Strumenti rivelatori e registratori.


Da molto tempo gli astronomi non osservano più accostando l'occhio al telescopio perché hanno a disposizione strumenti di misura immensamente più sensibili e precisi. Si tratta di rivelatori e registratori elettronici che vengono posti al fuoco del telescopio e ivi operano come dei "sensi" potenziati.
 
 

A sinistra vediamo un moderno esemplare di fotometro fotoelettrico, strumento che misura la luce di una sorgente celeste. Si tratta del fotometro a molti canali installato al telescopio da 1 m di diametro dell'European Southern Observatory in Cile. A destra sono raffigurati alcuni chip di camere CCD, che registrano immagini di campi celesti con una sensibilità molto maggiore di qualsiasi emulsione fotografica. Queste camere sono costituite da un reticolo di molti microscopici diodi ognuno dei quali rappresenta un elemento dell'immagine (pixel) che di volta in volta viene inquadrata.

Con questi strumenti l'astronomo "vede" oggetti celesti estremamente deboli ed esplora l'Universo a distanze di molti miliardi di anni-luce. Egli può scrutare minutissimi dettagli dei corpi celesti vicini, come i pianeti. Con gli attuali rivelatori si potrebbe scorgere nel buio la luce di una candela lontana un miliardo di chilometri e percepire ancora il tremolio della sua fiammella.


B,B&B-1995