Strumenti per misure di coordinate


L'evoluzione degli antichi strumenti, muniti di mire ottiche, per misurare le posizioni degli astri portò alla realizzazione di una strumentazione che, tra il Seicento e l'Ottocento, fornì una enorme quantità di dati all'astronomia, permettendole di dimostrare la realtà del sistema eliocentrico e di fondare le basi della meccanica celeste. La comprensione e la descrizione dell'accuratezza e dell'abilità con cui gli artigiani, prima, realizzeranno le scale graduate dei grandi quadranti murali e le fabbriche di strumenti, poi, costruiranno le parti meccaniche dei circoli meridiani e dei teodoliti, rappresentano uno dei capitoli più interessanti della storia della tecnologia, non solo astronomica.
 
A sinistra, il settecentesco quadrante murale realizzato dal francese Canivet per l'Osservatorio di Brera.
A destra, l'astrolabio impersonale di Danjon dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari.
Le due immagini mettono a confronto il modo in cui si sono evoluti in due secoli gli strumenti per misure di coordinate: si è passati da una precisione di alcuni secondi d'arco ad una inferiore ai centesimi di secondo d'arco.

Lo strumento principe per le misure di coordinate era il cerchio meridiano, costituito da un cannocchiale poggiato su stabili pilastri ed in grado di ruotare solo nella direzione dell'elevazione.
La misura delle coordinate veniva effettuata determinando l'istante di passaggio della stella sul reticolo del cannocchiale e leggendone l'elevazione sul grande cerchio graduato solidale con il cannocchiale.
Oggi la possibilità di utilizzare telescopi spaziali appositamente realizzati, come Hipparcos, ha reso completamente sorpassato questo tipo di strumenti.
 


B,B&B-1995