L'atmosfera
L'aspetto del pianeta è caratterizzato da fasce parallele di
ampiezza e colori diversi, che circondano la sua superficie. In realtà,
come tutti i pianeti gassosi, Giove non ha una superficie solida, ma semplicemente
il materiale gassoso diventa sempre più denso verso l'interno del
pianeta. Quella che noi vediamo non è quindi la superficie fisica,
bensì la parte superiore della sua atmosfera.
Le bande colorate sono sistemi di nubi spinte da forti venti in direzione
parallela all'equatore del pianeta, a velocità anche superiori a
600 Km/h. I venti soffiano in direzioni opposte in due bande adiacenti.
Mosaico di immagini della
regione equatoriale di Giove
con il suo sistema di nubi.
A sinistra si distingue la
Grande Macchia Rossa. (NASA/Calvin J. Hamilton)
I diversi colori delle bande indicano la presenza di composti chimici
diversi alle varie latitudini dell'atmosfera gioviana e forse di reazioni
chimiche tra essi: i componenti più importanti delle nubi sono cristalli
ghiacciati di ammoniaca e di idrosolfuro di ammonio. I colori variano inoltre
dal rossastro al blu con l'altezza delle nubi. L'aspetto delle bande di
nubi cambia con tempi scala di ore o giorni.
I primi dati inviati dalla sonda atmosferica della missione Galileo
indicherebbero un carenza di ossigeno rispetto all'abbondanza prevista.
Giove è composto da un enorme corpo di idrogeno liquido. A grandi
profondità nel suo interno, infatti, la pressione è così
elevata che gli atomi di idrogeno si spezzano in elettroni e protoni e
il gas assume lo stato di metallo fluido. Questo è possibile solo
a pressioni superiori a 4 milioni di bars (1,013 bar = 1 atmosfera), come
quelle che si trovano all'interno del pianeta.
Al centro c'è probabilmente un piccolo nucleo solido di ferro
e silicati, che contiene una massa 10-15 volte quella terrestre.
Il tutto è circondato da una densa atmosfera di idrogeno, che
costituisce gran parte del pianeta; essa è composta prevalentemente
di idrogeno ed elio, con tracce di ammoniaca, metano e vapor d'acqua.
La conoscenza dell'interno di Giove, come per tutti gli altri pianeti
gassosi, è impossibile, e quel poco che sappiamo deriva per lo più
da evidenze indirette.
Il pianeta è composto per il 75% della sua massa di idrogeno,
per il 25% circa di elio, con piccole tracce di altri elementi. Questa
composizione, come quella di Saturno, è molto simile alla composizione
della nube primordiale dalla quale si pensa che si sia generato il Sistema
Solare.
Immagine di Giove del 1995;
vi si notano la Grande Macchia Rossa
e tre vortici di forma ovale
nelle sue vicinanze. (HST)
Come Saturno, Giove emette una quantità di energia due volte
e mezzo superiore a quella che riceve dal Sole, quindi deve possedere qualche
sorgente interna di energia, a differenza degli altri pianeti. Questa energia
viene prodotta dalla lenta contrazione gravitazionale del pianeta, che
trasforma energia potenziale gravitazionale in energia radiativa, producendo
una temperatura centrale dell'ordine dei 20.000 gradi.
Questa temperatura è insufficiente per innescare le reazioni
di fusione termonucleare nel centro di Giove, ma se esso fosse almeno 90
volte più massiccio, la temperatura e la pressione al suo interno
sarebbero tali da innescare la fusione nucleare ed esso diventerebbe una
stella.
I satelliti e gli anelli
Giove possiede numerosi satelliti,
i 16 principali sono: Adrastea, Amalthea, Ananke, Callisto, Carme, Elara,
Europa, Ganimede, Himalia, Io, Leda, Lysithea, Metis, Pasiphae, Sinope
e Thebe.
Quattro di essi (Io, Europa, Ganimede e Callisto) sono stati osservati
per la prima volta da Galileo al cannocchiale nel 1610 e sono noti da allora
come "satelliti
galileiani". Galileo dedicò la sua scoperta a Cosimo II dè
Medici, pertanto essi prendono anche il nome di "satelliti medicei".
A causa delle forze mareali che si esercitano tra il pianeta ed i satelliti,
la rotazione di Giove sta rallentando e i satelliti stanno lentamente modificando
e loro orbite.
Anello di Giove, della larghezza di 6.500 Km e dello spessore di meno di 10 Km. É stato ripreso dal Voyager 2 nel 1979. L'immagine è in falsi colori. (Calvin J. Hamilton) |
Il pianeta possiede anche un sistema di anelli molto tenue, invisibile
da terra perchè poco luminoso (ha infatti un'albedo
di 0,5).
Esso è stato osservato per la prima volta dal Voyager 1 nel 1979. Si estende da circa 30.000 Km fino a 130.000 Km di distanza dal pianeta. É piuttosto uniforme, composto di particelle di polvere di dimensioni minori di 10 micron, e si è probabilmente formato per disgregazione di micrometeoriti provenienti dai satelliti gioviani. |
L'impatto della cometa Shoemaker-Levy su Giove