I telescopi rifrattori


Fino dal XIII secolo era noto l'uso di pezzi di vetro, chiamati vetri lenticchie o lenti, per correggere la presbiopia. Tuttavia, è solo all'inizio del Seicento che occhialai olandesi realizzano un sistema - obiettivo con lente convergente e oculare con lente divergente - per vedere oggetti lontani. È , infine, Galileo Galilei, in una notte del 1609, il primo a volgere il cannocchiale al cielo e a dare inizio ad una nuova, fondamentale avventura della conoscenza. I primi telescopi, in cui l'oculare divergente era stato sostituito da uno convergente, erano soggetti ad un difetto, l'aberrazione cromatica, l'impossibilità , cioè , di concentrare nello stesso punto, sul piano focale dell'obiettivo, radiazioni di colori diversi. Solo a metà del Settecento si trovò il modo di correggere questo difetto, utilizzando obiettivi composti da due lenti fatte di paste vitree diverse.
 

A sinistra, in una stampa del 1728 (F. Bianchini, " Hesperi et Phosphori Nova Phaenomena" ) è illustrato il sistema di impiego dei grandi telescopi aerei realizzati con lunghe focali per ridurre i problemi derivanti dall'aberrazione cromatica. Le lenti di questi strumenti avevano diametri di una decina di centimetri al massimo, per la difficoltà di fabbricare vetri più grandi di buona qualità .
A destra, il telescopio con obiettivo da 100 cm di diametro di Yerkes, il più grande rifrattore del mondo.

Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, grazie alla nuova tecnica e ai miglioramenti introdotti nella lavorazione del vetro da Joseph von Fraunhofer si riuscirono a costruire telescopi con prestazioni sempre migliori, dal riflettore Dorpat da 24 cm fino ai grandi rifrattori da 74 cm dell'Osservatorio di Nizza, da 91 cm dell'Osservatorio del Lick e da 100 cm dell'Osservatorio di Yerkes.
 


B,B&B-1995