I telescopi riflettori
La soluzione proposta nella prima metà del Seicento di utilizzare
specchi
al posto delle lenti come obiettivi per i telescopi offriva i vantaggi
di ottenere molti ingrandimenti con strumenti piccoli e compatti,
di avere immagini luminose e nitide, di eliminare l'aberrazione
cromatica dovuta alla rifrazione e di eliminare l'aberrazione sferica
utilizzando superfici riflettenti non sferiche. La realizzazione di
questi nuovi sistemi ottici si sarebbe sviluppata nei due secoli successivi,
fino a giungere a rimpiazzare completamente i telescopi rifrattori quando
gli specchi metallici vennero sostituiti con specchi in vetro o in ceramica,
opportunamente alluminati o argentati sulla superficie anteriore.
Da quando, alla fine dell'Ottocento, Foucault scoprì come argentare
uno specchio di vetro e si svilupparono tecniche di lavorazione dei vetri
e delle loro loro superfici sempre più perfezionate, sono aumentate
le dimensioni e le prestazioni dei telescopi riflettori. Dal telescopio
di Lord Rosse del 1840 - il cosiddetto Colosso di Parsontown da
180 cm di diametro - si è passati al 250 cm di Mount Wilson, al
300 cm del Lick Observatory su Mount Hamilton, al 500 cm di Mount Palomar
e al 600 cm sovietico sul Caucaso. In Italia i maggiori telescopi riflettori
sono il 180 cm di Asiago ed il 150 cm di Loiano; è in fase di avanzata
realizzazione la costruzione del Telescopio Nazionale Galileo da
350 cm alle Isole Canarie.
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