Scientific Seminars

La ricerca della vita su Marte dai Viking a Curiosity

Cesare Guaita
GAT/Planetario di Milano

2016-04-05    14:00    Brera - Cupola Fiore

La scoperta, da parte del Lander Phoenix (estate 2008) della presenza nel terreno polare marziano di sali dell’acido perclorico (perclorati di Ca, Mg, ecc) ha decisamente cambiato il modo di interpretare l’esperimento marziano di rilascio di 14CO2 (LR) condotto da entrambe le sonde Viking negli anni 70. In sostanza l’esperimento LR, condotto a temperatura AMBIENTE diede risultati potenzialmente interpretabili come dovuti alla presenza di batteri. Però a quei tempi, questa possibilità venne esclusa perché gli strumenti CGMS a bordo dei Viking NON evidenziarono alcuna traccia di carbonio organico per riscaldamento di campioni di terreno marziano a 500°C. Per la precisione, gli unici riscontri gas-cromatografici furono emissione di CO2 ed H2O. Ma la scoperta di molti meteoriti marziani contenenti composti organici e la probabile presenza generalizzata di perclorati (per es. Curiosity ne ha sempre trovati in tutte le analisi SAM finora effettuate nel cratere Gale) cambia l’interpretazione analitica dell’ esperimento LR. E’ noto infatti che i perclorati, assolutamente inerti a temperatura ambiente, si decompongono a temperatura >300°C liberando O2 estremamente reattivo, in grado di demolire qualunque sostanza organica trasformandola in CO2 ed H2O. La temperatura di decomposizione è specifica per ogni perclorato, ma il risultato della degradazione è sempre identica: basta una normale TGA (Termobilancia), accoppiata ad un analizzatore gas cromatografico di gas per rendersene conto. Quindi nell’ipotesi assai probabile della presenza di perclorati, i CGMS dei Viking, lavorando a circa 500°C NON potevano vedere sostanze organiche (batteriche o no) eventualmente presenti nel terreno perché a quella temperatura i perclorati presenti liberavano O2 che demolivano in H2O e CO2 (gas effettivamente evidenziati !) gli organici prima che venissero rilevati. Ma se si ammette che nel terreno marziano dei Viking fossero presenti dei composti organici (resi ‘invisibili’ solo per la presenza di perclorati), l’esperimento LR deve essere interpretato sotto una luce completamente diversa. Anche perchè veniva condotto a temperatura ambiente, quindi era completamente esente dall’ influenza negativa dell’eventuale presenza di perclorati.