La curiosità del mese
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Scusi dov’è il Nord?
La curiosità del mese di marzo 2015 a cura di Tomaso Belloni
Oggi parliamo della stella polare (nome ufficiale Polaris).
Se chiedete in giro molti vi risponderanno che si tratta della stella più brillante del cielo, cosa
assolutamente non vera.
La stella più brillante del cielo è Sirio, ben visibile
nelle notti invernali. Polaris è tremila volte meno brillante di Sirio.
Però come tutti sanno indica il nord, trovandosi esattamente nella posizione del
polo nord celeste, ovvero il prolungamento dell’asse di rotazione della terra.
In
realtà non è nemmeno vero questo: è vicina, ma non coincidente.
Ai nostri giorni si trova a 0.75 gradi dal polo, ovvero a una distanza angolare pari a quasi una volta e mezza la dimensione apparente della luna.
Dico ai nostri giorni perchè l’asse della terra di sposta seguendo il moto di precessione (come una trottola), per cui nel tempo il polo celeste si sposta.
Cinquemila anni fa il ruolo di stella polare era interpretato dalla
stella Thuban nella costellazione del drago, molto meno brillante.
0.75 gradi è abbastanza vicino al polo per permetterne l’uso per la navigazione.
Al polo sud non siamo così fortunati: la stella visibile a occhio nudo più vicina al polo sud
celeste è Sigma Octantis, che però è appena visibile a occhio nudo in una notte
serena, quindi poco utilizzabile per navigare.
OK. Polaris è una stella che oggi è vicino al polo celeste ed è la stella più
brillante della costellazione dell’Orsa Minore.
Ma che stella è?
Si tratta di una supergigante gialla con una massa di quattro volte e mezza quella del nostro sole, situata a più di 400 anni luce da noi.
Due cose vale la pena di dire su Polaris.
La prima è che si tratta di una stella variabile del tipo Cefeide, ovvero una stella che varia la sua luminosità periodicamente con un periodo di circa quattro giorni.
Le Cefeidi sono un tipo di stelle fondamentali per l’astronomia (vedi la curiosità di novembre 2009: "Cosa sono le Candele Standard?" by Gabriele Ghisellini).
La seconda cosa da dire è che Polaris non è una stella singola, ma un sistema multiplo.
La luce che vediamo è principalmente della stella A, ma ci sono due
compagne meno luminose: la stella B è una stella di sequenza principale (come il Sole) che orbita intorno alla stella A a una distanza di 2400 unità astronomiche (l’unità astronomica è la distanza media della terra dal sole) e la stella Ab che orbita intorno alla stella
A a una distanza di meno di 20 unità astronomiche, circa la distanza di Urano dal
Sole.
La stella B si può vedere con un piccolo telescopio, dato che è stata scoperta nel
1780 da William Herschel con appunto un piccolo telescopio.
La stella Ab è così
vicina alla stella A e così debole che non è nemmeno sicuro se orbiti nella stessa
direzione della stella B o no.
Ma non finisce qui: ci sono anche due altre stelle
nel sistema, molto più distanti, chiamate con poca fantasia stelle C e D, ma non è
sicuro che siano legate a Polaris.
Ultima cosa. Dato che Polaris indica con buona approssimazione il polo nord celeste,
la sua altezza dall’orizzonte (che in un giorno varia pochissimo) è pari alla
latitudine del punto di osservazione.
L’Osservatorio di Brera è a Milano con una
latitudine di circa 45 gradi, da dove Polaris si vede appunto a circa 45 gradi di
altezza, a metà strada dall’orizzonte allo zenit.
A Palermo, latitudine 38 gradi, la stella polare si vede di più di sette gradi più bassa e un Milanese nota la
differenza (e viceversa).
A Tromsø nel nord della Norvegia è a quasi 70 gradi e a
Mogadiscio in Somalia è a 2 gradi, molto poco accessibile.
Ovviamente nell’emisfero sud non si vede per niente.
Insomma, quella che sembra solo una normale stellina la cui unica peculiarità è
quella di essere oggi vicina al polo nord celeste si rivela un oggetto complicato e
interessante per diversi altri motivi.