I telescopi della nuova generazione


Nel corso degli anni '70 i maggiori telescopi ottici cominciarono a mostrare dei limiti. Anche se si fosse potuto costruire buoni specchi più grandi di quelli esistenti, non si sarebbero potuti correggere gli effetti dannosi della turbolenza atmosferica, che quindi li avrebbe resi inutili.
 

A sinistra vediamo un'immagine del New Technology Telescope, eretto dall'European Southern Observatory a La Silla, in Cile. Pur non avendo uno specchio enorme (3,5 m di diametro), è stato il primo grande strumento operativo dotato di ottica adattiva. Con questa tecnica l'immagine di una stella viene riportata quasi alla stessa purezza che avrebbe fuori dall'atmosfera. A destra, il telescopio Keck I installato sulla cima di un vulcano spento alle isole Hawaii. E' stato il primo grande strumento a tasselli; il suo specchio principale è composto da 36 specchi esagonali adiacenti da 1,8 m di diametro, che concentrano la luce di una singola immagine come farebbe un unico specchio da 8 metri di diametro. Recentemente un secondo esemplare è stato eretto vicino al primo.

Questi problemi furono superati con telescopi del tutto nuovi, che sfruttavano tecniche mai adoperate prima. I telescopi dell'ultima generazione hanno grandi specchi molto sottili (da 3 a 8 metri di diametro, ma solo qualche decimetro di spessore) che si deformano continuamente sotto la spinta di molti attuatori. Queste ottiche adattive compensano ogni millisecondo le onde dell'atmosfera e permettono di scorgere dettagli molto più fini dei corpi celesti.


B,B&B-1995