Radiointerferometri a lunghissima base


Se le antenne dei radiointerferometri vengono poste non a metri, ma a molti chilometri di distanza, il loro potere risolutivo diventa ancora più grande. Certe schiere di antenne distano tra loro quasi quanto il diametro terrestre, e già si progettano sistemi di antenne lanciate nello spazio lungo l'orbita terrestre. Attualmente con tali strumenti si possono distinguere dettagli mille volte più minuti di quelli che si osservano nelle migliori riprese fotografiche eseguite dai normali telescopi ottici.
 

A sinistra, la grande antenna parabolica dell'Istituto di Radioastronomia del CNR, installata a Medicina, presso Bologna. Lo strumento fa parte di una rete europea (European Very Long Baseline Interferometry Network, EVN)che comprende numerosi radiotelescopi fra cui un'altra antenna italiana, a Noto (Siracusa).
A destra, un esempio dei risultati di queste osservazioni collettive. Al centro della radiosorgente Cygnus A, costituita dai due grandi lobi laterali già osservati con radiotelescopi singoli, il VLBI ha potuto distinguere due componenti distanti appena qualche millesimo di secondo d'arco.


B,B&B-1995