1711 |
18
mar. |
Ruggiero Giuseppe Boscovich nasce a Ragusa
(attuale Dubrovnik) da Nicholas Boscovich e da Paola
Bettera, di origine italiana. |
1720 |
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Compie i
primi studi a Ragusa, presso il locale collegio gesuitico (Collegium
Ragusinum). Lo frequenterà fino al 1725. |
1725 |
16 sett. |
Lascia
Ragusa per continuare gli studi a Roma, presso i Gesuiti. |
31 ott. |
Inizia il
noviziato in S. Andrea delle Fratte, sul Quirinale. Il noviziato terminerà nel 1727. |
1727 |
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Presi i
primi voti di gesuita, comincia
lo studio presso il Collegium Romanum. Il primo biennio è
dedicato alla Retorica e alle lingue classiche. |
1729 |
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Dopo lo
studio della filosofia aristotelica segue le lezioni che
Carlo Noceti dedica alla lettura del proprio
De Iride, poema filosofico in esametri contenente
numerose osservazioni fisiche e astronomiche in versi. |
1730 |
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Si dedica
alla fisica astronomica e studia matematica sotto la direzione di Orazio Borgondio. |
1732 |
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Inizia
l'attività di insegnamento presso la scuola secondaria del Collegium Romanum;
l'anno successivo, per problemi di salute, viene inviato a
Fermo, sull'Adriatico, dove può curarsi e (dal 1734 al 1736)
insegnare
humanae litterae
presso l’omonimo collegio. |
1735 |
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Pubblica
i suoi primi Carmina. Sull'esempio di Noceti,
inserisce nei poemetti osservazioni fisiche e astronomiche.
Fa ritorno al Collegium Romanum, dove recita pubblicamente i
primi trecento versi del suo De Solis ac Lunae Defectibus. |
1737 |
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Studio
della teologia e preparazione all'ordinazione sacerdotale.
Si tratta di anni di intensa applicazione alle scienze: nel
1737 osserva il transito di Mercurio, pubblicando poi la
dissertazione De Mercurii novissimo infra solem transitu.
Negli anni successivi seguono altre dissertazioni:
sull'aurora boreale, sulle applicazioni del telescopio,
sulla forma della Terra. |
1740 |
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Ancor
prima di terminare gli studi di Teologia gli viene assegnata
la cattedra di Matematica presso il Collegium Romanum,
lasciata vacante da Borgondio. La terrà fino al 1760. Pubblica la dissertazione
De novo Telescopii usu ad objecta coelestia determinanda,
che sarà ripubblicata negli Acta Eruditorum di Lipsia dello
stesso anno. |
1742 |
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Dopo una
serie di cedimenti strutturali verificatisi nella cupola
della basilica di San Pietro, papa Benedetto
xiv istituisce
una commissione di esperti per lo studio delle cause di
debolezza nella cupola, formata da tre matematici di alta
reputazione: i «minimi» francesi Thomas Le Seur e François
Jacquier, e Ruggiero Boscovich. Quest’ultimo, in
particolare, pur sottolineando che la struttura pare
sufficientemente solida, consiglia di rinforzarla con una
serie di anelli di ferro. La proposta viene accettata. |
1744 |
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Boscovich
completa gli studi di Teologia e, presi i voti sacerdotali, diventa membro a pieno titolo della Compagnia di Gesù. Tra
il 1735 – anno della sua prima pubblicazione – e il
completamento del cursus studiorum ha già scritto ventidue opere.
Ancora nel 1744 viene eletto membro della Accademia degli Arcadi, dove
assume lo pseudonimo di Numenio Anigreo (da Numenio di
Apamea, platonico e pitagorico vissuto nella seconda metà
del ii secolo) |
1747 |
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A più
riprese, recita presso l’Accademia i poemi di Carlo Noceti,
da poco pubblicati, De Aurora Borealis e De Iride,
a cui aggiunge un ricco apparato di note dove si confronta
con Newton, Torricelli, Bradley e Halley. |
1749 |
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Papa
Benedetto xiv
commissiona a Ruggiero Boscovich e Christopher Maire la
misurazione di un arco di meridiano e la preparazione di una
nuova carta geografica dello Stato Pontificio. Le
misurazioni dell’arco di meridiano passante per il Papato
termineranno nel 1752, mentre il rapporto del lavoro,
completo della carta geografica, verrà pubblicato nel 1755. |
1754 |
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Grazie al
matematico francese
Charles-Marie
de La Condamine, in visita a Roma, Boscovich conosce
Etienne François de Stainville (che dal 1760
sarà pari di
Francia e duca di Choiseul), da poco nominato ambasciatore
francese presso il Vaticano e futuro ministro per gli affari
esteri di Luigi xv. |
1756 |
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Viene
chiamato in qualità di esperto di idrologia dalla Repubblica
di Lucca per dirimere una disputa sul possesso di corsi
d’acqua confinanti tra la medesima repubblica e il
Granducato di Toscana, governato da Francesco di Lorena
(marito di Maria Teresa d’Austria). |