Ricognizione del patrimonio storico moderno dell'Osservatorio Astronomico di Brera
Scheda no. 58

Numero di inventario:
58
Denominazione:
Misuratore di coordinate di Mioni
Dimensioni:
58(w) ☓ 52(p) ☓ 53(h)
Epoca:
attorno al 1930
Costruttore:
S. Mioni (Padova)
Collocazione attuale:
Merate, edificio del telescopio Zeiss, stanza strumentazione, prima porta a destra (505)
Fotografie attuali:

Foto 1 Targhetta Foto 3

Immagini d'archivio:
Foto 4
Descrizione:
Lo strumento porta una targhetta con la dicitura: S. MIONI / Officina R. Oss. Astronomico / Padova A. X.
L'archivio storico dell'Osservatorio contiene una foto d'epoca dello strumento (priva di data, ma verosimilmente risalente all'epoca dell'acquisizione).
Note di Pietro Broglia.

È uno strumento utilizzato nella misura di lastre fotografiche, in particolare riguardanti spettri, stelle doppie o campi stellari.

Tra gli apparecchi ausiliari acquistati appena messo in stazione il telescopio Zeiss vi era un misuratore di Troughton e Simms, capace di dare il micron. Fu utilizzato da G. Cecchini e G. B. Pacella in un programma di classificazioni spettrali per misurare le larghezze delle righe H e K di stelle di tipo A ed F. Lo strumento, ora perduto, è raffigurato in una cartolina color seppia della serie che illustrava la dotazione strumentale di Merate e di Brera alla fine degli anni '20.

In seguito, per misurare le lastre ottenute al telescopio Zeiss per determinare le parallassi trigonometriche di stelle deboli, l'Officina Mioni, associata all'Osservatorio di Padova, fornì il comparatore a due assi descritto in questa scheda. Lo strumento venne poi utilizzato nelle misure sia di velocità radiali di stelle sia di doppie fotografiche.

Una robusta struttura metallica porta le due guide su cui scorre il carrello portalastre (asse X). Questo sostiene le guide su cui si muove, ortogonalmente al primo, il carrello porta microscopio (asse Y). I carrelli sono azionati da due viti, lunghe circa 30 cm, con passo di 0.5 mm, che terminano con un tamburo di 10 cm di diametro. I tamburi sono suddivisi in 500 parti, in modo che si può leggere spostamenti di un micron, e con un nonio stimare il decimo di micron. Due contagiri posti presso i tamburi forniscono gli spostamenti in millimetri della lastra. Il carrello portalastre ha inoltre una struttura cilindrica che permette di ruotare la lastra fotografica nel suo piano e di posizionarla con la precisione di 0.5 primi d'arco.

L'immagine o la riga stellare è vista attraverso un microscopio. Un tamburo ad esso coassiale permette di mettere a fuoco l'immagine sul piano del reticolo di puntamento, che è visto dall'oculare. Il reticolo è formato da due fili di ragno fissi e paralleli agli assi X e Y, e da due fili mobili comandati da una vite micrometrica.

Nel corso della sua intensa utilizzazione la performance dello strumento fu controllata prima da G. Cecchini e successivamente da E. Krüger e L. Gratton, i quali determinarono le curve degli errori progressivi e periodici delle viti. Gli errori sono importanti specialmente nelle misure di velocità radiale, nelle quali viene utilizzato solo l'asse X, e la posizione di una riga stellare è riferita alle righe vicine a questa dello spettro del ferro fotografato a fianco dello spettro stellare. Poiché le curve degli errori progressivi e periodici dello strumento non erano costanti nel tempo, Krüger fece uno studio accurato dello strumento e ne individuò la causa nel comportamento irregolare dei cuscinetti su cui si appoggiava la testa delle viti. Il meccanico dell'Osservatorio Carlo Milani apportò allo strumento le necessarie modifiche.

Stato di conservazione:
Mediocre.
Bibliografia:
Riferimenti a inventari:
Note:
Sembra molto simile allo strumento della Askania riportato a pag. 22 di questo catalogo.
Cercare la cartolina color seppia di cui parla Broglia. Reperire bibliografia.