La curiosità del mese
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Molto più di un telescopio
La curiosità del mese di giugno 2011 a cura di Tomaso Belloni
I telescopi moderni possono prendere forme molto diverse.
Si va dai cristalli per rivelare raggi gamma da satelliti artificiali a sistemi di specchi a terra di forme
e configurazioni più disparate.
Per osservare nelle onde radio, la classica immagine
è quella di uno o più grossi paraboloidi che possono essere puntati nella direzione
voluta (oppure fissi, come il gigantesco radio telescopio di Arecibo).
In Europa esiste ora un telescopio molto diverso.
Si tratta di LOFAR (LOw Frequency
ARray, ovvero schiera a bassa frequenza), il più grande radio-telescopio al mondo,
con un’area di raccolta di un chilometro quadrato.
Data la sua dimensione, non si tratta di un grande paraboloide, ma di una schiera di antenne omni-direzionali:
10000 piccole antenne, molto semplici, raggruppate in 40 stazioni, sparse per
l’Olanda (il progetto è olandese), con alcune antenne in altri paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna e Svezia. Vedi la dislocazione delle antenne alla pagina web LOFAR status map (pagina in inglese).
Trattandosi di basse
frequenze radio, le lunghezze d’onda "viste" da LOFAR sono grandi, da 1.3 a 30
metri.
Ognuna delle antenne vede tutto il cielo e l’immagine viene ricostruita
mettendo insieme le informazioni provenienti da tutte le antenne, tramite un
supercalcolatore, che deve elaborare qualcosa come mille miliardi di operazioni
complesse al secondo.
La prima stazione è stata aperta nel 2006 e il 12 giugno 2010 la regina d’Olanda ha
inaugurato ufficialmente il telescopio, che stan lentamente entrando in funzione.
La possibilità di tenere sotto osservazione il cielo nella banda radio aprirà nuovi
orizzonti per la comprensione dei fenomeni celesti che producono onde radio.
In particolare, sarà possibile scoprire fenomeni transienti, ovvero di durata molto
limitata, difficilmente accessibili da strumenti che vedono solo una piccola parte
di cielo.
LOFAR permetterà di studiare la cosiddetta "epoca di rionizzazione"
dell’Universo.
Si potranno fare campagne di osservazione di sorgenti radio molto
deboli al di fuori della nostra galassia.
Come sempre inoltre, l’apertura di una nuova "finestra" di osservazione porterà alla
scoperta di fenomeni nuovi e inaspettati.
LOFAR è un radio-telescopio, ma non si limiterà a osservare il cielo.
La struttura de-localizzata dello strumento offre l’opportunità di studiare fenomeni molto
diversi nei campi della geofisica e dell’agraria.
La presenza di sensori sismici
nelle varie stazioni permetterà di tenere sotto controllo i movimenti della crosta
terrestre e di studiare la sismicità naturale e indotta.
Un grande numero di piccoli
sensori sparsi nei campi intorno alle stazioni di LOFAR trasmetteranno temperatura,
umidità, pressione e illuminazione, oltre alla loro posizione.
Con questi dati si potrà studiare il microclima locale nei campi di patate e combattere le infestazioni di phytophora, un fungo che attacca le piante di patata.
In un prossimo futuro, sarà possibile avere sensori della dimensione di piccole biglie, ciascuno con i suoi
misuratori e la sua antenna radio per trasmettere le informazioni all’antenna
principale della sua stazione LOFAR, uno scenario quasi da fantascienza.
Inoltre, un sistema come questo è ovviamente estendibile, in particolare se altri paesi europei
entreranno nella collaborazione.
In definitiva, un radio-telescopio delocalizzato, non spettacolare da vedere quanto
un grande paraboloide, ma che promette di raggiungere grossi risultati astronomici,
mentre allo stesso tempo permetterà di capire i fenomeni sismici locali e di
ottenere le informazioni per contrastare efficacemente i parassiti dei campi di
patate.
Per saperne di più
LOFAR - Sito ufficiale della missione (in inglese)
Filmato su LOFAR dal sito ufficiale (in inglese)
LOFAR - Wikipedia (in inglese)
Artcoli relativi a LOFAR da MEDIA INAF - Notiziario on-line di INAF