Il paradosso di OlbersGuardando il cielo notturno, vediamo un'immensa distesa buia,
punteggiata qua e là di stelle e nebulose. Tutto questo non ha mai sorpreso nessuno, fino
a quando, nel 1823, l'astronomo tedesco Olbers formulò quello che prese il nome di
"paradosso di Olbers". Osserva infatti il disegno: supponi che le stelle siano distribuite uniformemente in "strati", concentrici, con la stessa densità ovunque. Prendi due sfere di raggio R1 e R2. Nella superficie A1 ci saranno N1 stelle, mentre in A2 ce ne saranno N2, inoltre N1/N2 = A1/A2 cioè il numero di stelle entro un settore sferico è, proporzionale all'area del settore stesso.
La sua luminosità apparente è proporzionale a 1/R2, dove R
è la sua distanza. In definitiva, la luminosità totale apparente di tutte le stelle che
si trovano lungo la sfera di raggio R1 è da ognuna di queste sfere ci arriva Se l'universo fosse popolato uniformemente di stelle, la loro luce si sommerebbe e noi vedremmo in ogni punto una luminosità addirittura infinita. Last modified: Dec 15, 1997 |