I telescopi riflettori


La soluzione proposta nella prima metà del Seicento di utilizzare specchi al posto delle lenti come obiettivi per i telescopi offriva i vantaggi di ottenere molti ingrandimenti con strumenti piccoli e compatti, di avere immagini luminose e nitide, di eliminare l'aberrazione cromatica dovuta alla rifrazione e di eliminare l'aberrazione sferica utilizzando superfici riflettenti non sferiche. La realizzazione di questi nuovi sistemi ottici si sarebbe sviluppata nei due secoli successivi, fino a giungere a rimpiazzare completamente i telescopi rifrattori quando gli specchi metallici vennero sostituiti con specchi in vetro o in ceramica, opportunamente alluminati o argentati sulla superficie anteriore.
 

Il confronto tra il telescopio riflettore realizzato da Newton nel 1671 (a sinistra) ed il telescopio Hale da 5 m di diametro, installato nel 1948 sul Monte Palomar (nel disegno a destra), illustra in modo estremamente esplicito il progresso della tecnologia astronomica. Tra questi due telescopi si può situare la storia di gran parte della nostra comprensione dell'Universo. (Foto Royal Society e California Institute of Technology)

Da quando, alla fine dell'Ottocento, Foucault scoprì come argentare uno specchio di vetro e si svilupparono tecniche di lavorazione dei vetri e delle loro loro superfici sempre più perfezionate, sono aumentate le dimensioni e le prestazioni dei telescopi riflettori. Dal telescopio di Lord Rosse del 1840 - il cosiddetto Colosso di Parsontown da 180 cm di diametro - si è passati al 250 cm di Mount Wilson, al 300 cm del Lick Observatory su Mount Hamilton, al 500 cm di Mount Palomar e al 600 cm sovietico sul Caucaso. In Italia i maggiori telescopi riflettori sono il 180 cm di Asiago ed il 150 cm di Loiano; è in fase di avanzata realizzazione la costruzione del Telescopio Nazionale Galileo da 350 cm alle Isole Canarie.
 


B,B&B-1995