I telescopi spaziali


Noi osserviamo il cielo come se ci trovassimo sul fondo di una piscina. Onde e ondine ci disturberebbero la visione fuori dall'acqua. L'atmosfera produce simili effetti, parimenti dannosi se si osserva ad alto ingrandimento. L'atmosfera terrestre assorbe inoltre molti tipi di radiazioni elettromagnetiche al di fuori del dominio visuale. Per ovviare a ciò gli astronomi hanno montato dei telescopi automatici su satelliti artificiali o sonde comandate da terra.
 
 

A sinistra, la sonda Magellan lanciata nel 1989 e giunta in orbita venusiana nell'agosto 1990. Per mezzo di radar ad apertura sintetica essa ha disegnato la mappa quasi completa della superficie di Venere, penetrando la densa coltre di nubi che avvolge il pianeta. A destra, il Telescopio Spaziale Hubble (HST) mentre viene posto in orbita terrestre da una navetta spaziale, il 24 aprile 1990. Malgrado alcuni problemi ottici iniziali, poi brillantemente risolti, con il suo specchio da 2,5 m di diametro ha registrato e inviato a terra immagini di corpi celesti molto più dettagliate di qualsiasi precedente osservazione.

Un altro insostituibile vantaggio delle sonde spaziali è quello di poter avvicinarsi a corpi celesti del sistema solare. Le riprese ravvicinate delle sonde automatiche ci hanno permesso di esplorare in dettaglio quasi tutti i pianeti del sistema e, in qualche caso, di arrivare sulla loro superficie.


B,B&B-1995