Scientific Seminars

Il progetto SETI

Stelio Montebugnoli
INAF

2018-02-27    14:00    Brera - Cupola a Fiore

L’uso di osservatori sia al suolo che in orbita, ha permesso la scoperta di oltre 3500 pianeti extrasolari, fino a distanze di circa 3000 anni luce, molti dei quali simili alla terra. Dopo questa premessa viene spontaneo ipotizzare che su qualcuno di questi possa essere comparsa la vita ed evoluta verso una civiltà avanzata da un punto di vista sia sociale che tecnologico. Il programma SETI ricerca l’esistenza delle loro possibili attività elettromagnetiche. L’atmosfera è trasparente alle onde elettromagnetiche che arrivano dallo spazio solo in corrispondenza delle bande radio e ottica, per cui con osservatori installati a terra si è in grado di ricevere segnali solo su queste frequenze. Considerando qui la sola banda radio, l’alta sensibilità dei moderni radiotelescopi ci permette di affrontare, pur con grandi difficoltà tecniche, la ricerca di segnali elettromagnetici da civiltà extraterrestri. L’INAF gestisce le grandi antenne di Medicina, Noto e Cagliari che prendono parte ad importanti programmi scientifici sia nazionali che internazionali. La parabola di Medicina è stata coinvolta dal 1998 al 2008 in osservazioni SETI con uno spettrometro SERENDIP IV dell’Università di Berkeley. Questo sistema operava in piggy-back, cioè in parallelo alle osservazioni in corso senza perturbarle, rendendo il costo del programma quasi nullo ed espandendo il tempo di osservazione a quello operativo dell’antenna. In un futuro prossimo le tre antenne INAF saranno molto probabilmente equipaggiate con velocissimi SERENDIP di ultima generazione, che permetteranno osservazioni SETI con la stessa metodologia ma più sofisticate. Si osserverà per tutto l’anno, a parte i periodi in cui l’antenna sarà ferma per manutenzioni ordinarie o guasti imprevedibili.