I telescopi per osservazioni solari


Una delle maggiori precauzioni da seguire, se si vuole osservare il Sole con un telescopio, è di non porre l'occhio direttamente nell'oculare, pena il danneggiamento della vista. Anticamente gli astronomi usavano porre un foglio bianco nel piano focale dello strumento, in modo da poter osservare senza pericolo l'immagine proiettata del disco solare. In questo modo vennero compiute le prime osservazioni telescopiche del Sole e delle macchie solari da Galileo, Scheiner, Cassini e molti altri.
 
 

Il dipinto a sinistra, realizzato da Donato Creti nel 1711 sotto la guida di Eustachio Manfredi, raffigura alcuni astronomi che osservano le macchie solari proiettate su di un foglio attraverso uno dei lunghi cannocchiali della Specola di Bologna. A destra, tre moderne torri solari dell'Osservatorio Teide nell'isola di Tenerife, alle Canarie.

Con l'evoluzione dei telescopi a specchio si svilupparono strumenti come le torri solari, composte da un'eliostata, consistente in uno specchio piano ruotante, in modo da seguire il moto apparente del Sole in cielo e in grado di riflettere i raggi solari verso un secondo specchio fisso, che concentra l'immagine del Sole negli strumenti di osservazione. Particolari strumenti permettono l'osservazione dell'atmosfera, della cromosfera e della corona solare. Tra le maggiori torri solari si ricorda quella del telescopio McMath, sul Kitt Peak in Arizona, composto da un'eliostata da 200 cm di diametro e 90 m di lunghezza focale e da uno specchio fisso da 152 cm.


B,B&B-1995