Molte delle stelle che vediamo in cielo hanno una luminosità
variabile nel tempo, spesso in modo periodico. Le stelle variabili sono
di diversi tipi. Bisogna anzitutto distinguere tra variabili fisiche e
geometriche; le prime sono stelle che hanno intrinseche variazioni di luminosità,
mentre nelle altre la variabilità è dovuta a cause esterne
(ad esempio, nei sistemi doppi di stelle nei quali il piano orbitale è
visto di profilo, periodicamente una delle due componenti eclissa l'altra
e la magnitudine apparente del sistema cambia).
Nelle variabili fisiche, invece, le variazioni di luminosità
sono dovute a cambiamenti nelle proprietà della stella: essa deve
"aggiustarsi" in un'altro stato di equilibrio.
Una stella variabile è caratterizzata da una particolare curva
di luce, un diagramma nel quale è riportata la magnitudine apparente
della stella in funzione del tempo. Da essa si risale all'eventuale periodo
della variazione e alla sua ampiezza, cioè alle proprietà
distintive della stella.
In alcuni casi le variazioni di splendore della stella sono irregolari
o semiregolari.
In altri casi queste variazioni avvengono in modo regolare e periodico;
durante un periodo cambiano la magnitudine,
la temperatura, la densità, il raggio e la velocità radiale
del gas stellare, in vere e proprie oscillazioni o pulsazioni. Per questo
motivo tali stelle vengono anche dette variabili pulsanti.
Ci sono diversi tipi di variabili pulsanti, classificate in tre gruppi
principali, le Cefeidi classiche, le W Virginis e le RR Lyrae.
Questo tipo di stella variabile deriva il suo nome dalla prima stella
del genere che è stata scoperta, Delta Cephei. Si tratta di stelle
pulsanti, il cui raggio cioè varia periodicamente intorno ad un
valore medio. Queste stelle sono state studiate molto per catalogarne le
proprietà e sono utili
indicatori di
distanza: hanno permesso di calcolare la distanza di galassie vicine,
come M31 (Andromeda) o le Nubi di Magellano.
Il periodo è compreso tra 0.2 e 100 giorni circa; nel corso
di un periodo, il colore, la temperatura e il tipo
spettrale di queste stelle variano. La luminosità varia all'incirca
di una magnitudine.
La pulsazione avviene secondo un ciclo:
contrazione della stella ---> riscaldamento del nucleo ---> accelerazione
delle reazioni nucleari e sovrapproduzione di energia ---> espansione della
stella ---> dissipazione dell'energia accumulata ----> raffreddamento del
nucleo ---> decelerazione delle reazioni nucleari ---> squilibrio di pressione
---> contrazione.
Si tratta di un meccanismo piuttosto complesso, che coinvolge anche
variazioni di ionizzazione del gas degli strati esterni della stella.
La particolarità principale delle Cefeidi, scoperta dall'astronoma
H. Leavitt nel 1922, è che esiste una relazione tra il loro
periodo e la loro luminosità:
M = A + B log10(P)
dove A e B sono costanti, M è la magnitudine assoluta e P il
periodo della pulsazione.
Questa relazione è stata calibrata sulle Cefeidi di distanza
(e quindi di manitudine assoluta) nota, e ha permesso di ricavare la distanza
delle altre stelle dello stesso tipo. In realtà esistono Cefeidi
di due tipi, le cosiddette Cefeidi classiche e le W Virginis, meno luminose
delle prime. Le RR Lyrae, a loro volta, sono variabili pulsanti di tipo
e magnitudine diversa: si tratta di stelle del ramo
orizzontale
che attraversano una fase di instabilità. Esse hanno
una magnitudine media compresa in uno stretto intervallo intorno a 0.5
e sono quindi dei buoni indicatori di distanza.
Con i telescopi terrestri sono state osservate Cefeidi in galassie
distanti anche 12 milioni di anni luce; la loro distanza è stata
calcolata grazie alla relazione periodo-luminosità. Con il Telescopio
Spaziale Hubble è stato possibile osservare Cefeidi perfino a 30
milioni di anni luce di distanza, nella galassia M100.
Tra gli altri tipi di variabili, ricordiamo le variabili del tipo Mira,
stelle supergiganti rosse che raggiungono fluttuazioni di 10 magnitudini;
le semiregolari, stelle giganti rosse come Betelgeuse o Antares; ed infine
le variabili irregolari, che presentano fluttuazioni di luminosità
non superiori alle 2 magnitudini.