Il 21 Marzo, equinozio di primavera, segna l'inizio
della stagione primaverile:
uno sguardo al cielo per scoprire le costellazioni
principali di questa stagione ed i miti e leggende
legati ad essa.
Perchè ci sono le stagioni?:
Che cos'é l'Equinozio di Primavera?:
Il termine ``equinozio'' deriva dal latino ``equa nox'' ovvero
``notte uguale'', in quanto in corrispondenza degli equinozi la lunghezza del
giorno é uguale a quella della notte ovvero 12 ore per tutte le
localitá della Terra.
Come abbiamo appena visto il piano equatoriale celeste
(prolungamento del piano equatoriale terrestre) é inclinato di 23 gradi
e mezzo sul piano dell'eclittica (piano immaginario in cui giacciono
il Sole e le orbite di tutti i pianeti tranne Plutone).
Il Sole, quindi, nel suo moto annuo apparente lungo
l'eclittica interseca in due punti l'equatore celeste.
Si chiama ``equinozio di primavera'' o ``Punto Gamma ()'' o ``nodo ascendente''
o ``Punto d'Ariete'' il punto d'intersezione tra l'eclittica e l'equatore celeste
in cui il Sole passa dall'emisfero australe a quello boreale (cioé il
Sole appare salire a nord dell'equatore celeste) . Si chiama
``equinozio d'autunno'' o ``Punto Omega (
)'' o ``nodo discendente'' o ``primo punto
della Libra'' il punto
d'intersezione tra l'eclittica e l'equatore celeste in
cui il Sole passa dall'emisfero boreale a quello australe (cioé il Sole
appare scendere a sud dell'equatore celeste).
In questi due giorni l'arco diurno del Sole coincide con l'equatore
celeste ed é lungo quanto l'arco notturno.
In tali giorni il Sole sorge nel punto di vero Est e tramonta nel punto di
vero Ovest e il confine geografico tra notte e
giorno é parallelo ai meridiani.
In tutti gli altri giorni dell'anno il Sole sorge a Nord-Est (estate) o
a Sud-Est (inverno) e il confine geografico tra notte e giorno non é
parallelo ai meridiani.
L'equinozio di primavera (20 o 21 marzo) é l'inizio della primavera
astronomica e da qui il giorno inizia a superare la notte in durata.
All'equinozio di primavera succedono alcune cose particolari ed interessanti
in varie parti della Terra: all'equatore il Sole si troverá esattamente
allo Zenit (= punto posto sulla verticale dell'osservatore) a mezzogiorno;
al Polo Nord il Sole si troverá appena sopra l'orizzonte e sorge per non
tramontare piú fino al successivo equinozio d'autunno; al Polo Sud,
viceversa, il Sole tramonta per non risorgere per sei mesi.
Ai Poli si hanno cioé 6 mesi di giorno e 6 mesi di notte alternativamente
a partire dagli equinozi.
Per un osservatore posto a 45 gradi (cioé alle nostre latitudini)
il Sole si troverá ad un'altezza sull'orizzonte di 45 gradi.
L'equinozio di primavera insieme alla Luna determinano la Pasqua cristiana
che cade la prima domenica successiva al plenilunio che segue l'equinozio di primavera.
In questo calcolo si usa il meridiano di Gerusalemme, luogo della morte e risurrezione di
Cristo.
Questa regola venne stabilita nel primo concilio di Nicea (325) per dare unitá a tutte le
chiese del mondo.
Va comunque detto che, per varie ragioni, la data astronomica esatta dell'equinozio varia da
un anno all'altro e nel corso dei secoli (precessione degli equinozi).
Quindi questa festivitá non ha una data ben precisa come altre ricorrenze: di
sicuro si sa solamente che cade di domenica tra il 22 marzo ed il 25 aprile inclusi.
Una volta stabilita la data della Pasqua si procede a ritroso per determinare la durata
della Quaresima e la collocazione sul calendario del Carnevale e del Mercoledí
delle Ceneri.
Che cos'é la precessione degli equinozi:
É il lento scorrimento, in senso orario, sull'eclittica dei due equinozi
(punto Gamma e punto Omega) cioé delle due intersezioni dell'eclittica
con l'equatore celeste. Questo spostamento é di circa 50 secondi d'arco
all'anno. La causa di questo scorrimento é da ricercarsi nei seguenti due motivi:
(1) a causa della rotazione terrestre la Terra non si presenta come una sfera
perfetta ma presenta un piccolo rigonfiamento all'equatore mentre i poli risultano
schiacciati.
La massima deviazione dalla forma sferica é di soli 15 km, ovvero lo 0.2% del
raggio della sfera Terra;
(2) il piano equatoriale é inclinato di 23 gradi e mezzo rispetto
al piano dell'eclittica (analogamente l'asse terrestre é inclinato
di 23 gradi e mezzo rispetto all'asse dell'eclittica);
la conseguenza é che l'attrazione gravitazionale della Luna e in minor misura del
Sole e dei pianeti sul rigonfiamento equatoriale tende a modificare la direzione
dell'asse di rotazione terrestre: se la Terra fosse ferma la forza esercitata
tenderebbe ad orientare l'asse terrestre perpendicolarmente all'eclittica cioé a far
coincidere l'equatore celeste con l'eclittica.
Ma l'effetto della rotazione terrestre forza l'asse terrestre
a descrivere, in senso orario, la superficie
di un cono in poco piú di 26.000 anni: l'asse del cono é perpendicolare al piano
dell'eclittica e l'apertura é pari a 23 gradi e mezzo.
La conseguenza di tutto ció é un lento scorrimento in senso orario dei due equinozi
sull'eclittica e contemporaneamente i Poli celesti si muovono rispetto alle stelle fisse
descrivendo due piccoli coni attorno all'asse dell'eclittica.
La precessione degli equinozi non ha praticamente alcun effetto sul pianeta Terra,
in quanto lascia invariata l'inclinazione del piano equatoriale rispetto a quello
dell'eclittica, da cui dipende l'ampiezza della variazione stagionale dell'inclinazione dei
raggi solari, che scaldano il suolo terrestre.
La manifestazione piú evidente della
precessione é lo spostamento del Polo Nord Celeste tra le stelle e quindi
l'avvicendamento, nel tempo, delle stelle polari, cioé delle stelle luminose
che, di volta in volta, risultano piú vicine ad esso. All'epoca presente il
Polo Nord Celeste sta gradualmente avvicinandosi alla stella UMi (stella Polare)
nella costellazione dell'Orsa Minore (vedi capitolo relativo) da cui dista oggi circa 45
minuti d'arco. Nel corso degli anni futuri questa distanza diminuirá fino a 27 minuto d'arco
attorno al 2100 per poi crescere di nuovo. Tra 11.000 anni la stella polare sará
la brillante Vega (nella costellazione della Lira) mentre 2500 anni fa era la
UMi.
L'altra conseguenza é legata allo spostamento con il passare degli anni dei due equinozi
sull'eclittica: all'epoca di Ipparco (II secolo a.C.) l'equinozio di primavera era in Ariete,
all'epoca presente é nella costellazione dei Pesci e si va avvicinando a quella
dell'Acquario.
Questo spostamento ha come risultato la modifica, nel tempo, della posizione delle stelle
rispetto ai due equinozi. Infatti poiché l'equatore celeste insieme
all'equinozio di primavera determinano le coordinate equatoriali assolute
di un astro (simili alla longitudine e alla latitudine terrestre dove il
ruolo dell'equinozio di primavera é quello del meridiano di Greenwich)
queste si modificheranno nel corso degli anni. Quindi queste coordinate sono
date riferendosi ad un anno ben preciso.
Cosa sono le costellazioni:
Con il termine ``costellazione'' si indica un raggruppamento convenzionale
di stelle in cielo riunite a formare le figure di eroi mitologici o
di strani esseri od oggetti.
Le nostre costellazioni si fondono per lo più su quelle dei greci, ma a
volte hanno origini ancora più antiche.
Questi raggruppamenti puramente visivi non hanno alcun significato fisico
nel senso che le stelle di una costellazione non hanno alcun legame tra di loro
anzi, spesso, sono molto lontane tra loro, ma ci appaiono tra di loro vicine
nel cielo soltanto per un effetto prospettico.
Nel 1933 l'Unione Astronomica Internazionale ha fissato il numero di costellazioni in
88, suddividendo la sfera celeste in 88 aree con confini ben determinati, all'interno
delle quali le stelle o gli oggetti presenti appartengono ad una ben precisa
costellazione.
In questo modo le costellazioni formano un sistema che ci permette di
identificare le stelle sulla volta celeste.
Le costellazioni sono caratterizate da nomi legati alla mitologia classica,
attribuiti dagli antichi, soprattutto per le costellazioni boreali, o da nomi
attribuiti da astronomi moderni o navigatori per quanto riguarda molte delle
costellazioni australi.
Per quanto riguarda le costellazioni dello zodiaco, quest'ultimo è una banda
immaginaria che si estende per circa 9 gradi sopra e sotto il piano dell'eclittica.
Il piano dell'eclittica é definito come il piano immaginario contenente
l'orbita della Terra attorno al Sole.
Dal punto di vista terrestre, il cammino apparente del Sole nel cielo,
nel corso di un anno, avviene in questo piano.
Le orbite di tutti i pianeti, ad eccezione di Plutone, giacciono in
prossimitá del piano dell'eclittica e quindi nella fascia dello zodiaco,
essendosi formati da un comune disco
proto-planetario, appiattito, ruotante intorno alla stella-Sole primordiale.
Quindi la zona di cielo in prossimitá dell'eclittica
attrasse l'attenzione fin dall'antichità.
I Greci divisero lo zodiaco in 12 parti uguali (ogni parte corrisponde ad un
segmento di cielo sull'eclittica di 30 gradi) dando loro
nomi corrispondenti alla costellazione più vistosa presente in ogni
suddivisione.
Tali suddivisioni sono i cosiddetti ``segni dello zodiaco''.
Come localizzare le costellazioni nel cielo:
A causa della rotazione terrestre attorno al proprio asse
le stelle e quindi le costellazioni non rimangono fisse nel cielo ma si muovono,
con tutta la sfera celeste, ora dopo ora, come fanno il Sole e
la Luna. Tale moto apparente é dovuto alla rotazione in 24 ore della Terra.
Quello che si osserva guardando il cielo durante una nottata è che
la maggior parte delle stelle e quindi anche
delle costellazioni sorgono ad est e tramontano ad ovest durante la notte
per lo stesso identico principio che genera le albe ed i
tramonti solari.
Fanno eccezione le cosidette costellazioni circumpolari (boreali per
l'emisfero nord e australi per quello sud)
le quali sono sempre visibili perchè situate in prossimità del nord
celeste (rispettivamente del sud celeste) e nel loro moto apparente attorno al polo
rimangono troppo ``alte" per sparire sotto l'orizzonte.
Queste costellazioni si osservano muoversi in cerchi concentrici attorno alla Stella
polare.
Le costellazioni circumpolari sono molto importanti per orientarsi nel cielo
notturno perchè rappresentano dei punti ``quasi'' fermi che aiutano
l'osservazione del cielo.
Bisogna però ricordarsi, quando si guarda il cielo, non solo del moto apparente
delle stelle attorno al Polo Nord Celeste (causato dalla rotazione terrestre attorno
al proprio
asse) ma anche del moto del nostro pianeta attorno al Sole (moto di Rivoluzione).
Questo moto fa sí che ciascuna stella raggiunga una determinata
posizione in cielo 4 minuti in anticipo ogni 24 ore. Cosí una
stella che sorge alle 22 all'inizio di gennaio sorgerá alle 20
all'inizio di febbraio, alle 18 all'inizio di marzo e cosí via. In
questo modo le costellazioni si muovono gradualmente da
est ad ovest, spariscono e vengono sostituite da altre mentre
l'anno procede.
Riassumendo il moto di rotazione e quello di rivoluzione
hanno come effetti:
(a) durante una stessa serata le costellazioni ruotano attorno al Polo Nord
Celeste sorgendo e tramontando se non sono circumpolari
(a causa della rotazione terrestre).
La stessa cosa succede di giorno con il Sole che sorge e tramonta.
(b) da un giorno all'altro il cielo notturno cambia e quindi una costellazione
che si vedeva il giorno precedente ad una tal ora in una certa posizione
avrà una posizione sensibilmente diversa il giorno successivo alla stessa ora
(a causa della rotazione terrestre attorno al Sole).
La Terra si sposta di quasi un grado al giorno lungo l'eclittica e quindi é diversa,
di giorno in giorno, la porzione di cielo che si osserva.
É quindi a causa della rotazione terrestre attorno al Sole
che si succedono le diverse costellazioni (invernali, primaverili, estive
e autunnali).
Le 88 costellazioni del cielo sono suddivise a seconda della stagione in cui
risultano meglio visibili.
Ció ovviamente non significa che esse siano osservabili soltanto durante una
particolare stagione ma soltanto che quest'ultima é
quella in cui la costellazione risulta visibile per un tempo maggiore ed in migliori
condizioni osservative.
Il neofita di astronomia é invitato, mediante l'uso di carte, a
familiarizzarsi con le posizioni degli oggetti in cielo
imparando a riconoscere le costellazioni.
Di seguito ho riportato per le nostre latitudini le costellazioni circumpolari
e quelle primaverili con le seguenti informazioni:
- una descrizione generale;
- le origini di ogni costellazione dal punto di vista storico e mitologico;
- qualche informazione sulle stelle piú luminose della costellazione;
- gli oggetti del cielo profondo piú interessanti presenti nella costellazione ;
- dati riguardanti la loro visibilitá dall'Italia (se é possibile osservarle e
in quale periodo dell'anno).
Le costellazioni circumpolari:
Come abbiamo visto sopra le costellazioni circumpolari boreali sono quelle
costellazioni che non tramontano mai perché vicine alla Stella polare
e che quindi sono sempre visibili sopra il
nostro orizzonte independentemente dalla stagione.
Il numero di queste costellazioni dipende dalla posizione
dell'osservatore sulla Terra: se si trova al polo nord la polare
sará allo zenit e tutte le costellazioni visibili saranno
circumpolari, se si trova all'equatore la polare sará
all'orizzonte e nessuna costellazione sará circumpolare.
Abbiamo giá detto come queste costellazioni aiutino ad orientarsi
nel cielo notturno e quindi imparare a riconoscerle é di grande utilitá.
Di seguito vengono descritte in ordine alfabetico e in modo schematico le 6
costellazioni circumpolari alle nostre latitudini (in corsivo il loro nome latino,
tra parentesi la loro sigla):
Camelopardalis - Giraffa (Cam)
Descrizione generale: é una costellazione boreale, molto vicina al polo,
tanto da risultare circumpolare per le latitudini italiane. É formata da
stelle piuttosto fioche.
Origini e mitologia: La Giraffa é una delle tante costellazioni che furono
inventate in anni relativamente recenti, quando nel Medio Evo risorse la cultura
astronomica ed insieme la grande impresa della navigazione del globo terrestre.
Molte furono create per riempire dei vuoti tra le costellazioni piú
antiche, ma parecchie non sopravvissero.
Introdotta nel 1624 da Jacob Bartsch (o Bartschius) genero di Keplero, uno dei primi
disegnatori di mappe celesti, fu in seguito ripresa da Hevelius nel 1690.
La Giraffa pertanto é una
costellazione "moderna", nonostante la sua posizione
boreale e non é legata a vicende mitologiche.
Stelle: la Giraffa non presenta stelle sotto la magnitudine 4; la stella piú
luminosa é
, di magnitudine 4.03, di colore giallo, distante
circa 1500 anni-luce.
Oggetti del cielo profondo: in questa piccola costellazione sono presenti
alcune deboli galassie di un certo interesse.
Visibilitá: in Italia, questa costellazione é circumpolare.
Le sue stelle appaiono ruotare in senso antiorario intorno al polo nord celeste.
Pur essendo visibile per tutto l'anno, la stagione piú favorevole é l'autunno.
In tarda primavera ed inizio estate é invece piuttosto bassa sull'orizzonte nord.
É indubbio che la disposizione delle stelle nella Giraffa, collegate opportunamente
tra loro, riproduca abbastanza felicemente le fattezze dell'animale ma é altrettanto
vero che un osservatore del cielo puó riconoscere tutto ció che desidera o che gli
suggeriscono certe disposizioni di un gruppo di stelle.
Tra l'altro, nella Giraffa non v'é alcuna stella di magnitudine superiore alla quarta
e l'animale viene definito appunto da una decina di stelle di quarta
grandezza.
Eppure non dovrebbe essere considerata una costellazione di serie B; innanzi tutto
ha un'estensione di tutto rispetto, pari a 757 gradi quadrati, ma soprattutto ció che
la riabilita é il gran numero di galassie presenti entro i suoi confini:
almeno una 20-ina, per la maggior parte osservabili con strumentazione modesta.
Purtroppo é abbastanza difficile individuare in cielo una costellazione cosí poco
appariscente: si puó partire dall' dell'Orsa Maggiore (la ruota
posteriore settentrionale del Carro Grande) e collegarla idealmente con la Polare e con
Capella (l'
dell'Auriga, costellazione invernale); si colleghi quindi Capella con
l'
di Perseo (Mirfak - costellazione autunnale) e quest'ultima con la Polare.
Tra queste quattro stelle é compresa praticamente tutta la Giraffa, con la testa tra
le prime due, il collo che si snoda in direzione di Capella, verso la
quale puntano le zampe anteriori, mentre quelle posteriori si dirigono verso la
del Perseo.
Cassiopeia - Cassiopea (Cas)
Descrizione generale: é una costellazione boreale che si estende per circa
600 gradi quadrati, molto vicina al polo celeste, che risulta circumpolare alle
nostre latitudini.
É inconfondibile per la sua forma a W o a M a seconda del periodo
dell'anno in cui la si guarda.
In realtá questa forma é determinata dalle cinque stelle piú luminose della
costellazione.
Le stelle piú luminose si stagliano sulla Via Lattea, quindi la parte centrale
della costellazione é ricchissima di deboli stelle e oggetti diffusi.
In Cassiopea apparve una delle quattro supernovae osservate nella nostra galassia,
quella del 1572 osservata da Tycho Brahe che superó in luminositá Venere e fu
visibile per almeno 16 mesi.
Ora rimane una nebulosa visibile solo con
lastre riprese con strumenti professionali, al di fuori della nostra portata di
astrofili.
Origini e mitologia: le stelle principali di questa costellazione dovrebbero
delineare il corpo della regina etiope Cassiopea seduta sul trono.
L'origine del nome attuale la si deve ad Ovidio, dato che il nome si trova nel IV
libro delle Metamorfosi.
Ivi possiamo apprendere la storia della regina, del suo sposo Cefeo, della loro
figlia Andromeda, di Perseo e del suo cavallo alato Pegaso, del mostro Balena (Cetus)
alla quale Andromeda doveva essere sacrificata e che invece Perseo salvó.
La leggenda narra di un mitico re etiope, Cefeo appunto, il quale, sovrano di una
terra bagnata dal mare, aveva in moglie Cassiopea, donna assai bella e vanitosa.
A causa di costei il dio Poseidone, o Nettuno, decise di devastare il florido
paese scatenandovi contro le razzie di un mostruoso animale marino (Cetus).
La leggenda narra come, impossibilitato a placare l'ira divina, l'infelice sovrano
fosse chiamato a sacrificare la figlia, Andromeda: ma al momento supremo l'intervento
provvidenziale di Perseo, montato sul suo cavallo alato, era valso a impedire
l'estremo sacrificio.
Tutti i protagonisti di questa storia, Cefeo e Cassiopea, Andromeda e
Perseo, Pegaso ed il mostro marino, ebbero in sorta di venire eternati nei vasti
pascoli del cielo.
Stelle: Cassiopea non presenta stelle di prima grandezza.
Le cinque stelle principali sono Schedar (
Cassiopeiae), una stella doppia
(la stella principale è una gigante gialla) a 120 anni-luce; Caph
(
Cassiopeiae), una stella bianca distante circa 40 anni-luce; Cih
(
Cassiopeiae), la piú luminosa, una gigante azzurra che a intervalli regolari
espelle anelli di gas (probabilmente a causa della sua elevata velocitá di rotazione)
distante 780 anni-luce; Ruchbah (
Cassiopeiae), bianco azzurra lontana
62 anni-luce; Segin (
Cassiopeiae), una gigante blu a 520 anni-luce.
Altra stella curiosa é Achird (
Cassiopeiae) una stella doppia
(una stella gialla e una rossa) a circa 20 anni-luce le cui componenti
sono separabili anche con piccoli strumenti.
In questa costellazione, nel 1572, esplose una supernova che raggiunse al culmine la
luminositá di Venere e rimase visibile ad occhio nudo per sedici
mesi. Questo fenomeno fu osservato e descritto da Tycho Brahe.
Oggetti del cielo profondo: essendo nella Via Lattea, questa costellazione
conta un gran numero di amassi stellari
tra cui M52 e M103, due begli ammassi aperti.
Il primo distante circa 5200 anni-luce contiene circa 100 stelle; il secondo
dista 8500 anni-luce e contiene circa 40 stelle.
Visibilitá: Cassiopea é sempre visibile nei nostri cieli, in quanto ruota
intorno al polo celeste in direzione antioraria rimanendo sempre sopra l'orizzonte.
Il mese in cui culmina a mezzanotte é ottobre. Si trova dalla parte opposta all'Orsa
Maggiore rispetto alla stella polare. La stagione in cui si trova piú bassa é la
primavera. É infatti annoverata anche tra le costellazioni autunnali.
Cepheus - Cefeo (Cep)
Descrizione generale: é una costellazione boreale che occupa circa 588 gradi
quadrati, che alle nostre latitudini risulta circumpolare, cioé non tramonta mai.
Non contiene stelle molto brillanti ma presenta il prototipo di un'importantissima
classe di stelle variabili (cefeidi) che da essa prende il nome e che rappresentano
delle vere e proprie pietre miliari nella storia dell'astronomia (vedi sotto).
Origini e mitologia: questa costellazione rappresenta la figura mitologica del
re etiope Cefeo, marito di Cassiopea e padre di Andromeda (vedi Cassiopea).
Stelle: la stella piú brillante di Cefeo é
Cephei di magnitudine 2.44
l'unica di magnitudine inferiore a 3.
Questa stella é nota anche col nome di Alderamin la cui traduzione
dall'arabo é ``la mano destra", anche se in effetti indica la spalla destra del re
Cefeo.
É una stella bianca distante 45 anni-luce e 14 volte piú brillante del Sole
con un raggio di circa tre volte quello del Sole, una massa circa doppia
ed una temperatura superficiale di circa 7600 gradi centigradi.
La particolaritá di questa stella é di trovarsi nelle vicinanze del percorso
apparente che il prolungamento dell'asse terrestre descrive in cielo in circa 26.000
anni per effetto della precessione degli equinozi.
In altri termini, Alderamin sará una delle stelle polari del futuro, anche se ció
si verificherá fra non meno di 9000 anni.
In Cefeo vi é poi la stella di colore piú spiccatamente rosso del cielo boreale:
é
Cephei, detta anche ``la stella granata di Herschel'' uno dei piú famosi
astronomi del XVIII secolo a cui si deve l'osservazione piú famosa della stella.
Herschel scoprí il pianeta Urano, molte nebulose planetarie, ammassi
stellari e stelle binarie e per primo descrisse correttamente la forma
della nostra Galassia.
Cephei é una supergigante rossa stimata essere la terza stella
del cielo come grandezza.
Infatti anche se é molto distante (circa 2700 anni-luce) é tra le stelle
piú grandi e luminose visibili non solo ad occhio nudo ma anche nell'intera
Galassia: portata alla distanza del Sole si estenderebbe quasi fino all'orbita
di Saturno. Questa stella é una variabile irregolare e sta perdendo massa per mezzo
di un forte vento.
Cephei é nella fase terminale della sua vita iniziata con una massa
di circa 25 masse solari e molto probabilmente, finito il combustibile nucleare
al suo interno, esploderá come supernova.
Un'altra stella interessante é Cephei o Errai, ``il pastore''.
Questa stella, situata ad una distanza di 45 anni-luce, di magnitudine 3 si sta evolvendo
in gigante rossa.
Ha una temperatura superficiale di 4900 gradi, é 11 volte piú luminosa
del Sole e ha una massa di circa 1.5 volte quella del Sole.
Cephei é la stella principale di un sistema binario a lungo periodo
(maggiore di 40 anni) relativamente stretto
(la mimina distanza tra le due stelle é di 12 unitá
astronomiche) in cui é stato scoperto un pianeta di circa 1.7 masse di Giove
in un'orbita di circa 1.8 unitá astronomiche (U.A.) attorno a
Cephei.
Questa stella é facilmente individuabile nel cielo essendo la ``punta''
di Cefeo.
Nella descrizione generale abbiamo giá accennato alla presenza, in Cefeo,
del prototipo di un'importantissima classe di stelle variabili, le Cefeidi.
La stella in questione é Cephei scoperta nel 1784 anno in cui
fu scoperta anche la prima variabile Cefeide (Eta Aquilae).
Le variabili Cefeidi variano in modo regolare con una curva di luce
ben riconoscibile. Queste stelle si differenziano dalle comuni stelle variabili
regolari per il fatto che la variazione in luminositá della stella viene
accompagnata da una variazione del tipo spettrale, cioé del colore ovvero
della temperatura superficiale della stella.
La causa di questa variazione consiste nel fatto che queste stelle
``pulsano'' ovvero si contraggono e si espandono in modo molto regolare ed é
per questo che vengono chiamate ``variabili che pulsano''.
In queste stelle il massimo di luminositá e di temperatura superficiale
si ha quando la stella é nella fase massima di espansione mentre la luminositá
e la temperatura superficiale minima si ha nella fase di massima contrazione.
L'importanza di questa classe di variabili consiste nel fatto che proprio
tramite le Cefeidi gli astronomi sono riusciti per la prima volta a determinare
con una certa precisione gli ordini di grandezza delle distanze extragalattiche.
Ció é stato reso possibile dal meticoloso lavoro di analisi e riduzione dei dati
di una giovane astronoma, Henrietta Leavitt, che lavorava all'osservatorio di
Harvard. Nel 1912 costei, studiando le curve di luce di 25 stelle Cefeidi appartenenti
alla piccola Nube di Magellano, scoprí un'importante relazione tra il periodo della
variazione e la loro luminositá assoluta: ovvero tanto
piú luminosa é una Cefeide, tanto maggiore é il periodo.
Questa relazione, chiamata periodo-luminositá, permette di ricavare la luminositá
assoluta di una stella Cefeide dato il suo periodo di variazione.
Una volta determinata dall'osservazione la magnitudine apparente della stella
in questione si puó risalire, date le due magnitudini quella assoluta e quella
apparente, alla distanza della stella e quindi della galassia in cui la stella
é stata trovata.
Queste stelle rappresentano quindi delle candele standard per determinare
la distanza di oggetti extragalattici, come galassie, una volta che si sia
individuata al loro interno una variabile Cefeide.
Questo metodo funziona bene fino a distanze di 13 milioni di anni-luce dalla Terra,
quando si usano telescopi terrestri. Per distanze maggiori, le
Cefeidi diventano troppo deboli per poterle osservare.
Oggi, grazie all'eccezionale potere del Telescopio Spaziale Hubble di evidenziare
stelle deboli, é possibile individuare singole cefeidi anche in galassie lontane.
Per esempio, osservando con Hubble una galassia detta M100 nell'Ammasso della Vergine,
gli astronomi ne hanno determinato la distanza (56 milioni di anni
luce) proprio grazie alle Cefeidi.
Delta Cephei varia con un periodo di 5 giorni e 8 ore passando da una
magnitudine di 3.48, tipo spettrale F5 al suo massimo ad una magnitudine di
4.37, e tipo spettrale G2 al suo minimo.
Come tutte le Cefeidi é una supergigante gialla e si trova ad una distanza di
circa 1300 anni-luce. Visto che la sua magnitudine visuale media é pari a 4
e vista la sua distanza, Delta Cephei risulta essere una stella gigantesca,
6000 volte piú brillante del Sole, anche se estremamente meno densa.
Inoltre é una stella doppia facilmente separabile con un telescopio amatoriale
con una compagna di tipo spettrale A0. Presenta inoltre un'altra compagna di tipo
spettrale B (stella blu) molto probabilmente non legata fisicamente.
Oggetti del cielo profondo:
comprende alcuni ammassi aperti abbastanza interessanti.
Visibilitá:
Cefeo, alle nostre latitudini non scende mai sotto l'orizzonte. Il suo moto
apparente é quello di una rotazione in senso antiorario intorno al polo celeste.
La stagione in cui é piú alto é l'estate; culmina infatti a mezzanotte nel mese
di agosto.
Draco - Drago (Dra)
Descrizione generale:
é una costellazione poco appariscente, salvo le quattro
stelle maggiori che identificano la testa del mostro. Compensa peró la modestia dei
suoi astri con uno sviluppo lungo e tortuoso, che si estende per mezza circonferenza
celeste tutto intorno alle stelle del Piccolo Carro.
Alle nostre latitudini risulta circumpolare, ovvero é sempre sopra l'orizzonte.
Talvolta viene chiamata Dragone.
Origini e mitologia:
L'origine di questa costellazione non é affatto sicura:
é probabile che sia stata immaginata dopo di quelle delle due orse,
forse anche per riempire i vuoti; in ogni caso il risultato di collegare stelle
molto disperse in cielo tramite una figura sinuosa è stato
senz'altro felice.
Nella mitologia occidentale esso aveva il compito di sorvegliare il
giardino delle Esperidi ove si dondolavano appesi ad alberi fatati, i pomi d'oro che
Giunone aveva portato in dono allorché era andata in sposa a Giove. Venne
ucciso da Ercole nel corso di una delle leggendarie fatiche, e Giunone volle che il
firmamento recasse per sempre il ricordo del fedele guardiano. La figura del
Drago, o Serpente celeste, fu comune presso molte e diverse popolazioni
dell'antichitá, e non poteva essere altrimenti, vista la configurazione allungata e
sinuosa della costellazione che la rappresenta.
Presso i cinesi, anzi, essa rivestí importanza fondamentale da divenire l'emblema
nazionale.
Stelle:
il Drago é una costellazione lunga e sinuosa, la sua coda parte tra le due Orse.
Non ha stelle di prima grandezza, ma diverse stelle di
discreta luminositá. Tre di loro sono sotto la magnitudine tre. In ordine di
luminositá decrescente sono: Etamin (m=2.23), Aldhibain (m=2.74) e
Rastaban (m=2.79). La stella alfa, di nome Thuban, pur essendo meno luminosa
(m=3.65), alcuni millenni fa era la stella polare.
Nel Drago vi è un totale di 12 stelle sotto la magnitudine 4.
Oggetti del cielo profondo:
contiene un'interessante nebulosa planetaria NGC 6543 di magnitudine 8.8,
osservabile con strumenti amatoriali.
Visibilitá:
questa costellazione, a causa della sua posizione decisamente boreale, dalle nostre
latitudini é sempre sopra l'orizzonte: essa si limita a ruotare intorno al polo
celeste con moto antiorario. La stagione in cui si trova piú alta alla mezzanotte é
la tarda primavera.
É una costellazione molto estesa; la caratteristica meglio individuabile é
senz'altro la testa, anche perché contiene tra le stelle piú brillanti.
Ursa Major - Orsa Maggiore (UMa)
Descrizione generale:
é una delle costellazioni piú conosciute sia per la ricchezza di stelle luminose
sia per la figura tipica del ``Grande Carro'' formata dalle sue sette stelle piú
luminose con cui il neofita identifica l'intera costellazione.
In realtá, la costellazione é ben piú vasta: con un'estensione di 1280 gradi
quadrati é preceduta soltanto dall'Idra e dalla Vergine.
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, l'Orsa Maggiore non é completamente
circumpolare alle nostre latitudini, dal momento che si estende sino a 30 gradi circa
di declinazione; circumpolari sono invece le 7 stelle del Carro.
Origini e mitologia:
questa costellazione rappresenta la ninfa Callisto, la bella figlia del re di Arcadia
Licaone.
Zeus (Giove per i latini) ebbe una relazione con lei, e dalla loro
unione nacque Arcade. Callisto fu trasformata in orsa, per evitarle le ire di Era
(Giunone per i latini) sorella e moglie di Zeus.
Il figlio Arcade é invece rappresentato dall'Orsa
Minore. Infatti il figlio, durante una battuta di caccia, tentó di colpire un'orsa
ignorando che fosse la madre. Per evitare ció, Zeus li
trasformó entrambi in costellazioni.
In epoca romana, ogni stella del carro, che ruotava maestosamente intorno al polo era
stata paragonata per il suo incedere con uno dei buoi che tiravano l'aratro.
Per questo, dai sette buoi, in latino ``septem triones" deriva il termine settentrione,
per indicare il nord.
Anche il termine Artico affonda le sue radici in questa costellazione: in greco
``arctos'' indica infatti l'orsa.
Alle stelle del Gran Carro sono state assegnate le prime 7 lettere dell'alfabeto greco,
mentre i rispettivi nomi arabi hanno significato talvolta oscuro perché molto dipende
dai miti che vi si ricollegano.
Stelle:
l'Orsa Maggiore, pur non avendo stelle di prima grandezza, ha molte stelle luminose.
Le sette piú luminose formano il Grande Carro.
Uma o Dubhe (''dorso dell'orsa'') è una gigante rossa di magnitudine 1.8 e distante
75 anni-luce.
Possiede una compagna di magnitudine 7 a poco piú di 6 primi di distanza verso
sud-ovest che con ogni probabilitá é fisicamente legata alla principale.
Entrambe sono a loro volta doppie: la prima é una doppia visuale, anche se
la separazione (0,8 secondi) e la differenza di luminositá tra le due
componenti (3 magnitudini) la rendono estremamente critica da separare;
la seconda é solo una doppia spettroscopica.
o Merak (''lombo'') é una stella bianca di magnitudine 2.4 distante 62 anni-luce e
con una luminositá 40 volte superiore a quella del Sole.
o Phachd (oppure Phechda, "coscia") é un'altra stella bianca di magnitudine
2.5 e distante 75 anni-luce e 50 volte piú brillante della nostra Stella.
o Megrez (''radice della coda'') é la piú debole dell'asterismo, essendo
soltanto di magnitudine 3.
É una stella bianca 16 volte piú brillante del Sole che da molti era stata ritenuta
una variabile a lunghissimo periodo, ma sembra che ció sia in realtá imputabile a
errori di stima fatti nel passato. La distanza di Megrez é di 65 anni-luce.
Proseguendo lungo il Timone del Carro troviamo
o Alioth
(``coda della pecora orientale'') la stella piú interna del timone e la piú luminosa;
é ancora una stella bianca di magnitudine 1.77, 60 volte piú brillante del Sole e
distante 62 anni-luce.
La piú interessante, peró, é
o Mizar, posta al centro del timone. Intorno al
suo nome é nata un'intricata storia. Gli arabi la chiamavano Merak, come la
,
parola che significa ``rene'' o ``lombo'', poiché i lombi dell'orsa sono due.
Mizar fu ribattezzata nel sedicesimo secolo da Giuseppe Scaligero, la scelta di questo
nome é tuttavia misteriosa in quanto ``Mizar'' significa ``cintura di stoffa'' o
``grembiule''.
Mizar é senza dubbio la piú famosa stella doppia del cielo.
Non occorre una vista particolarmente acuta per accorgersi di una compagna piú debole
chiamata Alcor (``Cavaliere'') situata a una dozzina di primi verso est.
É strano che questa stellina non sia stata
ricordata nell'antichitá, ma ció si potrebbe spiegare
col fatto che l'astronomo persiano Al-Sufi nel X secolo l'aveva stimata di magnitudine
5.6, il che farebbe pensare che nel corso dei secoli sia aumentata di luminositá sino
al valore attuale che é un paio di magnitudini piú debole della primaria (magnitudine 4).
Mizar e Alcor sono peró a loro volta doppie.
Mizar é un facile bersaglio per qualunque cannocchiale, perché é costituita da 2
stelle bianche separate da poco piú di 14 secondi d'arco, ciascuna delle quali é
una doppia spettroscopica con periodi rispettivamente di 20 giorni, per la piú
luminosa delle 2 (denominata Mizar A), e di 182 giorni per
l'altra (Mizar B).
Sembra proprio di trovarsi di fronte al gioco delle scatole cinesi.
Anche Alcor é una doppia spettroscopica che, come pare ormai confermato, é
gravitazionalmente legata a Mizar; tuttavia, data la loro distanza reciproca di 1/4 di
anno luce, il periodo orbitale che ne risulta é di circa 800.000 anni.
Se da ultimo consideriamo il fatto che piccolissimi spostamenti
periodici di Mizar B fanno sospettare fortemente la presenza di una stella che orbita
intorno alla coppia in poco meno di 4 anni, possiamo tranquillamente affermare che
Ursae Maioris, la cui distanza è circa 80 anni-luce, é addirittura una stella...
settupla.
L'ultimo membro del "Grande Carro" é la
che possiede 2 nomi:
Aikaid e Benetnasc, entrambi derivati da AI-kaid al-Benat al-Nasc
(``il capo delle prefiche'').
É una stella azzurra di magnitudine 1.9 distante
un centinaio di anni-luce.
Sia quest'ultima sia la
si muovono nello spazio in direzioni
completamente diverse dalle altre 5 stelle, ragion per cui l'asterismo che
vedranno i nostri lontani pronipoti avrá perduto la sua caratteristica
forma.
Oggetti del cielo profondo:
nell'Orsa Maggiore sono presenti due belle galassie, molto vicine ed alla portata di
un binocolo, purché si abbia un cielo buio: M81 e M82.
Una terza galassia, piú fioca é denominata M101. In questa costellazione vi
é poi una nebulosa planetaria, catalogata da Messier come M97, detta Nebulosa
Civetta o Nebulosa Gufo.
Visibilitá:
questa costellazione é sempre visibile dall'Italia. La primavera é la stagione
in cui é piú alta in ore serali, mentre l'autunno é la
stagione in cui compare piú prossima all'orizzonte settentrionale.
Ursa Minor - Orsa Minore (UMi)
Descrizione generale:
é una piccola costellazione di 256 gradi quadrati popolarmente conosciuta col nome di
``Piccolo Carro''.
É una costellazione nettamente meno vistosa
dell'Orsa Maggiore, ma contiene la stella che, a causa della estrema vicinanza al polo
celeste, appare immobile nel cielo, indicandoci il nord, ovvero la stella Polare.
Origini e mitologia:
l'attuale asterismo dell'Orsa Minore fu ideato appena nel 600 a.C., quando il filosofo
greco Talete introdusse questa figura nel mondo occidentale dal vicino Oriente.
I pellirosse tramandano un mito secondo cui un gruppo di guerrieri smarritisi
nella foresta avrebbero visto una fanciulla che indicó loro la
stella Polare per aiutarli a ritrovare l'accampamento.
Meno felice la mitologia araba, che vide nel Piccolo Carro una piccola bara,
nella Polare un assassino condannato all'immobilitá per i suoi
delitti e nel Gran Carro una grande bara che ospita il cadavere di un nobile
guerriero trucidato dall'assassino.
I cinesi vedevano nelle sue stelle la dea Tou Mu, protettrice dei naviganti.
Furono i Vichinghi a vedere per primi in queste stelle un Piccolo Carro, la semplice
figura che oggi é nota a tutti.
Gli antichi egizi immaginarono, invece, uno sciacallo, mentre i mongoli chiamarono
l'Orsa Minore la ``costellazione della calamita",
avendo giá scoperto che in quella direzione si orientava l'ago della bussola.
Nella mitologia greca
questa costellazione rappresenta Arcade, figlio di Callisto, la bella figlia del re di
Arcadia Licaone e di Zeus. La madre é rappresentata dall'Orsa Maggiore.
In seguito, il figlio Arcade, mentre
andava a caccia si sarebbe imbattuto nell'orsa cosicché Zeus, per evitare un
matricidio, pensó bene di portare Callisto e Arcade in cielo
(vedi anche ``origini e mitologia'' dell'Orsa Maggiore).
Quest'ultima versione presenta, tuttavia, molte varianti: secondi alcuni non fu Zeus a
trasformare Callisto in Orsa, bensí Artemide; le
stelle dell'Orsa Minore non rappresenterebbero il giovane Arcade, ma il fedele cane di
Callisto, la figura del giovane sarebbe, infatti,
raffigurata nelle stelle della costellazione del Bifolco o Bovaro (Boote).
Stelle:
il Piccolo Carro é noto principalmente per
UMi, la
Stella Polare, il fulcro del movimento di tutti gli astri che conferisce al nostro
cielo settentrionale l'aspetto di una ruota gigantesca che si muove lentamente in senso
antiorario.
La Polare é importante perché la sua altezza sull'orizzonte determina con ottima
approssimazione la latitudine del sito osservativo, per cui veniva largamente impiegata
nella navigazione prima dell'avvento dei dispositivi satellitari.
Osservata al telescopio, la stella, di magnitudine 2 e di un colore giallognolo
caratteristico, mostra una debole compagna di nona situata a poco piú di 18 minuti
d'arco di distanza. É dunque una doppia, anche se dal 1780, anno in cui W. Herschel
effettuó le prime misure, alla metá del nostro secolo la variazione dell'angolo di
posizione é stata di soli 4 gradi. Se, pertanto, la compagna ruota effettivamente
attorno alla principale, il suo periodo di rivoluzione dovrebbe ammontare a svariate
migliaia di anni. Dalle misure dei moti propri e delle velocitá radiali le due stelle
sembrano effettivamente muoversi insieme nello spazio e ció dimostrerebbe che quasi
certamente costituiscono un sistema fisicamente legato e che, di conseguenza, sono
situate alla stessa distanza da noi. Questa é risultata essere pari a 400 anni-luce;
perció, con semplici conti, si deduce che la principale é circa 2000 volte piú
brillante del Sole. Presenta altresí una leggera variabilitá, con un' oscillazione
inferiore ai 2 decimi di magnitudine in 4 giorni, dimostrata nel 1910 da E. Hertzsprung
e in base alla quale sarebbe stata annoverata fra le cefeidi.
La Stella Polare rimarrá sempre la stella polare? Certamente no. Non lo é stata nel
remoto passato, né lo sará nel lontano futuro a causa del fenomeno della
precessione degli equinozi. Infatti, poiché l'asse terrestre, inclinato di 66 gradi e
mezzo sul piano dell'eclittica, compie, analogamente al movimento di una trottola, una
rotazione in 26.000 anni, anche il punto d'intersezione del suo ideale prolungamento con
la sfera celeste percorrerá, nello stesso tempo, un cerchio
attorno al polo dell'eclittica.
Nel percorrere questo cerchio, il punto passerá via via nei pressi di alcune stelle
brillanti che nei millenni futuri si disputeranno l'onore di essere il
punto di riferimento del nostro emisfero. Nell'anno 9000 ció spetterá ad
Alderamin ( Cephei) e attorno al 14.000 alla brillante Vega (
Lyrae), ma
attenzione:
queste stelle non coincideranno peró esattamente col polo nord celeste, proprio come
non vi coincide l'attuale polare, la cui distanza minima - attorno ai 27 minuti d'arco -
verrá raggiunta nel 2100.
Oggetti del cielo profondo:
nell'Orsa Minore non sono presenti oggetti particolarmente interessanti.
Visibilitá:
questa costellazione é ovviamente sempre visibile dall'Italia. La stella Polare
appare immobile, esattamente a mezza altezza
nelle regioni settentrionali, lievemente piú bassa nel Meridione. Il Piccolo Carro si
trova sopra la stella polare alla mezzanotte delle notti
primaverili, sotto nelle notti autunnali.
Le costellazioni primaverili:
Le costellazioni che risultano meglio visibili nella stagione
primaverile sono 12: Boote, Cani da Caccia, Chioma di Berenice,
Corona Boreale, Corvo, Coppa, Leone, Leone Minore, Libra, Idra,
Sestante e Vergine. Le tipiche costellazioni primaverili ovvero
ben visibili durante l'intera stagione primaverile sono
il Leone, la Vergine e la Chioma di Berenice.
Di seguito verranno descritte tutte i 12 asterismi:
Bootes - Boote (Boo)
Descrizione generale:
il Boote é una delle piú antiche costellazioni, occupa oltre 900 gradi quadrati ed é
molto sviluppata in declinazione, estendendosi tra +7 gradi e +55 gradi, con la sua
inconfondibile forma di aquilone.
É una costellazione boreale caratterizzata dalla presenza della seconda stella piú
brillante dell'emisfero celeste nord: Arturo.
La si incontra proseguendo la
congiungente la Polare e la
Grande Carro (Mizar) o alternativamente
seguendo la curvatura del timone del Grande Carro.
Per questa costellazione esistono numerosi nomi italiani,
legati alla figura mitologica di Boote: il Pastore, il Bovaro, il Bifolco. É
possibile quindi che in italiano questa costellazione sia denominata in tutti questi
differenti modi.
Origini e mitologia:
é usualmente conosciuta con il nome di Boote, perché il
suo vero significato é controverso e variamente interpretabile: pastore, bovaro,
bifolco sono fra i nomi piú comuni con cui viene talvolta tradotto (bootes in greco
significa in effetti bifolco) e del resto lo stesso Virgilio lo definisce "contadino",
in riferimento al lavoro dei campi. Forse, questi appellativi si riallacciano alle
prime tribú nomadi che guidavano i loro animali attraverso varie regioni.
Per i Latini, Bootes era il custode dei ``septem triones'' (vedi Ursa Major),
i sette buoi simbolicamente rappresentati dalle sette stelle del nord che costituiscono il
ben noto asterismo del Grande Carro nella costellazione dell'Orsa Maggiore; e cosí pure
per i Greci. Ancora nel Medio Evo veniva variamente raffigurato, ora come contadino con in
mano una falce, ora come un cacciatore con al guinzaglio i due cani da caccia che
Hevelius introdurrá attorno at 1660 come costellazione a sé stante.
Stelle:
é doveroso, parlando di Bootes, accennare innanzitutto ad Arturo (magnitudine -0.04), una
delle stelle piú brillanti del cielo, preceduta solo da Sirio (magnitudine -1.46), da
Canopo (
Carinae nella costellazione della Carena - magnitudine -0.72) e dal sistema
di
Centauri (sistema triplo con la minima distanza da noi, nella costellazione del
Centauro - magnitudine -0.27).
Queste ultime due sono costellazioni australi e invisibili dalle nostre latitudini.
Il nome, che deriva dal greco Arct
ros, significa "guardiano dell'Orsa" e compare per
la prima volta in un poema di Esiodo del VII secolo a.C. Si racconta che l'ammiraglio
Smyth fosse riuscito a scorgerla a occhio nudo una ventina di minuti prima del tramonto.
Anche se si é trattato indubbiamente di un fatto insolito, non é tuttavia difficile
individuarla in pieno giorno con un telescopio anche modesto, un'impresa che riuscí
per la
prima volta nel lontano 1635 un astrologo francese. Per essere cosí brillante bisogna
ipotizzare che sia vicina: secondo stime recenti, infatti, Arturo dista 36 anni-luce, un
valore molto piccolo su scala galattica, al punto che se immaginassimo di fare un viaggio
sino a un ipotetico pianeta in orbita attorno a questa stella non vedremmo un cielo
notturno molto diverso da quello a noi familiare - salvo il fatto che il Sole sarebbe
ridotto a un'insignificante stellina di quinta magnitudine. La vicinanza di Arturo,
comunque, é solo temporanea; infatti, si tratta di una stella di Popolazione II, cioé
di un genere di stelle usualmente confinate nell'alone che circonda la Via Lattea.
Evidentemente, la sua orbita intorno al centro galattico interseca il disco della
Galassia nelle nostre vicinanze, ma questo passaggio si sta verificando in modo
relativamente veloce. Fra meno di mezzo milione di anni, quindi un tempo brevissimo, se
paragonato all'etá della Terra o alle ere geologiche, Arturo si sará talmente
allontanata da non essere piú visibile a occhio nudo.
Arturo é una gigante rossa, 100 volte piú brillante del Sole, appartenente, cioé, a
quelle stelle che, abbandonata da tempo la Sequenza Principale, si stanno avviando
verso una lunga agonia.
L'unica stella di magnitudine 2 é la
, anch'essa arancione, distante circa 200
anni-luce e 300 volte piú brillante del Sole.
,
e
che costituiscono la parte settentrionale dell'aquilone, sono
stelle di magnitudine 3: la prima é gialla, distante 218 anni-luce e 350 volte piú
brillante del Sole; la seconda é bianca, distante 85 anni-luce e 35 volte piú brillante
della nostra Stella; la terza, infine, di spettro identico alla
, é distante
115 anni-luce ed é 45 volte piú brillante del Sole.
Oggetti del cielo profondo:
Boote non contiene altri oggetti di grande interesse.
Visibilitá:
la stagione di migliore visibilitá serale é la primavera: Boote culmina a mezzanotte
agli inizi di maggio. La luminosa Arturo rimane comunque ancora visibile per buona parte
dell'estate.
Canes Venatici - Cani da Caccia (CVn)
Descrizione generale:
é una piccola costellazione del cielo boreale di 465 gradi quadrati con soltanto una
stella luminosa, ma che
vanta la presenza di oggetti del cielo profondo di grande interesse. Talvolta viene chiamata
costellazione dei Levrieri.
Questa costellazione puó essere sunteggiata dalle due stelle principali,
e
, distanti tra loro 5 gradi e ubicate a circa metá strada tra il quadrato dell'Orsa
e la brillante Arturo.
Origini e mitologia:
questa costellazione fu introdotta da Hevelius nel 1690. Rappresenta i cani da caccia
Asterione e Cara, trattenuti dal pastore Boote perché non inseguano le due orse.
La costellazione dei Cani da Caccia si trova
infatti tra Boote e l'Orsa Maggiore. Secondo la tradizione araba questa costellazione
rappresenta un branco di levrieri lanciati all'inseguimento delle orse.
La stella
é denominata Cor Caroli (cuore di Carlo) e deve il suo nome a
Edmund Halley che la dedicó al re Carlo I sotto il cui regno
venne fondato, nel 1675, l'osservatorio di Greenwich, il primo
osservatorio moderno.
Stelle:
Cor Caroli (
CVn) parrebbe, a prima vista, un astro come tanti
altri; una stella bianca di terza magnitudine, distante 140 anni-luce e una cinquantina
di volte piú brillante del Sole. In effetti si tratta di una stella molto interessante
dal punto di vista astronomico presentando una composizione chimica in metalli peculiare.
Presenta inoltre un campo magnetico molto elevato che puó arrivare anche a 5000 gauss (il
campo magnetico terrestre, per confronto, ha un valore di circa mezzo gauss).
Cor Caroli si comporta cio'é come una sorta di dinamo gigantesca anche se il meccanismo di
produzione di un cosí intenso campo magnetico é, al momento,
ancora opera di congetture.
Cor Caroli é una stella doppia facilmente visibile
anche con strumenti modesti: a 20 secondi d'arco dall'astro
principale si trova una debole stellina di magnitudine 5,5 e di classe spettrale FO.
CVn , la seconda stella piú brillante della costellazione,
é un astro di magnitudine 4 e quindi giá difficilmente osservabile dai
cieli suburbani; é molto simile al Sole come classe spettrale e magnitudine assoluta,
tant'é che se fosse posta al centro del Sistema Solare avrebbe una luminositá soltanto
del 26% in piú della nostra Stella; non lo si noterebbe di certo, salvo il fatto che
sulla Terra farebbe dovunque un pó piú caldo.
La sua distanza é di 30 anni-luce ed
essendo cosí vicina é stata un bersaglio relativamente semplice per la determinazione
del suo moto proprio, pari a 0,29 secondi d'arco in declinazione all'anno.
Oggetti del cielo profondo:
in questa costellazione, come giá accennato, si trovano vari oggetti interessanti.
In testa si trova sicuramente M51, la bellissima "Galassia Vortice", con la piccola compagna
NGC 5195. Altri oggetti interessanti sono M3, un bellissimo e luminoso ammasso globulare,
M63 e M94, due galassie di luminositá piú modesta.
Visibilitá:
i Cani da Caccia sono ottimamente visibili nella tarda primavera, quando transitano quasi
allo zenit, in ogni caso, la visibilitá di questa piccola costellazione si estende su
periodi piú lunghi, in virtú della sua posizione molto
boreale. La culminazione a mezzanotte avviene a fine maggio.
Coma Berenices - Chioma di Berenice (Com)
Descrizione generale:
La Chioma di Berenice, costellazione primaverile di 386 gradi quadrati, piú che dalle
sue stelle principali prende il nome da un vasto ammasso aperto facilmente visibile a
occhio nudo e che in alcuni cataloghi celesti é riportato come Melotte 111.
Non bisogna peró confonderlo con il cosiddetto "Ammasso della Chioma" che si riferisce a
un vasto agglomerato di galassie molto distanti che si trova nella stessa costellazione.
Origini e mitologia:
la Chioma di Berenice é stata ufficialmente riconosciuta dall'astronomo Tycho Brahe nel
Seicento, ma viene giá citata in opere letterarie dell'Antica Grecia.
Puó capitare che i nomi delle costellazioni che ammiriamo nelle notti serene si
rifacciano a episodi realmente avvenuti in un remoto passato e che finzioni poetiche a
essi ispirate li abbiano poi coloriti con toni vividi e talvolta cruenti. Tale é, per
esempio, il caso della principessa egizia Berenice che sarebbe stata sacrificata
sull'altare per impetrare dagli dei la vittoria dell'esercito del suo Paese; gli dei,
accettata l'offerta, l'avrebbero poi trasportata in cielo, trasformando in stelle la
sua bella chioma aurea.
L'avvenimento storico é in realtá un poco diverso. Figlia di Maga, re di Cirene, e
della figlia del re di Siria Antioco I, Berenice nacque attorno al 265 a.C. ed ereditó
il trono del padre dal 258 al 247. Nel 246 andó sposa a Tolomeo III Evergete, cui portó
in dote la Cirenaica. Quando questi intraprese la guerra contro Seleuco, re di Siria,
Berenice, come voto per il felice ritorno dello sposo, offerse ad Afrodite la sua
chioma e l'appese nel tempio della dea. Il giorno dopo la chioma era scomparsa e
l'astronomo di corte testimonió di averla veduta fra gli astri del cielo a guisa di una
nuova costellazione. Contemporaneamente, l'allora poeta di corte Callimaco secondó la
fantasia dell'astronomo con la composizione di un'elegia dedicata alla fanciulla e
tradotta poi in latino da Catullo.
Stelle:
La Chioma di Berenice, nel complesso, non si puó certo considerare una costellazione
appariscente se pensiamo che le 3 stelle piú brillanti -
,
e
-
sono soltanto di 4 magnitudine.
Le prime due sono doppie:
é formata da 2 stelle
bianco-gialle di magnitudine 5,1 (che sommate fanno un astro di 4,35), separate da
appena 0,6 secondi d'arco.
Segnaliamo questa stella perché é uno dei rari casi di binaria con orbita vista di
taglio: le componenti, cioé, non paiono ruotare nel tempo, ma oscillare.
é invece costituita da una primaria di classe spettrale GO accompagnata da una
debole stellina di magnitudine 10.
é la stella piú luminosa di Melotte 111, al quale, con ogni probabilitá,
appartiene solo prospetticamente; é una gigante arancione luminosa quanto la
,
distante 170 anni-luce e una 40-ina di volte più brillante del Sole.
Queste 3 stelle tutto sommato si rintracciano
facilmente in cielo perché sono equidistanti e poste ad angolo retto.
Oggetti del cielo profondo:
come abbiamo giá detto questa costellazione é famosa sia per l'ammasso
aperto Melotte 111 che per la grande quantitá di galassie che presenta.
Melotte 111 o Chioma di Berenice venne catalogato per la prima volta da Tolomeo nel 138 a.C.,
quindi nel 1915 nel catalogo di Melotte,
ma é solo nel 1938 che viene provata la sua natura di ammasso aperto.
Questo ammasso si estende su un diametro di circa 4.5 gradi e si trova ad una
distanza di circa 400 milioni di anni-luce.
Nella Chioma di Berenice si estende inoltre, dalla vicina costellazione della Vergine,
l'ammasso di galassie, detto appunto della Vergine, posto a circa 65 milioni di anni-luce.
Se si possiedono grandi telescopi professionali, é possibile
vedere sullo sfondo di queste galassie, un altro ammasso di galassie piú fioche. É il
cosiddetto ammasso della Chioma di Berenice, ben piú lontano (350 milioni di anni-luce),
che per effetto prospettico fa da sfondo alle piú vicine galassie
dell'ammasso della Vergine.
In questa costellazione sono compresi anche un ammasso globulare, M53.
Nella Chioma di Berenice si trovano molte galassie catalogate da Messier:
M64, M85, M88, M98, M99 ed M100.
Visibilitá:
la Chioma di Berenice é una costellazione ben osservabile durante la primavera:
la culminazione a mezzanotte avviene nel mese di aprile. Essendo in posizione boreale, la
sua visibilitá si estende ad un periodo abbastanza lungo.
Corona Borealis - Corona Boreale (CrB)
Descrizione generale:
É una piccola costellazione estesa su 170 gradi quadrati che si individua a oriente
dell'asterismo simile a un aquilone che rappresenta la parte centrale del Boote; ancora
piú semplice é guardare una spanna (circa 20 gradi) a nord-est di Arturo.
Origini e mitologia:
Di aspetto senza dubbio caratteristico e legata all'antico mito di Arianna abbandonata da
Teseo sulla spiaggia.
Stelle:
la Corona Boreale é sostanzialmente nota per 2 stelle: la
, nota
come Gemma - nome latino traducibile con ``perla'', cui si affianca quello meno eloquente
di Alphecca - e la R, prototipo di un'importante classe di variabili irregolari. La
prima é una stella bianca di seconda grandezza distante 78 anni-luce e 48 volte piú
brillante del Sole; é leggermente variabile, ma la cosa non interessa piú di tanto
l'amatore in quanto abbiamo a che fare con un'ampiezza di un decimo di magnitudine su un
periodo di 17 giorni. Interessante invece, per il variabilista esperto e paziente, é,
come dicevamo, la R, un oggetto che dovrebbe essere perennemente monitorato in quanto
piú di una volta ha manifestato comportamenti inaspettati: si tratta di una variabile
irregolare che puó mantenersi al suo massimo, attorno alla magnitudine 6, anche per 11
anni. Una delle ipotesi piú accreditate per spiegarne il comportamento é che si tratti
di una stella molto vecchia che di tanto in tanto eietta dense nubi costituite da
minute particelle di grafite (carbonio allo stato puro) le quali arrivano ad assorbire
sino al 99 per cento della luce. Col tempo, com'é logico pensare, queste nubi opache si
riscaldano al punto che le particelle sublimano e il guscio di polvere torna a essere
trasparente, consentendo cosí alla stella di riacquistare il suo originale splendore.
Oggetti del cielo profondo:
Non presenta oggetti particolarmente interessanti.
Visibilitá:
la Corona Boreale é una costellazione ben osservabile durante la primavera e l'estate:
la culminazione a mezzanotte avviene nel mese di maggio.
Corvus - Corvo (Cro)
Descrizione generale:
é una piccola costellazione, situata nel cielo australe, ma a latitudini non troppo
distanti dall'equatore celeste.
Origini e mitologia:
il Corvo fa parte delle costellazioni originarie, definite da Tolomeo.
Dal punto di vista mitologico compaiono diverse tradizioni, tutte associate alla divinitá
di Apollo. Secondo la prima interpretazione rappresenta il corvo che Apollo invió
per spiare Coronide, di cui si era innamorato. Seppure il corvo avesse riportato un
cattivo giudizio sulla donna, il dio la sposó ugualmente e dal loro amore nacque
Esculapio, grande medico. Secondo un'altra interpretazione, rappresenta il Corvo che aveva
il compito di dissetare Apollo.
Questi aveva inviato un corvo, che allora era un uccello dal candido piumaggio, a
prendere dell'acqua con una coppa o vaso; avendo fame, peró, il volatile si era attardato
su un albero di fichi e dopo aver fatto ritorno alla divinitá che l'aspettava
impazientemente inventó la scusa di essere stato trattenuto da un grosso serpente marino;
Apollo lo puní facendolo diventare nero, ma lo portó egualmente in cielo assieme alla
coppa (rappresentata dalla costellazione Crater) e al serpente che, com'é facile intuire,
é rappresentato dall'Idra.
Stelle:
la
non é la piú brillante della costellazione - e oltre tutto non fa
neppure parte del quadrilatero - primato che spetta invece alla
. Se peró,
limitatamente a questo quadrato, seguiamo il consueto ordine alfabetico dovremmo cominciare
con la
; questa é una gigante gialla, di colore e temperatura identici a quelli del
Sole, ma dotata di una luminositá 560 volte superiore. Appare come un astro di magnitudine
3 a causa della distanza non indifferente di quasi 300 anni-luce.
Percorrendo una delle diagonali del quadrilatero arriviamo
alla
, una gemma azzurra di magnitudine 2.6, 240 volte piú brillante del Sole e
distante 185 anni-luce.
Seguendo verso est il lato settentrionale arriviamo alla
, una stella doppia alla
portata di piccoli telescopi nonostante il forte sbilanciamento nella luminositá delle
componenti; la primaria, bianco-azzurra, é infatti accompagnata da una debole stellina di
magnitudine 9,2 alla distanza di 24 secondi d'arco.
Impiegando un'ottantina di ingrandimenti questa distanza viene spostata al valore
apparente di mezzo grado, le dimensioni sottese dalla luna piena, un valore piú che
sufficiente per
osservare il sistema anche in un cannocchialino di soli 50 mm.; la coppia si trova alla
distanza di 115 anni-luce.
Infine, percorrendo l'altra diagonale del quadrilatero,
arriviamo alla
Corvi, una gigante arancione distante 105 anni-luce e 90 volte
piú brillante del Sole.
Oggetti del cielo profondo:
nel Corvo si trovano alcune deboli galassie tra cui due galassie tra di loro legate,
dette "galassie antenne" per la loro forma.
Visibilitá:
questa costellazione durante la stagione primaverile é facilmente individuabile
come quadrilatero, situato a poco meno
di una spanna a sud ovest di Spica (ricordiamo che una spanna osservata col braccio teso
sottende un arco di circa 20 gradi).
Il Corvo culmina alla mezzanotte durante il mese di aprile.
Crater - Coppa (Cra)
Descrizione generale:
é una piccola costellazione, situata nel cielo australe, ma a latitudini non troppo
distanti dall'equatore celeste. Si trova in una zona di cielo priva di stelle brillanti.
Talvolta viene denominata Cratere.
Origini e mitologia:
dal punto di vista mitologico é identificata con la coppa del dio Bacco.
Secondo altre tradizioni rappresenterebbe il calice del dio Apollo (vedi la mitologia legata
alla costellazione del Corvo).
Stelle:
Le stelle piú luminose del Crater potrebbero effettivamente far pensare, con un pó di
fantasia a un coppa inclinata; si tratta tuttavia di stelle deboli e
dal momento che la costellazione é interamente situata a declinazione negativa sará
opportuno disporre di un sito buio di montagna dove l'aria é maggiormente tersa.
Crateris, nota col nome arabo di Alkres (''la brocca''), é la piú occidentale
della costellazione; é una gigante di colore giallo-arancio 70 volte piú
brillante del Sole e distante 120 anni-luce.
Anche la
é una settantina di volte piú luminosa del Sole, ma posta alla distanza
standard di 10 parsec apparirebbe piú brillante della precedente, perché, essendo bianca,
la maggior parte della sua luminositá cade nella regione del visibile, ossia, detto in
termini piú tecnici, possiede una magnitudine assoluta bolometrica - ossia misurata su tutto
lo spettro elettromagnetico - molto simile a quella puramente ottica.
La distanza di
Crateris, la piú meridionale dell'asterismo, é di 135 anni-luce.
Poco piú brillante della
, e sempre di colorazione bianca é la
, una doppia
situata praticamente al centro della costellazione.
Non é tuttavia un coppia facile da sdoppiare: una debole compagna di magnitudine 9.6 si
trova a soli 5 secondi d'arco verso est e solo un elevato ingrandimento permette di
separarla dal bagliore della stella principale.
Crateris é 11 volte piú brillante del Sole ed é
lontana 70 anni-luce.
, contrariamente alle aspettative, é la stella piú brillante; gialla, di classe
spettrale appena piú avanzata del Sole, é distante circa 80 anni-luce ed é 15 volte
piú brillante della nostra Stella.
Oggetti del cielo profondo:
nella Coppa si trovano alcune deboli galassie al limite della portata degli strumenti
amatoriali.
Visibilitá:
questa costellazione occupa il settore di cielo che si trova basso in direzione sud durante
la stagione primaverile. La culminazione a mezzanotte avviene infatti a fine marzo.
Leo - Leone (Leo)
Descrizione generale:
il Leone é, nell'insieme, una bella costellazione di 947 gradi quadrati facilmente
riconoscibile perché comprende diverse stelle brillanti.
Il Sole vi transita nel periodo che va dalla seconda decade di
agosto fino a metá settembre.
Origini e mitologia:
Si narra che quando Anfitrione si accorse della straordinaria forza di Ercole,
che sua moglie Alcmena aveva avuto da Zeus, spaventato lo mandó a pascolare le greggi sul
Citerone, una montagna situata tra l'Accadia e la Beozia.
Qui uccise un leone, con la pelle del quale fece poi il suo vestimento.
Un altro leone, questa volta proveniente dalla valle Nemea nell'Argolide, lo troviamo
successivamente in lotta con Ercole durante la sua prima fatica; era una bestia
invulnerabile che tuttavia il giovane, come il biblico Sansone, riuscí a strozzare
con le
proprie mani. É probabilmente a quest'ultima belva che fa riferimento l'omonima
costellazione dello Zodiaco, tipicamente primaverile, che, meglio di tante altre,
sembra mostrare i principali tratti schematici dell'animale: la stella
,
di prima grandezza, la
, la
e la
, di seconda grandezza,
delineerebbero il corpo del felino, mentre la
, la
e la
darebbero l'idea della
criniera; infine, la zampa posteriore destra é costituita da
alcune stelle di 4a grandezza che si protendono verso sud.
Stelle:
la stella piú luminosa é Regolo (
), che significa ``piccolo re''. É una stella
bianco-azzurra di magnitudine 1.35 (21-esima stella di tutto il cielo
per luminositá). La sua distanza é di 85 anni-luce.
La stella
ha nome Denebola (``coda del leone''), é di magnitudine 2,14 ed ha
colore bianco. La stella
, che in realtá é la seconda della costellazione é una bella stella doppia di
colore arancio, di nome Algieba.
Altre 9 stelle sono sotto la magnitudine 4.
Oggetti del cielo profondo:
contiene un grande numero di galassie, appartenenti all'ammasso della Vergine.
Tra le galassie piú luminose troviamo M66, M65, M95, M96 e M106.
Visibilitá:
questa costellazione culmina a mezzanotte a cavallo tra febbraio e marzo. Il suo periodo di
migliore visibilitá corrisponde al tardo
inverno e soprattutto alla primavera.
Leo Minor - Leone Minore (LMi)
Descrizione generale:
incastonato tra il dorso del Leone e i piedi dell'Orsa, il Leo Minor era sconosciuto in
antichitá, in quanto venne introdotto da Hevelius attorno al 1660 per riempire una fascia
di cielo priva di stelle brillanti. Copre soltanto 232 gradi
quadrati ed é costituito da stelline piuttosto deboli; possiamo comunque rintracciarlo
individuando il rombo costituito dalle 4 stelle piú brillanti. La diagonale maggiore di
questo rombo é posta grosso modo lungo la direzione est-ovest
Origini e mitologia:
é una costellazione che fu introdotta da Hevelius nel 1660, per riempire una fascia di
cielo priva di stelle brillanti.
Stelle:
nel Leone Minore compare solo una stella sotto la magnitudine 4. Questa stella viene chiamata
Praecipua, é di colore arancione e dista 75 anni-luce.
Oggetti del cielo profondo:
come nel Leone, anche nel Leone Minore compaiono molte galassie, molte delle quali di debole
luminositá.
Visibilitá:
questa costellazione culmina a mezzanotte a cavallo tra febbraio e marzo, piuttosto alta nel
cielo. Il suo periodo di migliore visibilitá corrisponde al tardo inverno e soprattutto
alla primavera.
Libra - Bilancia (Lib)
Descrizione generale:
la Bilancia o Libra, una costellazione zodiacale di 538 gradi quadrati interamente ubicata
nell'emisfero meridionale. Sebbene giá conosciuta con questo nome sin dal III secolo a.C.,
tant'é vero che per i Greci era il simbolo della Giustizia, non v'é tuttavia alcun
dubbio che anticamente la Bilancia facesse parte dello Scorpione; ció é attestato dal
fatto che le 2 stelle piú brillanti,
e
, hanno pure i nomi arabi
Zuben el-Genubi e Zuben el-Schemali che
significano rispettivamente ``chela meridionale'' e ``chela settentrionale''.
Origini e mitologia:
Non c'é un'univoca
interpretazione a proposito del significato del suo nome.
Alcune tradizioni vi vedono la bilancia di Astrea, dea della giustizia, altre invece la
bilancia di Giulio Cesare mentre giudicava.
Infine secondo i greci indicava Mochis, l'inventore dei pesi e delle misure.
Stelle:
Librae é in realtá formata da 2 stelle di magnitudine rispettivamente
2.8 e 5.2 distanti 65 anni-luce e separate da ben 231 secondi d'arco (quasi 4 primi d'arco);
un piccolo binocolo da teatro é giá sufficiente per sdoppiarla, mentre al telescopio é
possibile individuare il lieve contrasto cromatico delle componenti: la piú brillante é
infatti una stella bianca di classe spettrale A2; mentre la seconda, di tipo F5, é
bianco-gialla.
Librae, di magnitudine 2.6, e quindi leggermente piú brillante di
, é distante 148 anni-luce; é una stella azzurra di tipo spettrale B8 che si
avvicina a noi a una velocitá di 35 chilometri al secondo. É 120 volte piú luminosa
del Sole e pare sia una delle pochissime stelle per le quali sia stata talvolta notata una
tinta verdastra.
Librae é una variabile a eclissi scoperta nel 1859 che possiede un periodo di 2
giorni e 8 ore, durante il quale varia il proprio splendore tra la magnitudine 4.8 e la 5.9.
É distante 238 anni-luce e presenta, come spesso avviene in questi casi, 2 minimi di luce;
tuttavia, é arduo osservare visualmente il minimo secondario che mostra una caduta di sole
0,1 magnitudini.
Librae, situata a meridione e a ridosso del confine con l'Idra, si colloca al terzo
posto come luminositá; é una gigante rossa distante 280 anni-luce e 330 volte piú
brillante del Sole.
Un interessante confronto cromatico si puó effettuare con Antares di colore arancione
(infatti Antares significa ``rivale di Marte'') situata a una ventina di
gradi piú a est e che culmina grosso modo alla medesima altezza sull'orizzonte.
Oggetti del cielo profondo:
presenta un ammasso globulare alla portata di telescopi amatoriali.
Visibilitá:
questa costellazione culmina a mezzanotte a fine maggio. Le stagioni di migliore
osservabilitá sono la tarda primavera
e l'inizio estate.
Hydra - Idra (Hya)
Descrizione generale:
l'Idra é la piú vasta costellazione di tutto
il cielo e solo fino al secolo scorso era superata dalla Nave Argo che peró
é stata definitivamente divisa nel 1930 nelle tre distinte costellazioni della Poppa,
della Carena e della Vela (costellazioni del cielo australe).
Si snoda prevalentemente nel cielo australe, anche se una parte si trova nel cielo boreale.
La costellazione comincia con la testa ai confini col Cancro, il Cane Minore e il Monoceros;
il suo corpo si snoda quindi verso sud-est raggiungendo un minimo di declinazione, attorno
ai -35, al di sotto delle costellazioni della Crater e del Corvo per risalire successivamente
ai -30, sviluppandosi sotto la Virgo, e finire al confine meridionale della Libra.
L'estensione totale ammonta a 1303 gradi quadrati e si puó osservare di prima sera a
cominciare da febbraio partendo dalla testa situata 13 gradi a sud di M44 (il Praesepe
ammasso aperto nella costellazione del Cancro).
Origini e mitologia:
l'Idra fa parte delle 48 costellazioni piú antiche e rappresenterebbe l'ancestrale
serpente o mostro marino che ritroviamo in molti miti del passato quale simbolo del caos
primitivo come, ad esempio, il Tiamat dell'Enuma Elish, il celebre poema sumero della
creazione del mondo; ma anche nel Salmo 74 della Bibbia é nominato un mostro acquatico, il
Leviathan, del quale si dice che l'Eterno abbia fatto a pezzi le sue teste.
Questo é interessante, perché la menzione di un
mostro a piú teste ci manda con la mente all'Idra di Lerna della mitologia greca la quale
aveva 9 teste (sino a 100, secondo altre fonti) di cui una immortale; per ogni testa che
veniva mozzata due ne ricrescevano, onde per renderla inoffensiva Ercole, nel corso delle
sue 12 fatiche, dovette legarle addosso un enorme masso, facendola precipitare negli abissi
del mare.
Stelle:
10 stelle sono piú brillanti della magnitudine 4 e di queste la piú luminosa
é
Hydrae, altresí nota come Alphard che significa ``la (stella) isolata''; questo nome é
stato sicuramente scelto ad hoc, perché é l'unica stella relativamente brillante situata
nella zona e quindi facile da trovare. É un bell'astro giallo-arancio di magnitudine 2
distante 85 anni-luce e 95 volte piú brillante del Sole; presenta un leggero moto di
avvicinamento pari a 4 chilometri al secondo.
In ordine decrescente di luminositá e con un salto di una magnitudine esatta troviamo la
, situata verso l'estremitá opposta della costellazione. Questa é una gigante
delle stesse caratteristiche spettrali del Sole, ma a differenza di quest'ultimo é 60
volte piú luminosa; la sua distanza é superiore ai 100 anni-luce e si avvicina alla
velocitá di 5 chilometri al secondo.
Appena piú debole é la
Hydrae, situata al centro della costellazione, a meno di un
grado dal confine della Coppa o Crater. Anche questa, al pari della
, é una stella
giallo-arancio una novantina di volte piú brillante del sole; appare piú debole solo
perché é distante quasi 130 anni-luce. Si avvicina al Sistema Solare alla modesta
velocitá di 1 chilometro al secondo.
L'Idra costituisce senza dubbio un interessante laboratorio per lo studio di un cospicuo
numero di stelle doppie dalle componenti strette, ma non sbilanciate in luminositá, il che
puó costituire un'attrattiva per i possessori di piccoli telescopi che vogliano divertirsi
a sperimentare di quanto il potere risolutivo teorico fornito dalle leggi dell'ottica si
discosta dalla realtá.
Oggetti del cielo profondo:
nell'Idra é presente M48, un ammasso aperto interessante, l'ammasso globulare M68 e la
galassia M83. Sono poi presenti altre galassie piú deboli.
Visibilitá:
questa costellazione é completamente visibile dal nostro Paese, anche se le parti piú
australi rimangono abbastanza basse sull'orizzonte. La stella Alphard puó essere osservata
bene, a fine inverno e primavera, in quanto culmina alla mezzanotte
in febbraio.
Sextans - Sestante (Sxt)
Descrizione generale:
é una costellazione a cavallo dell'equatore celeste, molto scialba e priva di stelle
luminose.
Origini e mitologia:
questa costellazione fu introdotta da Hevelius a fine Seicento per onorare lo strumento
grazie a cui aveva potuto negli anni precedenti rilevare le posizioni delle stelle, e che
era andato distrutto in un incendio. Secondo una tradizione vi
é raffigurata Urania, la musa dell'astronomia.
Stelle:
l'unica stella di magnitudine 4 é
Sextantis, una stella bianco-azzurra distante poco
meno di 300 anni-luce e circa un centinaio di volte piú brillante del Sole.
Oggetti del cielo profondo:
nel Sestante vi sono alcune galassie di luminositá medio-debole.
Visibilitá:
il Sestante culmina a mezzanotte tra febbraio e marzo, é quindi costellazione tipica di
fine inverno e primavera, ma l'interesse osservativo è scarso.
Virgo - Vergine (Vir)
Descrizione generale:
situata sull'equatore celeste con un'estensione di quasi 1300 gradi
quadrati, la Vergine é una delle costellazioni piú vaste del cielo, preceduta soltanto
dall'Idra. Nella sua parte piú occidentale, tra le stelle
e
, si trova il
punto equinoziale d'autunno (detto anche primo punto della Libra), cosí
chiamato in quanto occupato dal Sole durante l'equinozio autunnale.
Contiene stelle abbastanza luminose oltre all'omonimo ammasso di
galassie. Il Sole vi permane da metá settembre a fine ottobre.
Origini e mitologia:
pur essendo una delle costellazioni piú antiche (era giá nota con questo nome sin dai
tempi di Ipparco e di Tolomeo), la sua origine, come spesso accade, non é ben
conosciuta, in quanto puó essere associata a diversi personaggi dell'antica mitologia.
Uno di questi é Astrea (o Diche), dea della giustizia, figlia di Zeus e di Temi;
assieme alle sorelle Eunomia e Irene era una delle Ore, simbolo dei bei giorni di
primavera quando si risveglia la natura, le quali avevano il compito di regolare le
leggi del raccolto e di portare le piante a fioritura e maturitá. Furono poi
considerate, in senso morale, protettrici dell'ordine e delle leggi che lo governano.
Un'altra tradizione vede Virgo come una spigolatrice (da qui il nome della stella piú
luminosa, Spica).
Stelle:
la Virgo ha solo 3 stelle piú brillanti della terza magnitudine.
o
Spica (``spiga'')
é una stella azzurra di prima grandezza (0.98 magnitudine) 16-esima stella di tutto il cielo ed é situata a 270 anni-luce da noi. É una doppia
spettroscopica con le componenti di classe spettrale B1 e B2 e che presentano,
pertanto, una temperatura superficiale prossima a 20.000 gradi. É una stella
leggermente variabile, appartenente alla classe delle cosiddette "binarie ad eclissi",
ma l'ampiezza di luce é particolarmente modesta, ammontando a circa un decimo di
magnitudine in poco piú di 4 giorni.
Virginis o Porrima (dal nome della dea latina della profezia) é
senza dubbio una
delle doppie piú spettacolari che si conoscono; é costituita da 2 stelle bianche di
magnitudine 3,6 di classe spettrale FO, attualmente separate di 2,6 secondi d'arco;
sommando i contributi luminosi delle componenti, troviamo una magnitudine totale pari a 2,9.
É la seconda stella doppia di cui era stata determinata l'orbita; il calcolo venne
effettuato piú di 150 anni fa da John Herschel che peró ottenne un valore superiore a
600 anni, assai piú elevato di quello oggi accertato, che ammonta a poco più di 171
anni. Dal momento che l'orbita percorsa é fortemente eccentrica, varia di conseguenza
la separazione delle 2 componenti che se negli anni Venti era di quasi 4 secondi
d'arco agli inizi del prossimo millennio (e precisamente nel 2008) sará inferiore a
mezzo secondo. La distanza di
Virginis, determinata con metodi trigonometrici, é
di soli 10 parsec e ció é evidenziato anche dal moto proprio non trascurabile di 0,6
secondi d'arco annui.
Virginis o Vindemiatrix (di ovvio significato) é una stella gialla di
tipo spettrale G9 (cioé poco piú avanzato di quello del Sole), situata a una distanza di
circa un centinaio di anni-luce. É di magnitudine 2,8 e si trova presso il confine piú
settentrionale della costellazione.
Oggetti del cielo profondo:
la vera ricchezza di questa costellazione é costituita dal cospicuo
numero di galassie presenti, molte delle quali osservabili in strumenti di piccolo
diametro. Se escludiamo l'Ammasso Locale, che assieme alla Via Lattea conta poche
decine di membri, quello della Vergine é l'ammasso piú vicino a noi (circa 65 milioni di
anni-luce), ed é anche uno dei piú ricchi, dal momento che contiene oltre 2000 galassie
(addirittura piú di 3000 secondo altre stime).
Le piú luminose sono sette catalogate da Messier e sono
M49, M58, M59, M60, M61, M84, M87, M89, M90 e M104, la celebre Galassia Sombrero.
Molte altre deboli galassie fanno da sfondo a questa costellazione.
Visibilitá:
questa costellazione é ben visibile durante la primavera.
La culminazione a mezzanotte avviene infatti ad aprile.
Altre costellazioni visibili all'equinozio::
Oltre alle costellazioni primaverili, di seguito ho riportato
6 tra le costellazioni autunnali/invernali tuttora ben visibili cioé l'Auriga, il Cancro,
i Gemelli, Orione, il Perseo (la sola autunnale) e il Toro:
Auriga - Auriga (Aur)
Descrizione generale:
é una tipica costellazione invernale in parte circumpolare, dal momento che si estende
dai 56 ai 28 gradi di declinazione; estesa 657 gradi quadrati, é dominata dalla brillante
Capella (
Aurigae), la sesta stella piú luminosa del firmamento.
L'Auriga viene talvolta chiamato Cocchiere.
Origini e mitologia:
dal punto di vista mitologico vi sono interpretazioni diverse. Secondo una prima
interpretazione rappresenta l'auriga Mirtillo, figlio di Mercurio e cocchiere del re Enomao.
Secondo altre interpretazioni rappresenta invece Erittonio, figlio
del dio Vulcano, che inventó la quadriga e divenne re di Atene.
Il termine ``capella'' é latino e significa ``capretta''; secondo la mitologia venne
infatti identificata con la capra Amaltea, la
nutrice di Giove, che si era spezzata un corno contro un albero; le ninfe lo raccolsero e
lo coronarono di fiori, onde Giove promise loro che da questo corno sarebbe scaturito
tutto ció che avessero desiderato; per questo fu chiamato ``corno dell'abbondanza'' o
``cornucopiae''.
Stelle:
l'Auriga contiene Capella (
), la sesta stella di tutto il cielo per luminositá.
Il suo colore é giallo, la magnitudine 0.06 e la distanza di 45 anni-luce.
Capella é una stella dello stesso spettro e temperatura superficiale del Sole, ma, a
parte ció, ha ben poco in comune con la nostra stella.
Innanzi tutto é una doppia spettroscopica le cui componenti, risolte con un
interferometro, hanno mostrato una separazione di soli 5 centesimi
di secondo d'arco.
Inoltre, le 2 stelle del sistema sono piú massicce del Sole, con masse pari
rispettivamente a 2,7 e 2,6 volte quella solare, il che le pone, in riferimento al
diagramma HR, nel ramo delle giganti.
Combinando la loro distanza apparente con quella a cui il sistema é situato da noi
possiamo determinare la distanza effettiva delle 2 componenti che risulta cosí
essere di un centinaio di milioni di chilometri.
Trovandosi a una declinazione di 46 gradi, Capella é circumpolare per chi osserva dalla
latitudine di Milano o, meglio ancora, dalla cerchia delle Alpi, anche se i marcati
fenomeni di estinzione atmosferica, inevitabili a pochissimi gradi sull'orizzonte ne
rendono problematica l'identificazione nei periodi in cui é alla minima altezza.
La seconda stella per luminositá é
, di nome Menkarlina, colore bianco e
distanza di 72 anni-luce.
Altre tre stelle sono sotto la magnitudine 3. La stella
, una variabile ad
eclisse ha luminositá intrinseca molto alta, in quanto
si trova a ben 3.300 anni-luce.
Oggetti del cielo profondo:
contiene tre ammassi aperti molto belli, M36, M37, M38. M37 é il piú ricco e
luminoso, si trova a circa 4200 anni-luce.
Visibilitá:
la stagione di migliore visibilitá serale é l'inverno: l'Auriga culmina a mezzanotte nel
mese di dicembre, passando praticamente allo zenit. A causa della sua posizione prossima
al polo celeste, l'Auriga si rende visibile per un lungo periodo, con
esclusione dell'estate.
Cancer - Cancro (Cnc)
Descrizione generale:
questa costellazione zodiacale boreale, che in italiano dovrebbe essere chiamata Granchio,
copre circa 300 gradi quadrati di cielo, ma non é molto appariscente, perché le sue
stelle piú brillanti sono solo di magnitudine 4; anzi, la si puó individuare proprio in
base a una carenza di stelle che si nota tra i Gemelli e il Leone.
Il Sole la attraversa durante
l'ultima decade di luglio e durante la prima decade di agosto.
Origini e mitologia:
questa costellazione fa parte di quelle "originali", introdotte da Tolomeo.
Il Cancro rappresenta un granchio che fu inviato da Giunone per salvare l'Idra, il mostro
con sette teste che stava combattendo contro Ercole. Quest'ultimo uccise il
granchio, che peró, per ricompensa, fu posto in cielo. Gli egizi lo identificarono con
uno scarafaggio.
Una spiegazione popolaresca, vorrebbe questa costellazione collegata al fatto che il Sole,
giunto al solstizio estivo (ossia nel punto piú alto dell'eclittica che un tempo si
trovava in questa costellazione) cominci a procedere a ritroso come un gambero.
Anche il nome di uno dei piú belli e famosi ammassi galattici che
contiene, il Praesepe, nulla ha a che vedere col presepio introdotto da Francesco D'Assisi
nel 1223, tant'é vero che giá Plinio il Vecchio ne parlava come di una ``mangiatoia'' o
``greppia'' contornato da due asinelli - le due stelle
e
Cancri - che
presero appunto il nome di ``Asellus Borealis'' e ``Asellus Australis''. I popoli anglofoni
chiamavano quest'oggetto Beehive (``alveare'').
Stelle:
il Cancro non presenta stelle sotto la magnitudine 3; la stella piú luminosa é
,
di magnitudine 3.52 e di colore arancione.
Degne di nota sono le stelle
e
come abbiamo giá visto
i due asinelli tra i quali giace lo splendido ammasso del Presepe (M44).
Oggetti del cielo profondo:
in questa costellazione, come giá affermato si trova M44, un ammasso aperto detto
Presepe o anche Alveare, proprio per la grande quantitá di stelline che vi si trovano
ammassate. M44 é giá visibile ad occhio nudo sotto cieli bui,
ed é bellissimo se osservato in un binocolo. Il Cancro presenta anche M67, un altro
ammasso aperto, meno appariscente.
Visibilitá:
il Cancro ha la sua miglior visibilitá serale durante il tardo inverno e la prima parte
della primavera. Culmina a mezzanotte durante il mese di aprile.
Gemini - Gemelli (Gem)
Descrizione generale:
é una bella ed importante costellazione zodiacale che copre poco piú di 500 gradi
quadrati.
É la costellazione zodiacale che si spinge piú a nord sulla volta celeste.
É dominata dalle 2 stelle piú brillanti che sono
appunto Castore e Polluce (
e
Geminorum rispettivamente).
Probabilmente, al tempo in cui il Bayer denominó le varie stelle con le lettere
dell'alfabeto greco, le 2 piú brillanti dei Gemelli erano stimate della stessa
luminositá, per cui stabilí di assegnare le prime 2 lettere nell'ordine nel quale i
due gemelli vengono comunemente citati. Oggi sappiamo invece con
certezza che la
é di quasi mezza magnitudine piú brillante di
, e questa
piccola differenza si puó notare abbastanza facilmente a occhio nudo.
Il Sole vi entra subito dopo il solstizio
estivo e vi permane fino alla fine della seconda decade di luglio.
Origini e mitologia:
rappresenta Castore e Polluce, i gemelli, figli della regina di Sparta Leda.
Polluce era l'unico ad essere immortale e quando il gemello fu ucciso, pregó gli dei di
fare sí che anche il fratello potesse essere immortale. Polluce fu
ascoltato e Castore fu riportato in vita.
Stelle:
a dominare questa costellazione sono Castore (
) e Polluce (
), di magnitudine
rispettivamente 1.58 e 1.14 e si trovano rispettivamente a 45 e 35 anni-luce.
Polluce é quindi la piú luminosa ed é di colore arancione essendo una gigante rossa
(17-esima stella di tutto il cielo per luminositá).
Castore al contrario é bianca, ed anche una stella
doppia alla portata di buoni strumenti amatoriali: due stelle bianche di classe
spettrale AO di magnitudine rispettivamente 2 e 2,8, separate da un paio di secondi o piú.
Queste componenti vengono usualmente denominate Castore A e Castore B e furono forse
scoperte da Cassini nella seconda metá del XVII secolo. Fu peró Bradley, dopo averle
osservate per decenni a partire dal 1718, a notare che mutavano la loro reciproca posizione; nel 1803 W. Herschel annunciava che quel sistema era realmente legato fisicamente.
Ma non é tutto. A 73 secondi d'arco di distanza da questa coppia troviamo una stellina di
magnitudine 9 nota ai variabilisti con la sigla YY Geminorum che é stata denominata
Castore C in quanto é gravitazionalmente legata alla coppia precedente.
Le sorprese non sono finite perché studiando
Castore con strumenti professionali, ci accorgiamo che ognuna delle 3 componenti é a sua
volta una doppia spettroscopica: si tratta ovvero di una stella la cui duplicitá si puó
evincere soltanto dal comportamento delle righe spettrali.
YY Geminorum é costituita da due stelle arancioni che ruotano
in meno di 20 ore; insieme a Castore A e B forma dunque un sistema sestuplo.
Nei Gemelli vi é poi una
terza stella di magnitudine inferiore a 2. É , di nome Alhena e magnitudine 1.93,
una stella bianca distante 105 anni-luce.
Vi sono poi altre due stelle con magnitudine inferiore a 3 ed altre 8 di magnitudine
inferiore a 4.
Oggetti del cielo profondo:
presenta un bell'ammasso aperto: M35, alla portata di un normale binocolo. Vi é anche una
interessante nebulosa planetaria.
Visibilitá:
questa costellazione, é ben visibile durante la stagione invernale. Culmina molto alta a
mezzanotte durante il mese di gennaio.
Orion - Orione (Ori)
Descrizione generale:
é senza dubbio la piú bella costellazione del cielo invernale, per la forma
caratteristica, le inconfondibili 3 stelle luminose allineate nella direzione NW-SE, la
presenza di stelle luminose e di oggetti
interessanti. Si trova esattamente a cavallo dell'equatore celeste e copre quasi 600 gradi
quadrati.
Origini e mitologia:
rappresenta il mitico cacciatore che si vantava di poter uccidere qualsiasi creatura della
Terra. Fu ucciso da uno Scorpione che lo punse. Per questo motivo, lo Scorpione
(costellazione estiva boreale) ed Orione, acerrimi nemici si trovano in punti opposti del
cielo e non possono mai essere visti contemporaneamente. Orione dopo la puntura mortale fu
resuscitato da Esculapio, il figlio di Apollo e di Coronide, ma fu definitivamente
eliminato da Diana, la dea della caccia che vedeva in lui un pericoloso concorrente per le
sue abilitá venatorie.
Stelle:
Orione presenta due stelle di prima grandezza. La prima é Rigel (
) di colore
bianco-azzurro e magnitudine 0.12, che si trova ad almeno 900 anni-luce.
Questa stella é la settima di tutto il cielo per luminositá.
É una bellissima gemma di un colore bianco-azzurro, ma la sua luminositá intrinseca é
enorme: 57.000 volte maggiore di quella del Sole. Chi possiede un minimo di conoscenza in
astronomia sa bene che é Sirio la stella piú luminosa del cielo, ma quest'ultima non si
trova a neppure 9 anni-luce da noi mentre la distanza di Rigel risultata essere intorno
ai 900 anni-luce. Provando dunque a immaginarla al posto di Sirio ci
accorgeremmo che brillerebbe di magnitudine -10, sarebbe, cioé, 200 volte piú
splendente di Venere al suo massimo.
Ma perché Rigel é cosí intrinsecamente brillante? La risposta é semplice:
perché é una stella molto massiccia (25 volte la massa del Sole) e perché la
luminositá di una stella va come la massa elevata a 3.
La seconda é la rossa Betelgeuse (), di
magnitudine media 0.7 (é una stella variabile), che si trova a circa 600 anni-luce ed é
la decima stella del cielo per luminositá.
Betelgeuse occupa il vertice opposto, rispetto a Rigel, del grande rettangolo di Orione.
In arabo questa stella veniva denominata, oltre che menkib al-jauzah, la
``spalla del gigante'', anche yad al-jauzah, cioé ``la mano del gigante''.
Betelgeuse é una supergigante rossa semiregolare che varia tra la magnitudine 0.4 e la
1.3 in un periodo superiore a 5 anni. Il diametro é stimato
attorno a 400 volte quello del Sole; se fosse situata al posto di quest'ultimo arriverebbe
comodamente a inglobare il Sistema Solare oltre l'orbita di Marte.
É la prima stella di cui é stata tentata una misurazione diretta
del diametro angolare; questo avvenne nel 1920 con il celebre interferometro di Michelson,
strumento entrato nella storia della scienza perché fu con esso che il fisico americano,
assieme al collega Morley, dimostró, tramite ingegnosi esperimenti sulla propagazione dei
raggi luminosi, l'incongruenza della teoria dell'etere.
Betelgeuse ha dunque un diametro apparente apprezzabile e di fatto il Telescopio Spaziale
Hubble, grazie al suo straordinario potere risolutivo, é riuscito a mostrare qualche vago
dettaglio della sua superficie.
Le misure effettuate hanno fornito per il disco della stella un
valore di 0,045 secondi d'arco; non é poco, ma corrisponde pur sempre allo spessore di un
capello visto alla distanza di 400 metri.
Completano il quadrilatero principale Bellatrix ( - m=1.64) e Saiph
(
- m=2.06).
La cintura di Orione (le tre stelle allineate al centro del quadrilatero) comprende
Mintaka (
,
Alnilam (
, la piú luminosa del gruppetto) e Alnitak (
)
di magnitudini rispettive 2.23, 1.70, 1.77. In totale Orione comprende
otto stelle sotto la magnitudine 3 e 15 sotto la magnitudine 4.
Oggetti del cielo profondo:
in Orione si trova la piú famosa e bella nebulosa, alla portata anche di un comune
binocolo. La nebulosa di Orione, catalogata come M42, si trova tra i 1600 e i 1900
anni-luce ed é una zona dove si stanno formando nuove
stelle. In Orione si trova anche la famosa nebulosa oscura ``Testa di cavallo'', cosí
chiamata per il suo aspetto, che peró puó essere rivelata solo dalle fotografie a lunga
posa.
Visibilitá:
Orione é costellazione tipicamente invernale. É peró giá visibile nel tardo
autunno e rimane visibile anche agli inizi
della primavera. La culminazione a mezzanotte ha luogo in dicembre.
Perseus - Perseo (Per)
Descrizione generale:
é una bella costellazione del cielo boreale di 615 gradi quadrati che trovandosi
a cavallo del 45-esimo parallelo celeste culmina allo zenit durante il suo peregrinare
attorno al Polo.
Se non é sicuramente agevole osservare oggetti molto alti sull'orizzonte, si puó peró
scegliere il momento piú opportuno per individuare Perseo durante l'autunno e l'inverno.
Le stelle piú brillanti della costellazione ricordano - molto vagamente - una K, ma non
certamente un uomo con in mano una testa mozzata, come vorrebbe la sua origine leggendaria.
Origini e mitologia:
Perseo, nella mitologia, é l'eroe che uccise Medusa. Perseo inoltre salvó Andromeda dal
mostro marino (Cetus) a cui la fanciulla doveva essere sacrificata per placare le ire di
Nettuno, e dopo questa azione eroica Perseo sposó Andromeda. Le due
costellazioni infatti si trovano vicine. La stella Algol (
Persei dall'arabo
``testa del demonio''), rappresenta
invece la testa della Medusa.
Stelle:
Perseo presenta cinque stelle sotto la magnitudo 3 ed altre sette stelle sotto la
magnitudo 4.
La stella
(Algol) é la stella piú famosa dell'asterismo: é un
complesso sistema multiplo, caratterizzato da
una luminositá variabile che oscilla ciclicamente in pochi giorni, a causa
dell'eclissarsi reciproco delle stelle che lo compongono.
Algol é sempre stata considerata una stella diabolica e tradizionalmente viene detta
``stella del demonio''.
Ma come apparirebbe Algol a un ipotetico osservatore che potesse vederla da una distanza
ravvicinata?
In base a osservazioni fotometriche e spettroscopiche
gli astronomi hanno potuto stabilire che le mutue eclissi
sono causate da due astri molto diversi: il primo, denominato Algol A, é una stella
azzurra (classe spettrale B), con temperatura superficiale di 11.000 gradi e un raggio di 2
milioni di chilometri; il secondo - Algol B - é invece una stella arancione (e quindi
decisamente più fredda), ma piú grande della primaria, con un raggio di 2 milioni e
mezzo di chilometri. Le 2 stelle, certamente deformate da marcate interazioni mareali,
sono separate da una distanza di poco superiore alla somma dei 2 raggi, ma il sistema é
talmente lontano - circa 100 anni luce - che nemmeno con il piú potente telescopio é
possibile separarle.
Algol non é comunque soltanto una doppia ma ha una compagna la cui presenza poté
essere confermata solo alcuni anni fá.
La stella piú brillante dell'asterismo é peró
Persei o Mirfak, vale a dire ``gomito'', un termine molto curioso il cui
significato non é chiaro.
É una stella bianco-gialla con una temperatura superficiale di poco superiore a
6000 gradi e quindi poco piú calda del Sole.
La luminositá é, peró, ben 6600 volte maggiore a quella della nostra stella, il che la
pone nel ramo delle supergiganti.
Per quanto invece concerne la massa
il valore ammonta a una 20-ina di masse solari. Se un astro cosí massiccio e
intrinsecamente luminoso appare come una stella di seconda grandezza, ció é dovuto
ovviamente al fatto che é molto distante. La sua distanza é infatti di circa
600 anni-luce.
Se osserviamo Mirfak in una serata limpida anche senza alcun ausilio
ottico ci si potrá accorgere che essa é situata all'interno di un gruppo di stelle
abbastanza evidente. Questo agglomerato che, peró, giá in un binocolo appare molto
disperso, costituisce un'associazione stellare nota come Perseus III formata
prevalentemente da stelle azzurre quindi molto giovani.
Mirfak appartiene all'associazione, che conta una 60-ina di componenti, e di fatto ne é
il membro piú brillante.
Oggetti del cielo profondo:
l'oggetto piú bello della costellazione é il doppio ammasso ``h e
Persei'',
che si trova ai confini con
Cassiopea. Consiste in due ricchi e luminosi ammassi aperti, giá visibili ad occhio nudo,
sotto cieli bui, e che giá attraverso un
binocolo ci appaiono come un brulicare di stelline tra di loro ammassate.
M34 é anch'esso un bell'ammasso aperto presente in Perseo.
In questa costellazione vi é poi una nebulosa planetaria catalogata
da Messier, ma in realtá piuttosto debole: M76.
Visibilitá:
Perseo é una costellazione che si trova a latitudini abbastanza alte e che per questo
risulta visibile per lunghi periodi
durante l'anno. La stagione in cui si trova piú alta in ore serali é l'autunno.
Culmina infatti a mezzanotte in novembre, passando
pressoché allo zenit.
Taurus - Toro (Tau)
Descrizione generale:
é una bella e luminosa costellazione dello zodiaco
che copre 800 gradi quadrati, situata nel cielo boreale.
La costellazione é a forma di V che
ne disegna la testa, con un occhio marcato dalla
stella Aldebaran (
Tauri)
mentre le corna sono individuate
dalle stelle
e
.
Fu la prima costellazione dello zodiaco ad ospitare l'equinozio di primavera, dato che, in
tempi antichi, il ``punto
'' cadeva vicino ad Aldebaran.
Contiene stelle luminose ed oggetti interessanti tra cui il celebre ammasso delle Pleiadi.
Il Sole attraversa il Toro nella seconda metá di maggio ed in giugno, fino al
solstizio estivo.
Origini e mitologia:
questa costellazione rappresenta il Toro in cui si trasformó Giove (Zeus) per rapire
Europa, la figlia del re fenicio.
Giove, trasformatosi in un bellissimo e possente toro bianco, si mimetizzó in un gregge
di giovenche che pascolava vicino alla spiaggia di Europa.
Imprudentemente la giovane osó montargli in groppa e il toro, dapprima sembró
prestarsi al gioco della fanciulla, trotterellando
allegramente sulla riva; ma, all'improvviso, cominció a galoppare piú velocemente e ad
entrare in acqua, avanzando e nuotando verso il largo.
La folle corsa terminó a Creta dove Zeus si congiunse con Europa; da questa unione nacque
Minosse, il famoso re cretese che fece costruire il palazzo di Cnosso.
Zeus si mostró nei confronti della sua amante particolarmente gentile e premuroso,
offrendole numerosi regali, fra cui il meraviglioso cane che divenne, secondo la leggenda,
la costellazione del Cane Maggiore.
Per quanto riguarda l'ammasso delle Pleiadi (o M45)
il primo riferimento conosciuto all'ammasso é
una citazione di Esiodo, risalente circa al 1.000 a.C.. Omero ne fa menzione
nell'Odissea, e nella Bibbia compaiono tre riferimenti alle Pleiadi.
Sono chiamate anche "Le Sette Sorelle", il nome giapponese invece é ``Subaru'',
utilizzato per l'omonimo marchio automobilistico. Le antiche
denominazioni europee (per esempio quelle inglesi e tedesca) ci dicono che un tempo erano
paragonate ad una ``Chioccia con i pulcini''.
L'origine del nome "Pleiadi" potrebbe derivare dalla parola greca ``plein'' che indica il
``navigare'' o dalla parola ``pleios'' che significa
``abbondanza'' o ``moltitudine''.
Ma l'ipotesi piú accreditata é che derivi
dalla mitologica Pleione moglie di Atlante e madre delle Sette Sorelle.
Seguendo la mitologia greca, le stelle principali hanno il nome delle sette figlie:
Alcione, Asterope (una stella doppia), Elettra,
Maia, Merope, Taigeta e Celaeno.
Per quanto riguarda le Iadi (sorelle delle Pleiadi) in antichitá segnavano, al loro
sorgere, l'inizio della stagione piovosa, donde il loro nome che significa, appunto,
"piovose".
Stelle:
la stella piú luminosa del Toro é la splendida Aldebaran (
), di colore
arancione e magnitudine 0.85, 13-esima stella di tutto il cielo.
Il suo nome significa ``la inseguitrice'', perché sembra inseguire le Pleiadi nel suo moto
sulla volta celeste e rapresenterebbe l'occhio ardente del Toro.
Questa stella non puó sfuggire neppure allo sguardo piú disattento: é una bellissima
gemma rossastra di prima grandezza situata a est delle Iadi (la testa del Toro), un gruppo
di stelle relativamente brillanti che costituisce un ammasso aperto di cui peró
Aldebaran non fa parte. Questa stella é una gigante rossa di tipo spettrale K5 distante
53 anni-luce e di diametro pari a 35 volte quello del Sole; se si trovasse al posto del Sole
arriverebbe quasi a fagocitare Mercurio durante la sua marcia di avvicinamento al perielio.
Lo stadio di gigante rossa costituisce un aspetto notevole nella sequenza evolutiva della
maggior parte delle stelle. In questa fase
l'espansione (e conseguente raffreddamento) dell'involucro esterno avviene
pressoché in concomitanza della contrazione delle zone centrali e la conseguente
formazione di un piccolo nucleo compatto e denso di gas degenerato, ossia profondamente
alterato nella sua struttura atomica a causa della fortissima pressione gravitazionale
cui é sottoposto.
Se la massa di questo nucleo risulta inferiore a 1,4 masse solari e se la massa
di partenza della stella é di circa 2-3 masse solari
una volta che l'involucro esterno si sará disperso nello spazio,
rimarrá ció che gli astronomi chiamano una
``nana bianca''. A un destino del genere non potrá certamente sottrarsi il Sole,
ma solo fra alcuni miliardi di anni.
La stella , chiamata
El Nath, si trova spostata, verso nord, in direzione dell'Auriga, costellazione di cui un
tempo faceva parte.
Il nome arabo significa ``l'estremitá'': essa rappresenta infatti la punta del corno
superiore dell'animale.
Questa stella ha magnitudine 1.65, colore bianco-azzurro é
distante 130 anni-luce ed é 290 volte piú brillante del Sole.
La terza stella del Toro per luminositá, é la piú brillante delle Pleiadi, Alcione
(
), di magnitudine 2.87 e colore bianco-azzurro.
Contando ovviamente anche le stelle appartenenti alle Pleiadi, nel Toro vi sono altre 13
stelle sotto la magnitudine 4.
Oggetti del cielo profondo:
nel Toro, vi sono diversi oggetti interessanti. Il piú bello é ovviamente M45,
l'ammasso delle Pleiadi, un gruppo di giovani stelle ben visibili ad occhio nudo, distanti
circa 400 anni-luce. Le Pleiadi sono stelle nate dalla stessa
nebulosa primordiale circa 100 milioni di anni fa. Ad occhio nudo é possibile
contarne 6 o 7, ma osservando con strumenti via via piú potenti, il loro numero cresce.
I moderni metodi di osservazione hanno rivelato un migliaio di stelle
che si estendono per un campo di oltre due gradi (quattro volte il diametro della Luna).
Rispetto ad altri ammassi aperti, la densitá é abbastanza bassa.
É questo uno dei motivi per cui si ritiene che le Pleiadi siano destinate, come ammasso,
ad una vita piuttosto breve.
La visione delle
Pleiadi é comunque giá eccezionale in un semplice binocolo, per cui vale veramente la
pena osservarle. Un altro ammasso
rimarchevole é quello delle Iadi, stelle mediamente luminose che i trovano nei dintorni
di Aldebaran. le Iadi sono molto piú
sparpagliate rispetto alle Pleiadi, anche a causa della loro minor distanza (140 anni-luce).
Ultimo oggetto importante del Toro é la Nebulosa Granchio, catalogata come M1, che é il
residuo della esplosione di una supernova, che fu rilevato nel 1054 dagli astronomi cinesi.
La sua distanza é` di circa 6300 anni-luce.
Al suo centro si trova il resto della
stella esplosa, una piccola stella di neutroni in
rapida rotazione (pulsar) su se stessa ma dotata di
una fortissima attrazione gravitazionale.
Visibilitá:
il Toro é una costellazione che caratterizza il cielo del tardo autunno e dell'inverno.
La culminazione a mezzanotte avviene infatti in dicembre.
Glossario:
Afelio:
l'afelio é il punto di minima vicinanza al Sole lungo l'orbita di un corpo che orbita
attorno al Sole.
La Terra ha l'afelio a 152 milioni di chilometri che viene raggiunto il 4 luglio e il
perielio (punto di massima vicinanza al Sole) a 147 milioni di chilometri raggiunto il
3 gennaio (distanza media 149,6 milioni di chilometri).
Ammasso stellare:
Agglomerato di stelle tenute insieme dalla reciproca attrazione
gravitazionale; un ammasso aperto é un insieme di qualche
centinaio o migliaio di stelle, di forma irregolare;
un ammasso globulare é piú compatto, di forma sferoidale e contiene fino a
qualche centinaia di migliaia di stelle.
Anno-luce:
La luce ha una velocitá finita, essa riesce a coprire quasi 300.000 km per ogni secondo.
Se invece di un secondo consideriamo un anno (che corrisponde a 31.5 milioni di secondi),
essa fará un tragitto lunghissimo denominato anno-luce, che sfiora i 10.000 miliardi di Km
ovvero è uguale a 63.240 U.A.
Questa unitá di misura é necessaria
se vogliamo misurare le distanze stellari, oppure addirittura le distanze tra le galassie.
Asse celeste:
é il prolungamento all'infinito dell'asse di rotazione terrestre.
Culminazione:
passaggio di un astro per il meridiano del luogo. Un astro passa due volte per il
meridiano nel corso della giornata. Quando l'astro é
sopra l'orizzonte, alla distanza minima dallo zenit, si parla di culminazione superiore.
Doppia spettroscopica:
le stelle doppie spettroscopiche sono stelle binarie con le
componenti talmente vicine da non potersi separare mediante telescopi usuali e che vengono
quindi riconosciute come tali solo dallo sdoppiamento periodico delle righe spettrali.
Per essere riconosciute come binarie spettroscopiche le due stelle devono
ruotare attorno al comune baricentro in un piano che
non sia ortogonale alla nostra linea visuale. In questo modo ciascuna delle due componenti
si troverá alternativamente in avvicinamento o in allontanamento rispetto a noi; dal
momento che per effetto Doppler le righe spettrali saranno spostate leggermente ora verso
il rosso, ora verso il blu, il risultato
si tradurrá in un allargamento delle stesse (o addirittura in uno sdoppiamento se le
velocitá orbitali sono sufficientemente elevate), che si verifica con una periodicitá
equivalente alperiodo orbitale dei due astri.
Eclittica:
il percorso annuale ed apparente del Sole lungo la sfera celeste, che non é altro che la
proiezione celeste del piano orbitale disegnato dalla Terra. Il piano in cui giace
l'eclittica é inclinato di 23,5 gradi rispetto a quello dell'equatore celeste.
Equatore celeste:
é l'intersezione del prolungamento del piano
equatoriale terrestre con la sfera celeste.
Equinozio:
istante in cui il Sole, che si muove sull'eclittica, interseca l'equatore celeste.
Vi sono due equinozi, quello di primavera (21 Marzo) e
quello d'autunno (23 Settembre). In queste date la durata del dí é uguale a quella
della notte.
Magnitudine:
É l'unitá numerica usata per descrivere la luminositá degli oggetti astronomici.
Piú piccolo é il valore piú grande é la luminositá dell'oggetto.
La scala della magnitudine é logaritmica, con una differenza in luminositá tra una
magnitudine e l'altra di 2,5 volte; una variazione di 5
magnitudini significa che, in luminositá, il cambiamento á esattamente di 100 volte.
Queste definizioni e comportamenti complicati sono dovuti a motivi fisiologici.
L'occhio umano percepisce le differenze luminose non in progressione lineare, vale a dire
come differenze di luminositá, ma in progressione
logaritmica, cioé se noi vediamo due stelle, e diciamo che esse sono tra di loro
distanziate in luminositá di 1 magnitudine in realtá ció non é vero:
l'energia luminosa che ci arriva tra la piú luminosa e la meno luminosa ad esempio é pari
a 2.5 ma noi vediamo solo una differenza pari a 1 gradino.
Adottando la scala logaritmica inoltre, le
magnitudini coincidono con le classi di magnitudine degli
antichi cataloghi. La scelta del ``meno'' é piuttosto infelice, perché
in tal modo gli oggetti piú luminosi corrispondono a magnitudini rappresentate da numeri
bassi.
Il primo tentativo, puramente qualitativo, di misurazione della luminositá stellare si
deve ad Ipparco di Nicea (II sec. a.C.); piú che misurazione
dell'intensitá luminosa esso si deve considerare come una classificazione.
Le stelle vennero divise in 6 classi o ``grandezze'', dalle piú luminose a
quelle appena percepibili ad occhio nudo. Si noti che con il termine ``grandezza'' non si
intendeva la dimensione degli astri, ma solo la loro emissione luminosa percepibile dai
nostri occhi.
Tale sistema rimase valido fino al XIX secolo, quando con l'avanzare delle scienze
astronomiche si richiedeva una maggiore precisione nella
descrizione dei fenomeni, e quindi un metodo sicuro di misurazione della luminositá.
L'occhio umano puó vedere sino ad oggetti di magnitudine 6 o 7 in luoghi bui,
cieli puliti e lontano dalle luci delle cittá; nelle periferie o nelle cittá, le
stelle visibili sono solo quelle di 2, 3, 4 magnitudine a causa dell'inquinamento luminoso.
La stella piú luminosa, Sirio, ha la magnitudine visuale di -1,5, mentre Giove ha circa
una magnitudine di -3 e Venere una di -4; Saturno ha una magnitudine di 0.71 paragonabile
ad Aldebaran, l'occhio ardente del Toro. La Luna piena
arriva a quasi alla magnitudine di -13 e il Sole si avvicina a -26.
La magnitudine apparente di una stella misura la luminositá
con la quale l'astro ci appare da terra, cioé alla sua distanza reale;
la magnitudine assoluta misura invece la luminositá che esso avrebbe se fosse
posto ad una distanza standard di 10 parsec.
Per esempio il Sole posto ad una distanza di 10 parsec avrebbe
una magnitudine assoluta di 4,79, mentre Sirio di 1,41.
Nana bianca:
Le nane bianche rappresentano lo stadio finale della vita di stelle di piccola massa.
Il prototipo di questo tipo di stelle é Sirio B, la compagna della
piú nota stella Sirio, con la quale forma un sistema binario.
Durante e dopo la fase di gigante rossa la stella si spoglia dei suoi
strati esterni e la parte restante va incontro ad un rapido collasso.
Se la massa rimanente, quella del nucleo stellare, é inferiore ad un certo limite
critico, pari a 1.44 volte la massa del Sole, il collasso ad un certo punto si arresta e la
stella trova una configurazione di equilibrio stabile, diventando una nana bianca.
Tanto maggiore é la massa iniziale della stella, tanto minore é il raggio finale
della nana bianca. Questo tipo di stella é molto piccola, densa e compatta, in
rapida rotazione. Essa deve il suo nome al fatto che ha un raggio molto minore di una
stella normale, ed essendo caldissima, emette luce bianca.
Una nana bianca ha una massa confrontabile con quella del Sole e dimensioni
di un pianeta come la Terra. Il gas della nana bianca é completamente degenere,
ad eccezione di uno straterello superficiale di materia che si trova
allo stato fisico ordinario, prevalentemente idrogeno ed elio.
La degenerazione di un gas (di elettroni, di neutroni o di ioni) si instaura quando esso
viene compresso fino oltre una certa densitá critica. In un gas degenere, nello spazio
normalmente occupato da un solo atomo si trovano centinaia di
migliaia di particelle. In una nana bianca, la materia é compressa fino a densitá
di 106 - 107 grammi per cm: a queste densitá, una quantitá di
materia delle dimensioni di una zolletta di zucchero peserebbe piú di un'automobile qui
sulla Terra. Pur essendo cosí compressa, la materia al suo
interno si trova peró allo stato gassoso, contrariamente a quanto avverrebbe per la
materia normale, che ad alte pressioni solidifica.
Un gas degenere é estremamente resistente ad un'ulteriore compressione, perché esercita
esso stesso una fortissima pressione: é questa pressione
che sostiene la nana bianca. La stella non puó piú contrarsi ed innescare la fusione
nucleare al suo interno: una nana bianca perció é una stella
``morta'', destinata a splendere a spese della sua energia interna, senza poterne produrre di
nuova. D'altra parte, la temperatura iniziale di una nana
bianca puó raggiungere i 100.000 gradi ed il suo raffreddamento, fino a temperature
prossime allo zero, richiede svariati miliardi di anni; tenendo
conto che l'etá dell'universo e' di 15-20 miliardi di anni, é probabile che nessuna
nana bianca sia ancora giunta alla sua ``morte termica''.
Meridiano celeste:
quel cerchio massimo passante per lo zenit, il nadir ed i poli celesti, che non é altro
che la corrispondente proiezione del meridiano geografico, uno dei circoli massimi delle
coordinate terrestri.
Orizzonte astronomico:
l'intersezione del piano tangente al luogo di osservazione con la sfera celeste, che
incrociando a sua volta il meridiano e l'equatore crea rispettivamente i punti cardinali
Nord/Sud ed Est/Ovest.
Parsec:
abbreviazione di ``parallasse secondo''.
É la distanza dalla quale un osservatore vedrebbe il raggio medio
dell'orbita terrestre (cioé una unitá astronomica) sotto un angolo di 1
secondo d'arco. Corrisponde a 3.26 anni-luce, a 206.000 U.A. e a 30.640
miliardi di Km.
Perielio:
il perielio é il punto di massima vicinanza al Sole lungo l'orbita di un corpo che orbita
attorno al Sole.
La Terra ha il perielio a 147 milioni di chilometri che viene raggiunto il 3 gennaio e
l'afelio (punto di minima vicinanza al Sole) a 152 milioni di chilometri raggiunto il 4
luglio (distanza media 149,6 milioni di chilometri).
Poli celesti:
cioé Polo Nord Celeste e Polo Sud Celeste: sono i due punti d'intersezione dell'Asse
celeste con la sfera celeste.
Punto di mezzo cielo:
l'intersezione del meridiano celeste con l'equatore celeste.
Segni zodiacali:
simboli che nell'antichitá indicavano tratti dell'eclittica di 30 gradi ciascuno.
Al tempo di Ipparco corrispondevano alle costellazioni zodiacali che il Sole attraversava
nel suo moto annuo. Oggi a causa del moto di precessione degli equinozi
questa corrispondenza non esiste piú.
Sfera celeste:
non percependo le diverse distanze che ci separano dai corpi celesti, questi appaiono tutti
proiettati su di una superficie sferica, di raggio infinitamente grande, al cui centro si
trova la Terra, il nostro punto d'osservazione. Per muoverci agevolmente lungo la sfera
celeste é necessario individuare allora delle guide e dei punti di riferimento che
coincideranno con i corrispondenti del nostro pianeta, essendone praticamente i prolungamenti
proiettati all'infinito: asse celeste, poli celesti ed equatore celeste.
Solstizio:
momento in cui il Sole si trova alla massima distanza dall'equatore celeste.
Vi sono due solstizi nel corso dell'anno. Per l'emisfero boreale nel giorno del solstizio
estivo (21 Giugno) il Sole descrive in cielo l'arco diurno piú alto e lungo; in quello
invernale (22 Dicembre) l'arco piú basso e corto dell'anno.
Il termine viene da ``sol-stat''. In quelle date il Sole sembra, al suo sorgere,
arrestare il cammino verso nord o verso sud per tornare indietro.
In questi due giorni il Sole risulta perpendicolare ai Tropici.
Stella di neutroni:
Questi insoliti astri si formano durante le fasi finali dell'evoluzione di una stella
con massa del nucleo compresa tra 1.44 e circa 3 volte la massa del
Sole. Dopo aver esaurito la catena dei bruciamenti nucleari, la stella si contrae
bruscamente, sotto la propria spinta gravitazionale, mentre gli strati
esterni si espandono. La stella subisce un collasso cosí violento da non riuscire a
riassumere a configurazione di equilibrio di nana bianca, come le
stelle piú piccole. Essa raggiungerá l'equilibrio in uno stato ancora piú estremo,
diventando una stella di neutroni. Il collasso prosegue infatti
finché gli stessi nuclei atomici si frantumano e i protoni si fondono con gli elettroni,
formando un ``mare'' di neutroni degeneri ad altissima densitá
(1013 - 1014 grammi per cm). La pressione dei neutroni degeneri sostiene la stella,
impedendone un'ulteriore collasso.
Si sa ancora poco sulla struttura interna e sullo stato fisico di una stella di questo tipo,
tranne che possiede un campo gravitazionale ed un campo magnetico estremamente intensi.
Inoltre, una stella di neutroni dev'essere in rapidissima rotazione su se stessa, proprio
a causa della propria contrazione: come una pattinatrice sul ghiaccio si mette a ruotare
piú rapidamente quando raccoglie le braccia al corpo e viceversa rallenta quando
le estende, cosí una stella o una nube di gas si mettono in rotazione attorno al
proprio asse durante una contrazione.
Una massa confrontabile con quella del Sole si é ridotta alle dimensioni di un grosso
asteroide: le dimensioni tipiche di una stella di neutroni sono
infatti di circa 30 Km di diametro.
A quelle densitá, una quantitá di materia grande quanto una zolletta di zucchero
avrebbe una massa pari a quella di tutta l'umanitá.
Le stelle di neutroni non emettono luce come le stelle, perció non sono ``visibili''
nel senso stretto del termine. Tuttavia ne sono state individuate
diverse sulla base di evidenze indirette: esse danno luogo infatti al fenomeno delle
pulsar. Nel 1967, i radioastronomi si accorsero di alcune strane
sorgenti, delle specie di ``radiofari'' che emettevano impulsi radio ad intervalli
regolari e molto brevi, dell'ordine delle frazioni di secondo. In
seguito questo fenomeno venne spiegato come una stella di neutroni in rapida rotazione e
dotata di una campo magnetico molto intenso:
quest'ultimo creerebbe infatti un forte campo elettrico. Sottoposti a questo campo e
lettrico, gli ioni e soprattutto gli elettroni presenti vengono
sospinti fuori dai poli magnetici della stella; spiraleggiando attorno alle linee del campo
magnetico, gli elettroni vengono decelerati ed emettono radiazione di sincrotrone. Se
l'asse magnetico della stella (che non necessariamente coincide con quello di rotazione)
punta nella nostra direzione possiamo osserviamo un lampo di radiazione.
Le pulsar non emettono soltanto nella banda radio, ma anche nell'ottico,
nell'ultravioletto, nelle bande X e gamma, con lo stesso periodo degli
impulsi radio. Queste radiazioni vengono emesse a spese dell'energia della stella,
la quale rallenta progressivamente la propria rotazione: il periodo
passa da una frazione di secondo fino a qualche ora o giorno.
Unitá Astronomica (U.A.):
L'Unitá Astronomica (U.A.) é quella distanza definita dal raggio medio dell'orbita
terrestre: equivale quindi a 149.600.000 Km. Se allora diciamo che il pianeta Giove ha una
distanza dal Sole di 5 Unitá Astronomiche vuol dire che é 5 volte piú distante dal Sole
rispetto a noi, cioé si trova a 748 milioni di Km dal Sole.
L'Unitá Astronomica é peró applicabile solo all'interno del nostro sistema solare o
di eventuali sistemi planetari di altre stelle.
Via Lattea:
É la fascia di luce diffusa che circonda la volta celeste e non é altro che
il disco della nostra Galassia visto dall'interno e deriva dalla combinazione della luce di
un gran numero di stelle. Questo termine viene comunemente usato per indicare l'intera
nostra Galassia.
Le principali costellazioni attraversate dalla Via Lattea sono: Perseo, Cassiopea, Cigno,
Aquila, Sagittario, Scorpione, Orione, Toro e Auriga.
La nostra Galassia é un sistema composta da circa 200 miliardi di stelle ed il nostro
Sole ne é uno dei membri.
Essa é di tipo spirale, composta da un nucleo sferoidale
situato al suo centro e da un disco di gas e polveri molto schiacciato, del diametro di
100.000 anni-luce e spesso poche migliaia di anni-luce. Il Sole si trova a circa
30.000 anni-luce dal suo centro, presso uno dei bracci a spirale che ne solcano il disco.
Essa viene chiamata (galassia) Via Lattea o, come viene designata solitamente, Galassia.
É una dei miliardi di galassie osservabili nel nostro universo ed appartiene ad un
raggruppamento di galassie denominato Gruppo Locale, del
quale fanno parte pure la spirale di Andromeda (M31), le sue satelliti M32 e M110,
la spirale del Triangolo (M33), le galassie di Maffei 1 e 2,
Leo 1 e 2, quella dello Scultore, quella dell'Orsa Maggiore, molte galassie nane ed una
nuova gigante scoperta dietro il nucleo della Via Lattea.
Il Gruppo Locale assieme ad altri ammassi di galassie, a sua volta, fa parte di una
struttura ancora piú grande, il Superammasso della Vergine,
il cui centro di massa é situato nella parte centrale dell'Ammasso della
Vergine. Quando e come la Via Lattea e le altre galassie esattamente si formarono
nell'Universo, é uno dei massimi settori d'indagine della moderna
astronomia.
Zenit:
il punto in cui la verticale del luogo (la direzione del filo a piombo) incontra la volta
celeste, ed il suo opposto il nadir.
Zodiaco:
é una fascia lungo l'eclittica di circa 9 gradi sopra e sotto il piano
dell'eclittica dove si trovano le 12 costellazioni che il Sole
attraversa nel corso dell'anno.