 e temperature dell'ordine dei 10 gradi sopra
lo zero assoluto, cioè -263 oC ! In queste nubi si formano
le nuove
stelle , infatti in esse il gas
è abbastanza denso da poter collassare in risposta ad una perturbazione
gravitazionale. Questo gas contiene anche alcune molecole oltre all'idrogeno
H2: l'ossido di carbonio(CO), il radicale cianogeno (CN),
il radicale metilidina (CH), il radicale ossidrile (OH), l'acqua (H2O),
la formaldeide (H2CO), l'ammoniaca (NH3), ecc.
Nelle regioni HI, l'idrogeno ha temperature dell'ordine di 100-300
gradi Kelvin, cioè inferiori a 30 oC, e densità
di circa 100 particelle per cm3.
L'idrogeno neutro è una componente molto importante delle galassie
spirali e irregolari, perchè è presente un pò dappertutto
e può essere rivelato fino a grandi distanze. A quelle densità
e temperature, infatti, l'idrogeno emette una riga spettrale con lunghezza
d'onda di 21 cm, cioè nella banda delle onde radio. La radiazione
di quelle lunghezze d'onda non subisce alcun disturbo da parte dell'atmosfera
terrestre o di nubi di gas interstellare, quindi la riga a 21 cm permette
di rivelare la presenza di HI anche a grandi distanze, e attraverso il
suo redshift
se ne può studiare
anche il moto. In questo modo sono stati ricostruiti i moti di rotazione
di molte galassie spirali.
Le regioni HII sono zone di gas ionizzato che circondano le stelle
giovani e massicce. Queste stelle si formano iniziamente in nubi di gas
neutro, ma quando le reazioni nucleari si accendono al loro interno, la
loro temperatura sale e la radiazione che emettono diventa così
energetica da strappare gli elettroni agli atomi del gas, e di riscaldarlo
fino a circa 10mila gradi. Quando la stella, evolvendosi, si raffredda,
anche il gas si raffredda e gli elettroni si ricombinano agli ioni.
Questo gas è riconoscibie anche a grandi distanze, grazie
al fatto che alcuni elementi presenti in piccole quantità assieme
all'idrogeno (ossigeno, azoto, zolfo, ecc...) emettono righe spettrali
molto intense e caratteristiche, visibili anche in altre galassie.
Mescolati al gas interstellare si trovano anche dei grani di polvere, composti per lo più da silicati, grafite e altri materiali carbonacei. I grani si sono formati per condensazione degli elementi chimici più pesanti dell'elio; questi vengono sintetizzati all'interno delle stelle nel corso delle reazioni di fusione nucleare, e poi rilasciati nello spazio dal vento stellare o in fenomeni come l'esplosione di supernovae.
Una componente importante di molte galassie sembra essere la materia
oscura: si tratta di una forma di materia di natura ancora sconosciuta,
che permea tutto l'universo. Essa non emette nè assorbe radiazione
e perciò non è rivelabile in altro modo se non attraverso
i suoi effetti gravitazionali sulla materia visibile, come le stelle o
il gas. L'analisi della dinamica di molte galassie, e quindi del campo
gravitazionale al quale esse sono soggette, ha rivelato alcune anomalie.
Soltanto ipotizzando che queste galassie siano circondate da giganteschi
aloni massicci di materia oscura si possono spiegare quetse anomalie. Anche
le galassie negli ammassi sembrano legate tra loro
da enormi quantità di materia oscura.
Le scale di distanza in astrofisica
Gli astronomi ricavano le distanze degli oggetti celesti con metodi
diretti (per gli astri più vicini della nostra galassia) o indiretti,
attraverso l'uso degli indicatori di distanza. Gli indicatori di
distanza sono corpi celesti dalle proprietà particolari, che consentono
di ricavare la loro distanza in maniera abbastanza precisa.
Per esempio, un indicatore molto potente è la supernova:
se si osserva una supernova in una galassia distante, dalla distanza della
supernova si può ricavare anche quella della galassia.
Una delle fondamentali scoperte della cosmologia moderna è che tutte le galassie si stanno allontanando l'una dall'altra con una velocità relativa V tanto maggiore quanto più distanti sono tra loro. Questo fatto è espresso dalla legge di Hubble
V = Ho d
dove d è la distanza della galassia e Ho è la costante di Hubble. Un metodo di misura attendibile della distanza delle galassie rispetto a noi è di fondamentale importanza per ricavare il valore della costante di Hubble, mentre la loro velocità si può ricavare dal redshift dello spettro.
Ogni indicatore di distanza, prima di poter essere usato, deve essere calibrato mediante altri indicatori più elementari. I più semplici indicatori di distanza sono le stelle giovani e luminose che si trovano nei dintorni del Sistema Solare. Essendo vicine a noi, le distanze di queste stelle possono essere ricavate usando metodi geometrici come la parallasse . Dalla loro luminosità apparente e dalla loro distanza si ricava la luminosità o magnitudine assoluta. Se si riesce ad attribuire una magnitudine che sia la stessa per tutte le stelle di un dato tipo spettrale, quando vengono osservate stelle dello stesso tipo spettrale a distanza maggiore, dalla magnitudine apparente e da quella assoluta si può ricavarne la distanza. In pratica, dunque, queste stelle agiscono come "candele campione".
Altri indicatori di distanza primari sono le stelle
variabili Cefeidi.
Queste stelle hanno variazioni periodiche di luminosità dovute
alla pulsazione dei loro strati più esterni; si è scoperto
che il periodo di pulsazione è tanto maggiore quanto più
luminosa è la stella "in quiete". Dalla misura del periodo di pulsazione
di una stella variabile si può ricavare la sua magnitudine assoluta
e poi, dalla sua magnitudine apparente, si ricava la distanza.
Le Cefeidi vengono usate per ricavare le distanze di galassie vicine,
in quanto si tratta di stelle giganti molto luminose e visibili anche a
distanze di una decina di milioni di anni luce e più.
Indicatori di distanza secondari sono le novae
e le supernovae, stelle che esplodono raggiungendo
luminosità molto elevate. Esse vengono usate per misurare le distanze
di galassie così distanti da potervi distinguere solo gli oggetti
più brillanti. Le novae e le supernovae hanno delle caratteristiche
costanti nelle loro curve di luce (cioè nell'andamento della luminosità
nel tempo). Per esempio, tutte le supernovae di un certo tipo hanno la
stessa magnitudine assoluta nel momento in cui raggiungono l'apice del
loro splendore: misurandone la magnitudine apparente, siamo in grado di
ricavare la sua distanza.
Tutte le strutture dell'universo mostrano una tendenza a raggruparsi
seguendo una gerarchia: i pianeti in un sistema planetario, le stelle in
ammassi, gli ammassi in galassie. Allo stesso modo, anche le galassie tendono
ad unirsi in gruppi di qualche decina di membri; a loro volta, più
gruppi si riuniscono in ammassi di galassie, i quali, insieme ad
altri ammassi, formano superammassi.
La nostra Galassia fa parte del Gruppo Locale, uno dei gruppi di galassie
più poveri; due sole galassie dominano il Gruppo Locale, la nostra
e M31 (la galassia di Andromeda), che insieme costituiscono circa l'80%
della massa del sistema. Le altre galassie sono più piccole, come
la spirale M33, o addirittura satelliti delle più grandi; per esempio,
la Piccola e la Grande Nube di Magellano sono due piccole galassie satelliti
della nostra, che si trovano a circa 180.000 anni luce da noi. Il Gruppo
Locale ha un diametro di circa 5-6 milioni di anni luce.
Gli ammassi di galassie sono già noti dagli anni '30; il primo
è stato scoperto nella costellazione della Chioma di Berenice, e
prende il nome di ammasso della Coma: si trova ad una distanza di 350 milioni
di anni luce,e comprende un migliaio di galassie. L'ammasso più
ricco è quello della Vergine, nell'omonima costellazione, che contiene
2500 galassie, e si trova a 50 milioni di anni luce da noi. Il diametro
dei più grandi ammassi di galassie è intorno ai 60 milioni
di anni luce, anche se non è facile determinarne i confini, perchè
la densità di galassie diminuisce gradualmente verso l'esterno e
spesso un ammasso si confonde con quello vicino.
Ci sono ammassi regolari, di forma sferoidale, che contengono essenzialmente
galassie ellittiche, ed ammassi irregolari, che somigliano agli ammassi
aperti di stelle e contengono galassie di ogni tipo.
Le galassie di un ammasso sono immerse in un alone di gas caldissimo,
che emette radiazione nella banda dei raggi X.
Le galassie sono dotate di un moto all'interno dell'ammasso, e a volte
interagiscono scontrandosi tra loro. Spesso al centro di questi ammassi
si trova una galassia ellittica gigante; in origine questa era probabilmente
una galassia di dimensioni normali, ma a causa degli scontri con altre
galassie ha cominciatoa fondersi con esse fino ad "inghiottirle", in un
fenomeno che viene detto cannibalismo galattico. I processi di interazione
tra galassie sono molto violenti e coinvolgono grandi quantità di
energia. In molti casi l'interazione di due galassie porta alla loro fusione;
inoltre essa provoca un aumento della formazione di stelle nelle galassie
che la subiscono, e sembra che sia coinvolta anche in fenomeni come le
galassie
attive.
Sembra che le galassie interagenti abbiano avuto (e abbiano tuttora)
un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'Universo e nel modificare delle
sue proprietà su larga scala, come il numero o la densità
di galassie.
La galassia di Andromeda, la spirale
"compagna" della nostra galassia.
Insieme alla nostra, è la più grande
del Gruppo Locale. (SEDS)
La galassia M33, detta anche Triangolo,
fa parte con la nostra e con M31 del
Gruppo Locale. (SEDS)
Gli ammassi di galassie tendono a volte a raggrupparsi in superammassi;
il Gruppo Locale, per esempio, fa parte di un superammasso con la forma
di un ellissoide schiacciato, il cui centro corrisponde all'ammasso della
Vergine e il cui diametro raggiunge i 100 milioni di anni luce. L'analisi
del redshift del loro spettro ha mostrato
che, sovrapposto al moto generale di espansione
dell'universo, esiste un moto proprio delle galassie e degli ammassi; essi
tendono a muoversi verso un punto dello spazio dove si pensa esista una
enorme concentrazione di materia, detta Grande Attrattore, che esercita
una grandissima attrazione gravitazionale sulle galassie, anche a distanze
elevate.
In quest'ultimo filmato viene mostrato dapprima lo spettro di M81
nell'ultravioletto (dominato dalle stelle di età intorno al milione
di anni) e poi lo spettro nel rosso (dominato dalle stelle di età
intorno ai 5 miliardi di anni).