Ricognizione del patrimonio storico moderno dell'Osservatorio Astronomico di Brera
Scheda no. 59

Numero di inventario:
59
Denominazione:
Microfotometro di Moll
Dimensioni:
70(w) ☓ 70(p) ☓ 40(h)
Costruttore:
Kipp & Zonen – Delft (Holland)
Collocazione attuale:
Merate, edificio del telescopio Zeiss, stanza strumentazione, prima porta a destra (505)
Fotografie:

Foto 1 Foto 2 Targhetta

Descrizione:
L'apparecchiatura completa comprendeva anche altri strumenti che sono stati ritrovati separatamente e che sono descritti in altre schede: la camera fotografica (trovata a Brera, scheda 81); la lampada (trovata in un locale del sottotetto, scheda 34) e il galvanometro (anch'esso trovato nel sottotetto, scheda 188).
Il Museo degli Strumenti dell'Astronomia dell'Osservatorio di Padova ha un microfotometro di Moll simile a questo.

Questo microfotometro è stato acquistato dopo che all'Osservatorio di Merate era in uso già da circa un ventennio il microfotometro Vocca (vedi scheda 60).

Note di Pietro Broglia.

Verso la metà degli anni '50, il direttore Francesco Zagar acquisì un microfotometro registratore costruito dalla ditta Kipp di Delft (Holland), tuttora esistente, e che rappresenta lo stadio finale nell'evoluzione dei microfotometri tipo Moll a registrazione fotografica. Una base molto solida porta un banco ottico che comprende una lampada con condensatore per illuminare una fenditura finemente regolabile in larghezza e altezza in base al potere risolvente dello spettrografo e della lastra. Un microscopio, con una lente ausiliaria mobile per gli aggiustamenti (dipendenti dallo spessore della lastra fotografica), focalizza l'immagine della fenditura sulla lastra fotografica. Il carrello portalastra, dotato di opportuni aggiustamenti, si muove in direzione normale all'asse ottico del microscopio, manualmente per un rapido posizionamento della zona dello spettro da esaminare, oppure grazie ad un motore durante la registrazione. Un secondo microscopio, coassiale al primo e dotato pure di lente di aggiustamento, ingrandisce la zona della lastra esplorata dal primo proiettandola su uno schermo bianco che reca al centro una seconda fenditura, pure regolabile. Si può così controllare l'esplorazione dello spettro, come col Vocca, e trasmettere solo la zona interessata dal pennello luminoso esplorante. Un terzo microscopio concentra sulla giunzione della termopila la luce trasmessa dalla seconda fenditura.

La corrente prodotta era misurata da un galvanometro Kipp Zonen di tipo Moll, a sospensione filare e a bassa inerzia (P = 0.2 sec.) pari al tempo di risposta della termopila, e sensibilità di 2 · 10-8 A/mm a 1 metro. La registrazione delle deflessioni del galvanometro è ottenuta inviando su un foglio di carta sensibile l'immagine di una fenditura illuminata da una lampada e riflessa dallo specchietto del galvanometro. Il foglio, lungo 40 cm e alto 12, è avvolto su un cilindro contenuto in una camera fotografica avente una sottile apertura d'ingresso, lunga 12 cm, seguita da una lente cilindrica, sulla quale scorre l'immagine suddetta. Il cilindro, collegato cinematicamente al portalastre, porta una serie di contatti tra loro equidistanti, che durante la sua rotazione accendono un flash che illumina tutta l'apertura della camera. Sulla registrazione si ha così una serie di linee di riferimento, normali alla dispersione dello spettro. Due sono i rapporti tra l'ampiezza della zona spettrale esplorata e la corrispondente registrazione: 1/4 ed 1/50. Nel microfotometro Vocca vi erano invece, inizialmente, ben 16 rapporti, compresi tra 1/4 ed 1/40. Quattro potenziometri posti sulla base del Kipp permettono di regolare le varie lampadine.

In seguito Aldo Kranjc sostituì la termocoppia con un fotomoltiplicatore RCA 931 e la registrazione fotografica con una su carta, utilizzando un registratore Philips. Oltre a offrire una deviazione utile di 25 cm il nuovo sistema risultò di uso molto più agevole.

A partire dagli anni '50 lo strumento viene usato intensamente da Margherita Hack, dai suoi allievi, Bruna Casati, Teresita Tamburini, Laura Pasinetti, Rosanna Faraggiana e da numerosi laureandi.

La raccolta di Cataloghi di strumenti scientifici nella biblioteca dell'Osservatorio Astronomico di Palermo contiene due cataloghi della ditta Kipp & Zonen (entrambi datati 1938) che contengono immagini e una descrizione di questo strumento (microfotometro di Moll tipo A1): un catalogo in italiano (alla pag. 14) e un catalogo in francese (pagg. 1 e seguenti), contenenti essenzialmente le stesse informazioni. Il testo italiano riporta:

MICROFOTOMETRO REGISTRATORE DI MOLL
per l'analisi di spettrogrammi

Un raggio luminoso, proveniente da una lampada ad incandescenza, cade, attraverso alla lastra fotografica da analizzare, su una termocoppia o su una pila termoelettrica. La corrente termoelettrica attraversa un galvanometro a bobina mobile, le cui deviazioni vengono registrate fotograficamente su un foglio di carta sensibile avvolta su un tamburo. Lo spostamento del porta-lastre e la rotazione simultanea del tamburo permettono di ottenere il diagramma dei dettagli dello spettro in esame. - Il tipo A1 é specialmente adatto per lavori di alta precisione. Tale apparecchio risolve i più fini dettagli dello spettro ed assicura un'alta precisione nella misura delle distanze delle linee. Inoltre quest'apparecchio ha una grande rapidità e permette di ottenere, in qualche minuto soltanto, la registrazione di uno spettro con centinaia di linee. L'errore della vite micrometrica che trasporta il carrello col porta-lastre, é minore di 0,001 mm. Lo spostamento della lastra é strettamente proporzionale alla rotazione del tamburo registratore. - Il tipo B é più semplice e specialmente adatto per l'esame di spettri le cui linee non siano troppo sottili, per es. gli spettri di raggi X e spettri di assorbimento di sostanze solide e liquide.

Stato di conservazione:
Mediocre.
Bibliografia:
Note:
Cercare il fotomoltiplicatore RCA 931 e il registratore Philips citati da Broglia. Aggiungere il galvanometro (trovato nel sottotetto).