La curiosità del mese
Se ti piace POSTA questa curiosità: https://goo.gl/sj5fWV
Una scelta di campo!
La curiosità del mese di ottobre 2013 a cura di Tomaso Belloni
Nel 2009, il satellite per astronomia X Swift ha rivelato una nuova sorgente apparsa
nel cielo.
Osservazioni seguenti hanno mostrato che si tratta di una "magnetar",
ovvero di una stella di neutroni isolata simile a una pulsar, ma con un campo
magnetico molto più alto.
Questa sorgente, chiamata SGR 0418+5729, ruota su se
stessa ogni 9.1 secondi, un periodo tipico per questo tipo di oggetti.
Come si fa a sapere che il campo magnetico è molto alto? Dalla alta luminosità e da
altre caratteristiche dell’emissione in raggi X.
C’è però un problema. Una stella di
neutroni isolata che ruota perde energia rallentando a poco a poco: in altre parole
l’energia necessaria per emettere raggi X viene presa dalla rotazione della stella,
che quindi rallenta. Rovesciando il ragionamento, dal rallentamento si può stimare
quanta energia sia disponibile per emettere raggi X. Per questo oggetto in
particolare, il campo magnetico stimato dalla velocità a cui rallenta è però molto
più basso, tipico di una pulsar normale.
Per superare questa incongruenza (emissione da campo alto, rallentamento da campo basso), una sorgente con un campo magnetico "basso" (si tratta sempre di centomila milioni di volte più forte di
quello della terra alle latitudini italiane) che emette radiazione X come se ce
l’avesse molto più alto, si è ipotizzato che il campo magnetico alla sua superficie
non sia omogeneo, ma abbia delle "zone" in cui è molto più alto, legate alla
struttura del campo magnetico interno.
Recentemente, un team di ricercatori italiani ha analizzato dei dati del 2009
ottenuti con il satellite per astronomia X dell’ESA XMM-Newton e ha scoperto un
effetto notevole che conferma questa ipotesi (vedi articolo su Nature).
Prima però dobbiamo fare una parentesi: leggi la box "Cosa fa una particella carica in un campo magnetico?".
Cosa fa una particella carica in un campo magnetico?
Quando una particella carica, ad esempio un elettrone o un protone (costituenti
degli atomi) si trova in un campo magnetico, può assorbire i fotoni che incontra, ma solo quando l’energia dei fotoni corrisponde a un determinato valore, che
dipende dalla massa della particella e dal campo magnetico.
Più alta è la massa della particella carica e/o più alto è il campo
magnetico, più alta è l’energia dei fotoni che vengono assorbiti.
Il plasma nei dintorni di una pulsar o una magnetar è per definizione composto di
particelle cariche: elettroni, protoni e nuclei di elementi più pesanti.
L’effetto è quello di produrre delle righe di assorbimento nell’emissione della stella di neutroni, ovvero a quella energia particolare si vede una carenza di fotoni.
Torniamo a SGR 0418+5729. Quello che i ricercatori italiani hanno scoperto è che non
soltanto una riga di assorbimento in questa sorgente c’è ed è fortissima, ma anche
che la sua energia varia di cinque volte in meno di un secondo, sempre in
corrispondenza dello stesso punto nella rotazione della stella di neutroni.
Ogni 9 secondi, per circa un secondo appare questa riga di assorbimento che in quel secondo
varia in energia di ben cinque volte. Una variazione di tale grandezza non era mai
stata vista!
Come dicevo, l’energia di questa riga dipende principalmente da due
parametri: la massa del tipo di particella coinvolta e l’intensità del campo magnetico nella zona dove queste particelle si trovano.
Escludendo nuclei di elementi più pesanti, si può trattare di elettroni o di protoni.
Però gli elettroni per un campo magnetico tipico di una pulsar produrrebbero una riga di assorbimento a
energie molto più alte, più alte ancora per un campo magnetico da magnetar, cento
volte e passa superiore.
Quindi o questi elettroni si trovano molto lontano dalla
stella di neutroni, dove il campo è più debole, oppure si tratta di protoni. Se sono
protoni, il campo magnetico per la produzione di queste righe si stima essere più di
600 volte quello di una normale pulsar.
Ma la variazione osservata e il fatto che la riga non si osservi sempre indicano che questo campo altissimo non è ovunque.
Ad esempio, il campo potrebbe essere più basso, ma con dei "tubi" di campo magnetico
più alti che escono e entrano dalla stella di neutroni.
In questo caso, quando il
tubo passa davanti alla linea di vista durante la rotazione della stella, entra in
gioco la riga di assorbimento che varia velocemente al variare del campo: sale e poi
scende, esattamente come osservato.
Insomma, un oggetto ancora più peculiare nella nostra galassia. Un multi-magnete
rotante!
Per saperne di più
A variable absorption feature in the X-ray spectrum of a magnetar - Nature
SGR 0418+5729: A Hidden Population of Exotic Neutron Stars - Chandra Photo Album
Magnetar SGR 0418+5729 with a magnetic loop - ESA
SGR 0418+5729 - Video YouTube (in inglese)