Strumenti pre-telescopici


Come la stessa scienza, anche gli strumenti scientifici nascono da pratiche di vita quotidiana. L'osservazione del Sole e degli astri serviva soprattutto a misurare il trascorrere del tempo, per cui i primi strumenti usati per questo scopo risalgono ad epoche remote. Così la balestriglia deriva da un normale bastone da contadino o da viandante, a cui veniva accostata una rozza traversa per misurare angoli o distanze, mentre i soldati usavano le loro lance. Da questo primo strumento derivano, con svariate modifiche, la maggior parte degli strumenti utilizzati fino all'invenzione del cannocchiale, come il triquerto, il torqueto ed il quadrante. Quest'ultimo fu portato al suo massimo sviluppo, nel Cinquecento, dall'astronomo danese Tycho Brahe.
 

A sinistra, nel frontespizio dell' " Introductio geographica Petri Apiani" di J. Werner del 1533, è illustrato l'insegnamento dell'uso della balestriglia ad un marinaio, oltre a varie applicazioni dello strumento alla topografia.
A destra, astrolabio moresco della fine del XIII secolo, attribuito all'astronomo arabo Ibn Baso padre. (Museo della Specola, Bologna. Foto R. Grandi) L'astrolabio, sviluppato dagli arabi da idee greche, rappresentava la proiezione della volta celeste nel piano ed era uno strumento indispensabile all'astronomo, al topografo e al navigante.

L'osservazione con questo tipo di strumenti si effettuava traguardando un astro attraverso le mire ottiche. Sul lembo del quadrante o sul bordo dell'astrolabio si leggeva la distanza in gradi rispetto ad un altro oggetto celeste o ad un riferimento fisso sull'orizzonte. Si potevano, così , misurare le coordinate di un astro in cielo o la posizione di un oggetto in terra.
 


B,B&B-1995