GLI AMMASSI DI STELLE

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Come abbiamo visto le stelle tendono a formarsi in gruppi. In molti casi, se non sempre, le stelle si formano in ammassi. Si tratta di un fenomeno legato alla fisica stessa della formazione stellare. Dal punto di vista osservativo si osservano amassi di varia dimensione e morfologia, dai più piccoli ammassi aperti o galattici con poche decine di membri ai maestosi ammassi globulari, con milioni di stelle: il vero punto di congiunzione fra gli ammassi stellari e le galassie.
 
M7 è uno  degli ammassi aperti più noti. L'ammasso è dominato da stelle brillanti blu che possono essere viste ad occhio nudo nella coda della costellazione dello Scorpione. M7 contiene circa 100 stelle in totale ed ha un'età di circa 200 milioni di anni. É grande grossomodo 25 anni luce ed è ad una distanza di circa 1000 anni luce (N. A. Sharp, REU Program, AURA, NOAO, NSF).
L'ammasso globulare M10. Questa immagine a colori mostra un gran numero di stelle brillanti giallo-rosse: si tratta di stelle che hanno esaurito l'idrogeno nel loro nucleo e stanno producendo l'energia necessaria al loro sostentamento con la fusione dell'idrogeno in gusci esterni. Le stelle brillanti blu sono invece stelle di braccio orizzontale, caratterizzate dalla fusione nucleare dell'elio nel nucleo. Si vedono, molto deboli, anche un gran numero di stelle di sequenza principale (Till Credner, Sven Kohle; Bonn University). 

L'enorme importanza degli ammassi stellari per gli studi di evoluzione stellare è dovuto al fatto che essi mettono a disposizione un campione di stelle con età, composizione chimica e distanza simili. Questo permette di verificare i modelli con grande precisione statistica.
In tempi recenti si è anche intensamente sviluppata una notevole attività osservativa in bande non ottiche come i raggi X. Questo ha permesso lo studio di processi fisici fino su campioni di stelle fino ad ora mai studiati.
 
 
 
L'ammasso NGC 3603 è a circa 20000 anni luce dal Sole. Risiede nel braccio a spirale della Via Lattea della Carena. L'immagine è stata ottenuta con il satellite a raggi X Chandra (NASA).
Lo stesso ammasso, NGC 3603, visto alle lunghezze d'onda ottiche. Si tratta di un ammasso molto giovane, con alcune stelle vicine alla fine della loro vita evolutiva e forse in procinto di esplodere come supernova (ISAAC, 8.2-meter VLT ANTU, ESO).