Ricognizione del patrimonio storico moderno dell'Osservatorio Astronomico di Brera
Scheda no. 60

Numero di inventario:
60
Denominazione:
Camera fotografica del microfotometro Vocca
Dimensioni:
15(d) ☓ 21.5(h)
Epoca:
1936
Collocazione attuale:
Merate, edificio del telescopio Zeiss, stanza strumentazione, prima porta a destra (505)
Fotografie attuali:

Foto 1 Foto 2

Immagini d'archivio:
Foto 3
Descrizione:
Questa camera e la lampada (descritta alla scheda 236) sono gli unici pezzi rimasti del microfotometro Vocca; tutto il resto dello strumento è perduto [fonte: Pietro Broglia].

L'archivio storico dell'Osservatorio contiene una foto d'epoca dello strumento completo (priva di data, ma verosimilmente risalente all'epoca della costruzione) in cui si vede il punto in cui era montata la camera fotografica.

Note di Pietro Broglia.

All'inizio degli anni '30 a Merate erano già stati fotografati gli spettri di circa 1300 stelle dei tipi B, A, F al fine di determinarne le parallassi spettroscopiche. A tale scopo occorreva innanzitutto stabilire per ogni classe spettrale dei criteri quantitativi di luminosità assoluta analizzando lo spettro di alcune stelle di nota magnitudine assoluta. Il confronto di uno spettro con quello di stelle campione avrebbe permesso una determinazione della classe di luminosità molto più precisa di quella ottenuta con una semplice stima visuale dello spettro con la quale, ironizzava il direttore E. Bianchi, si riportavano nella letteratura valori di parallassi anche con tre decimali di secondo d'arco.

L'analisi quantitativa di uno spettro richiede, appunto, una misura della variazione di trasparenza della sua immagine fotografica, il che si ottiene studiandone il tracciato ottenuto con un microfotometro registratore. Resosi conto dei pregi e dei difetti di alcuni microfotometri esistenti in istituti italiani ed esteri, Bianchi optò per il tipo Moll (con termopila e microgalvanometro), non scartando la possibilità di sostituire la termopila con una fotocellula abbastanza sensibile da non richiedere l'uso di un amplificatore. Vi erano fondati motivi economici: il costo per la costruzione della cupola per il riflettore ad opera della ditta Bombelli era risultato molto inferiore a quanto richiesto dalla ditta Zeiss ed era inoltre in corso la politica "autarchica" per liberare la nazione dalla dipendenza dall'estero nel campo industriale. Inoltre occorreva disporre di uno strumento che rispondesse pienamente alle esigenze emerse durante una serie di prove di laboratorio. Pertanto Bianchi fece costruire un microfotometro registratore nell'officina di Brera dal tecnico Carlo Milani, su progetto dell'astronomo Ing. Paolo Vocca.

Con questo strumento alla fine del '36 Emilio Krüger aveva già registrato circa 6000 spettri nell'ambito del programma per la determinazione di parallassi spettroscopiche.

Il microfotometro, utilizzato fino agli anni '40, fu via via modificato, in particolare quando alle ricerche statistiche sulle parallassi spettroscopiche seguirono studi più dettagliati sulle stelle novae. Dell'aspetto tecnologico dello strumento si occupò in seguito principalmente Krüger. Questi, durante un soggiorno nel '49-'50 al Mt. Wilson and Palomar Observatories, modificò profondamente un microfotometro esistente al CalTech in Pasadena per adattarlo allo studio di una serie di spettri di novae ivi esistenti. In particolare egli ne costruì l'elettronica e il sistema di registrazion, in modo da poter misurare debolissime trasparenze nelle lastre, fino a 0.0003, quali si incontrano nelle fotografie delle intensissime righe di emissione delle novae.

Il microfotometro Vocca è ora andato disperso, salvo qualche parte minore (cellula Phonopress Pressler, camera a forma di cilindro per la carta fotografica per la registrazione dello spettro).

Stato di conservazione:
Cattivo.
Bibliografia:
Note:
Cercare il curriculum vitae di Krüger.