Biblioteca del Seminario
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Nel 1623 Maffeo Barberini, che era considerato un patrono di artisti
e scienziati, divenne Papa Urbano VIII. Galileo cercò di riproporre
la questione copernicana, ed ottenne dal Papa il permesso di scrivere un
dialogo, nel quale esporre i principi della teoria, senza però arrivare
ad una conclusione sulla sua validità, bensì trattandola
come una semplice ipotesi matematica.
Galileo lavorò al Dialogo fino al 1630. Il testo è diviso in quattro giornate, durante le quali il copernicano Salviati (che rappresenta lo stesso Galileo) e l'aristotelico Simplicio si confrontano esponendo le due teorie; un terzo personaggio, Sagredo, interviene spesso nel dialogo tra i due, a favore di Salviati. Durante le prime tre giornate, i tre prendono in considerazione il moto terrestre e alcuni fenomeni celesti che sembrerebbero invalidare la cosmologia aristotelica. La quarta giornata è dedicata invece all'analisi del fenomeno che più degli altri convinse Galileo della validità della teoria copernicana, cioè quello delle maree. Egli spiegava il fenomeno in maniera errata, semplicemente come la combinazione del moto annuale di rivoluzione terrestre con quello diurno di rotazione; non prese invece in considerazione l'attrazione gravitazionale della Luna. Nel Dialogo vengono presentate alcune conclusioni a favore della teoria copernicana. Quando Galileo sottopose l'opera al giudizio della Chiesa, Papa Urbano VIII gliene impedì la diffusione e segnalò la questione al Tribunale dell'Inquisizione. Galileo venne processato e costretto all'abiura. |
Un tempo, i metalli preziosi venivano pesati sia in aria che immergendoli
in acqua, per determinarne la gravità specifica (cioè il
peso relativo ad un pari volume di acqua.
All'età di 22 anni, Galileo scrisse un piccolo trattato nel
quale proponeva un metodo per rendere più precisa e quantitativa
la misura, progettando un dispositivo detto bilancetta o bilancia idrostatica.
Essa era costituita da un dispositivo a leva. Il braccio all'estremità
del quale andava fissato il contrappeso era avvolto in un filo metallico.
Lo spostamento del contrappeso poteva essere determinato molto accuratamente
contando il numero di spire del filo metallico lungo le quali si spostava.
Galileo costruì la bilancetta solo molti anni più tardi,
nel 1608.
Termoscopio
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All'inizio del diciassettesimo secolo, non c'era alcun metodo per quantificare
il calore di un corpo. Molti studiosi dell'epoca sapevano che l'aria si
espande quando viene riscaldata. Il termoscopio fu ideato da Galileo all'inizio
del 1600 ed era costituito da una piccola fiaschetta con il collo lungo
e sottile, piena d'aria, posto a testa in giù entro una vasca piena
d'acqua. Quando la fiaschetta veniva riscaldata, l'aria al suo interno
si espandeva, e il livello dell'acqua nel collo scendeva, mentre quando
l'aria si raffreddava, il suo volume decresceva e l'acqua saliva dalla
vaschetta lungo il collo del fiasco.
Negli anni successivi, il dispositivo venne perfezionato da Galileo e dai suoi amici Santorio Santorio e Gianfrancesco Sagredo, per includervi una scala numerica: si ebbe così il primo termometro ad aria. Contemporaneamente ed indipendentemente, altri studiosi europei misero a punto analoghi dispositivi. Si passò poi, intorno al 1630, ai termometri riempiti di liquido, ma fu solo nel diciannovesimo secolo che venne stabilita una scala universale di temperature, sulla base di alcune temperature base (quella di fusione del ghiaccio e quella di ebollizione dell'acqua) da parte di D.G. Fahrenheit e A. Celsius. |
Il telescopio è stato uno degli strumenti più importanti
nella rivoluzione scientifica del 1600, ed ebbe un ruolo di primo piano
nell'affermarsi del sistema copernicano. Le proprietà che certi
oggetti trasparenti hanno di aumentare e ridurre le dimensioni delle immagini
erano note sin dall'antichità, ma solo alla fine del 1200 le lenti
si diffusero in Europa. Esse venivano utilizzate come occhiali, per correggere
i difetti della vista.
Anche se forse era già conosciuto in precedenza, il telescopio
comparve per la prima volta nel 1608 in Olanda, dove venne presentata richiesta
di brevetto da parte di H. Lipperhey e di J. Metius. Esso ingrandiva le
immagini di un fattore tre o quattro.
La notizia della sua invenzione si diffuse presto in tutta Europa,
dove venne costruito ed utilizzato nel 1609 da vari scienziati per le osservazioni
astronomiche. Galileo non fu dunque nè l'inventore del telescopio,
nè il primo ad usarlo per questo scopo, tuttavia fu lui che compì
le prime scoperte fondamentali di astronomia e che rese famoso lo strumento;
egli costruì un telescopio ad otto ingandimenti e lo presentò
al Senato di Venezia nell'agosto del 1609. Più tardi, con uno strumento
ancora più perfezionato, a 20 ingrandimenti, osservò la Luna
e scoprì i satelliti di Giove.
In seguito, altri studiosi costruirono strumenti altrettanto potenti
e compirono osservazioni indipendenti, come quelle dellemacchie
solari .
Copia di uno degli strumenti originali di
Galileo(Firenze, Museo di Storia della Scienza)
Un tipico telescopio galileiano, detto anche "cannocchiale", come quello
usato dallo scienziato per osservare i satelliti di Giove, è composto
da due tubi, infilati uno dentro l'altro e alle cui estremità sono
inserite due lenti: un obiettivo (cioè la lente che sta verso l'oggetto)
piano-convesso, con distanza
focale di 75-100 cm, e un oculare (la lente a cui si appoggia l'occhio)
piano-concavo con lunghezza focale di circa 5 cm. Il tubo dell'oculare
può essere aggiustato per la messa a fuoco.
La più antica illustrazione di un
telescopio che si conosca. Giovanbattista della Porta
la inserì in una lettera che scrisse nell'agosto 1609
Obiettivo del cannocchiale con
il quale Galileo scoprì i satelliti di
Giove (Firenze, Museo di Storia della Scienza)