La curiosità del mese
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I pianeti IX e X
La curiosità del mese di febbraio 2016 a cura di Tomaso Belloni
Recentemente la stampa ha annunciato che un gruppo di ricercatori avrebbe scoperto
un pianeta del sistema solare molto al di fuori dell’orbita di Plutone, addirittura
di massa dieci volte quella della terra.
Per piazzare questo annuncio nella giusta prospettiva vale la pena andare a guardare come sono stati scoperti gli altri pianeti del nostro sistema solare.
Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno sono oggetti brillanti e si vedono facilmente a occhio nudo (Mercurio è sempre vicino al sole, quindi non è a agevole vederlo. Il sottoscritto ci è riuscito una volta sola).
Scoprirli non è stata un’impresa.
Anche Urano è visibile a occhio nudo, anche se siamo vicini al limite e ci vuole una
notte molto limpida e senza luna.
Eppure è stato scoperto da Sir William Herschel solo nel 1781.
Ma non è stato il primo a osservarlo, esistono documentazioni di
osservazioni di Urano anche un secolo prima. Però dato che Urano si sposta molto
lentamente nel cielo, era stato catalogato come stella. Herschel ha scoperto che
l’oggetto si muoveva, ma riteneva inizialmente si trattasse di una cometa.
Più interessante e più rilevante per il caso del nuovo possibile pianeta è stata la
scoperta di Nettuno.
Non à visibile a occhio nudo, anche se sembra sia stato
osservato, ma non identificato come pianeta, da Galileo e John Herschel, il figlio
di William (se lo scopritore fosse stato John che accoppiata sarebbe stata per la
famiglia Herschel!).
Fino dall’anno della scoperta di Urano, Anders Johan Lexell aveva
calcolato i parametri dell’orbita e aveva suggerito che ci fossero altri pianeti che
la perturbavano. Calcoli più accurati qualche decennio più tardi mostravano che
Urano proprio non ne voleva sapere di seguire la sua orbita in modo regolare.
Queste anomalie potevano essere causate da errori di misura o addirittura da deviazioni
dalla legge di Newton a grandi distanze; oppure da un altro pianeta.
Dato che tutti i corpi dotati di massa si attraggono seguendo la legge di Newton, un altro pianeta
all’esterno dell’orbita di Urano lo "tirerebbe" un po’ indietro quando fosse dietro
di lui nell’orbita e lo tirerebbe un po’ avanti quando fosse davanti.
Assumendo che i due pianeti si muovano nel modo predetto da Newton, il problema può essere risolto
matematicamente e orbita e soprattutto posizione del nuovo pianeta possono essere
calcolati. Quello che è un problema semplice per noi che abbiamo dei computer,
nell’800 era estremamente difficile da risolvere, dato che i calcoli sono laboriosi.
Nel 1845 Urbain Jean-Joseph Le Verrier presentò la sua predizione sulla posizione
del nuovo pianeta.
Il 24 settmbre del 1846 Nettuno fu scoperto da Johann Gottfried
Galle all’Osservatorio di Berlino ad appena un grado di distanza dalla predizione di
Le Verrier.
Visto che ci stiamo allontanando dal sole, parliamo anche della scoperta di Plutone,
qualche anno fa riclassificato come "pianeta nano".
Plutone è piccolo (il suo raggio è un quinto di quello terrestre) e molto lontano.
Alla fine del 19mo secolo gli astronomi avevano misurato delle irregolarità nell’orbita di Nettuno e speculato ci potesse essere un nono pianeta.
L’astronomo statunitense Percival Lowell aveva iniziato nel 1906 una ricerca di quello che chiamava "pianeta X" (trattandosi del
nono pianeta, la scelta del nome X sembra suggerire una scarsa familiarità con la
numerazione romana ...).
Fino alla sua morte dieci anni dopo Lowell cercò il pianeta
nelle posizioni suggerite dalle anomalie di Nettuno, senza successo.
Nel 1929, il giovane astronomo Clyde Tombaugh riprese le ricerche sempre dal Lowell Observatory e il 18 febbraio 1930, confrontando immagini della stessa zona in tempi diversi,
scoprì un oggetto che si muoveva e Plutone fu.
In realtà ci sono stati subito molti suggerimenti per il nome del nuovo pianeta
(addirittura Zeus, un po’ riduttivo per un pianeta nano). Venne scelto il nome
Plutone proposto dalla undicenne inglese Venetia Burney, che si interessava di
mitologia classica.
E arriviamo al pianeta IX (questa volta il numero giusto, sebbene se si contasse
anche Plutone saremmo anco a X).
Intorno al sole, oltre l’orbita di Plutone, ci sono
molti piccoli oggetti che formano la "fascia di Kuiper" un analogo della fascia
degli asteroidi fra Marte e Giove.
Se ne conoscono più di mille, anche se sono
sicuramente molti di più. È proprio studiando la perturbazione di sei di questi
oggetti, che essendo molto lontani dal sole si spostano molto lentamente nel cielo,
che il pianeta Nove è stato proposto.
Una massa di dieci volte quella terrestre,
cioè il 60% di quella di Nettuno, e una distanza dal sole fra le 400 e le 1500 volte
quella della terra (Plutone sta a circa 30, la fascia di Kuiper si estende fino a
50).
Questo risultato deve però ancora essere confermato e al momento è ancora allo
stato di proposta.
Per saperne di più
Planet Nine: tracce d’un nono pianeta da MediaInaf - 20 gennaio 2016.