./ 0000755 0001750 0000144 00000000000 12322716702 010267 5 ustar misto users ./curiosita_luglio09.php 0000644 0001750 0000144 00000024356 11642560422 014540 0 ustar misto users
Scusa, ma non si capisce nemmeno il titolo!
Lo so, è fatto apposta per incuriosire...
Allora, cominciamo con il Megaparsec.
È una distanza che usano gli astronomi... Equivale a circa 3 milioni di anni luce.
Cioè è la distanza che la luce percorre in 3 milioni di anni...
E cosa c’entra il correre? mica possiamo "correre il Megaparsec"...
Noi no, ma ci sono delle particelle strane che sí, percorrono questa distanza, anzi, in realtà fanno anche più strada. Si chiamano raggi cosmici.
Sa di guerre stellari. Fanno male?
Di solito no.
Pensa che ad ogni istante ce ne sono decine che attraversano il nostro corpo...
Però non sono tutti uguali: ce ne sono tanti con energia bassa, pochi con energia alta, e pochissimi con energia altissima...
E di cosa sono fatti?
Sono protoni o nuclei di atomi come il ferro. Quindi sono piccolissimi.
È per questo che quelli che ci attraversano non ci fanno poi un gran male. Anche se dicono che possono essere tra i responsabili delle mutazioni..
O mamma, ci fanno OGM? (Organismi Geneticamente Modificati, ndr)
Ma no, gli OGM sono modificati dall’uomo, qui è tutto naturale.
Però "naturale" non vuol dire sempre "innocuo".
Pensa che i raggi cosmici più energetici, pur essendo dei protoni, hanno la stessa energia di una palla da tennis che va a 100 km all’ora...
E quando li hanno scoperti?
Circa un secolo fa.
Ci si era accorti di qualcosa di strano, di qualcosa che somigliava alla radioattività (che era stata appena scoperta). Per questo si pensava che provenisse dalla terra.
Allora Victor Hess, nel 1912, ha avuto l’idea di andare in mongolfiera per vedere se questa cosa strana diminuisse con l’altezza (Fig. 1).
L’idea era: se à prodotta dalla Terra, allora questo tipo di "radioattività" dovrebbe diminuire andando in alto... Invece ha trovato che aumentava.
E così ha scoperto che questi "raggi" venivano da fuori, dal "cosmo". Raggi cosmici, appunto.
Scusa, ma a noi comuni mortali perchà dovrebbero interessare, questi raggi cosmici?
Per almeno due buoni motivi.
Il primo è che sono dei messaggeri da altri mondi, al pari della luce prodotta da altre stelle, da altre galassie.
Il secondo è che sono le particelle più energetiche che conosciamo.
Pensa che il CERN, che serve ad accelerare le particelle, non arriva neanche lontanamente vicino alle energie che misuriamo nei raggi cosmici. E infatti, è proprio con i raggi cosmici che per esempio abbiamo scoperto l’antimateria (Fig. 2). Quando non c’erano gli acceleratori, si usavano i raggi cosmici...
E allora perchè adesso spendiamo così tanti soldi per il CERN, se i raggi cosmici sono meglio?
Non ho detto che sono meglio, ho detto che possono avere delle energie anche molto più grandi di quelle che si possono fare al CERN.
Ma anche ad energie più piccole i raggi cosmici sono pochi e sparpagliati.
Invece al CERN ne posso fare tanti e concentrati. E questo fa tutta la differenza.
E adesso come si fa a studiare i raggi cosmici?
Adesso ovviamente non ci si accontenta più di andare in mongolfiera.
Quelli di altissima energia sono rari, però sono anche quelli più interessanti. E misteriosi. Dopo un secolo non sappiamo ancora chi li fa.
Siccome sono rari, bisogna avere degli strumenti grandissimi per riuscire a vederne uno ogni tanto. Ma proprio ogni tanto..
Pensa che in Argentina hanno sparpagliato migliaia di strumenti su un’area di migliaia di km quadrati... E di questi raggi cosmici iper-energetici ne vedono solo una ventina all’anno....
Senti, mi hai fatto dimenticare il titolo: cosa c'entra con quello che mi stai raccontando?
C’entra, c’entra.
Ci sono buone probabilità che i raggi cosmici più enegetici siano dei protoni.
Se questo è vero, allora, per avere l’energia che misuriamo, dovrebbero nuoversi quasi alla velocità della luce.
Pensa che la loro velocità sarebbe lo 99, 999 99999 99999 99999 995 per cento della velocità della luce.
E allora? Tu mi hai detto che la luce ci impiega 3 milioni di anni per percorrere un Megaparsec. Quindi questi raggi cosmici ci metterebbero lo stesso tempo, anzi, un pizzico di più.
Vero, se chi tiene l’orologio sei tu che li guardi andare in giro.
Ma se l’orologio lo tengono loro, cioè i raggi cosmici, allora ci mettono solo 1000 secondi!
Ma vah!
Ma si, è tutto vero... Se è vera la relatività di Einstein, allora succede che i due orologi segnano dei tempi diversi, e per i raggi cosmici correre un megaparsec è una faccenda che sbrigano in un quarto d’ora...
Altro che Usain Bolt!
History
The Advanced Mirrors Technologies Group (AdMiT Group) started its activities in the late 80ies under the guide of Prof. Oberto Citterio for the development of the Nickel Electroforming technology.
This technology has been used to manufacture the X-ray mirrors shells of the optical module aboard the Beppo-SAX satellite.
After further developments, this technology was then applied with great success to the JET-X telescope (whose spare module was adopted for the SWIFT-XRT observatory) and the XMM-Newton X-ray telescope.
Nowadays
The research activities of the AdMiT Group are diversified. The main branches are:
Our research consists of the base technology development, spanning from research and study of the materials to be used, up to fine tuning of the step-by-step manufacturing process, the metrology of the mirrors and the simulations of optical designs.
In our labs we have a wide set of instruments that enables to characterize the mirrors in their shape (laser interferometer and profilometer up to 1 meter wide scans) to their surface microroughness (optical profilometer and atomic force microscopes).
In particular, for X-ray mirrors, we can test the reflectivity and scattering of mirrors samples in the soft and hard X-ray spectrum up to 50 keV.
Moreover, we have at our disposal a wide set of software tools for the cross-interpretation of the metrological results with X-ray data, most of them developed here, and updated continuously.
Staff
The AdMiT Group is now guided by Dr. Giovanni Pareschi (PI for the Nickel Electroforming technology)
with the collaboration of Dr. Mauro Ghigo (PI for the Glass and Ion Beam Figuring technologies).
The group is composed by:
staff researcher: Dr. Francesco Mazzoleni;
temporary staff researchers: Dr. Daniele Spiga, Eng. Stefano Basso,
post-doc researchers: Dr. Marta Civitani, and Vincenzo Cotroneo;
PhD students: Rodolfo Canestrari, Elisa Dell’Orto, Laura Proserpio and Giorgia Sironi;
technicians: Sergio Cantù, Marco Frigerio,Donato Garegnani and Renzo Valtolina;
secretary: Rachele Millul;
collaborator: Prof. Oberto Citterio andFranco Mazzoleni.
Guardando il cielo da una grande città si può avere l’impressione che i colori delle
stelle non si vedano a occhio nudo.
In realtà spostandosi in località più buie si
può apprezzare come le stelle non appaiano tutte uguali. Ci sono quelle più rosse e
quelle più blu, con tutta una serie di sfumature intermedie.
Partendo da questo fatto, nel 1910 gli astronomi Ejnar Hertzsprung e Henry Norris
Russell ebbero l’intuizione di produrre un diagramma in cui ogni stella occupa una
posizione determinata dal suo colore e dalla sua luminosità.
Al tempo non si sapeva ancora che le stelle funzionassero tramite reazioni nucleari, quindi qualsiasi
informazione osservativa poteva essere cruciale.
Certo, per avere la luminosità vera
di una stella bisogna conoscerne la distanza, ma lavorando con stelle in un ammasso
stellare siamo sicuri che la distanza sia più o meno la stessa.
Il diagramma che se ne ricava, chiamato diagramma colore-magnitudine o diagramma
Hertzsprung-Russell (a seconda della definizione precisa) è sorprendente.
Le stelle non si distribuiscono ovunque nel diagramma, ma soltanto in alcune zone.
In particolare, su una fascia diagonale che parte dalle stelle molto luminose e molto
blu, ovvero calde (in alto a sinistra) e arriva alle stelle deboli e rosse, molto
più fredde (in basso a destra).
È quella che si chiama "sequenza principale", per
ovvi motivi.
Altre stelle occupano una regione abbastanza complessa in alto a destra
mentre stelline deboli e calde appaiono in basso a sinistra.
Al tempo le teorie sul funzionamento delle stelle prevedevano per il sole una vita
di solo qualche decina di milioni di anni, mentre si sapeva che la terra è molto più
vecchia di così.
Dopo la presentazione di questo diagramma, Arthur Eddington propose
una spiegazione per il diagramma, anche se l’energia termonucleare era ancora da
scoprire.
Poi negli anni 30 e 40, la scoperta della fusione nucleare ha permesso di
capire il funzionamento delle stelle e la natura del diagramma.
a vita di una stella può essere seguita (ipoteticamente, dati i tempi in gioco) sul
diagramma.
Dopo il (breve) periodo in cui si forma, la stella si piazza sulla
sequenza principale in una posizione dipendente dalla sua massa.
Le stelle più massive sono grandi e calde, quelle meno massive piccole e fredde.
Quando l’idrogeno come combustibile finisce, in un tempo che può andare dai milioni di anni per le
stelle più grandi ai miliardi di anni per quelle più piccole, ancora a seconda della
sua massa la stella evolve spostandosi in modo abbastanza complesso nella parte a
destra del diagramma, contribuendo agli altri bracci visibili nella figura.
Le stelle molto massive esplodono come supernove e non appaiono più sul diagramma,
lasciando un buco nero o una stella di neutroni.
Quelle meno massive finiscono la vita come nane bianche, poco luminose e calde, il braccio in basso a sinistra.
Tutto questo lo si può capire non seguendo una stella nella sua vita, cosa che sarebbe
ovviamente impossibile, ma studiando proprio questo diagramma, che ha rivoluzionato
lo studio delle proprietà fisiche delle stelle.
Elenco opportunità di lavoro all'OAB | DOC | |||
---|---|---|---|---|
D.D.n.90/07 - Assegno di Ricerca presso la sede di Merate |
||||
Borsa internazionale post-dottorato |
||||
La sede di Merate dell’Osservatorio Astronomico di Brera è dotata di due foresterie, una per gli studenti e una per gli ospiti.
Poichè gli appartamenti ad uso foresteria sono parte integrante di un edificio in uso a residenti, vige un regolamento contentente norme di comportamento da osservare durante il soggiorno.
I due appartamenti si trovano nel cortile con il complesso centrale di case dell’OAB.
Per sapere come arrivare a Merate vai alla pagina: La sede di Merate
È composta da una cucina e 4 camere da letto ognuna con 3 posti letto e due bagni in comune.
L’uso della foresteria studenti è concesso a studenti di laurea fino al conseguimento della stessa e a dottorandi e borsisti per non più di tre mesi.
Per qualsiasi informazione rivolgersi al proprio relatore e/o responsabile che farà da tramite con gli uffici amministrativi competenti.
È composta da una cucina e tre camere da letto doppie con bagno in comune ed una camera singola con bagno proprio.
L'uso della foresteria ospiti è concesso a persone che tengono seminari o hanno in corso collaborazioni con l'OAB.
Per qualsiasi informazione fare riferimento al personale dell'OAB responsabile della richiesta che farà da tramite con gli uffici amministrativi competenti.